Author: HT Plasma

Come sanificare le mani in negozi e boutique? Consigli per gestori e dipendenti

Da qualche settimana sono già cadute diverse restrizioni riguardanti la prevenzione COVID-19, tuttavia è bene ricordare come sanificare le mani in negozi e boutique, ovvero luoghi altamente frequentati.

La sanificazione di negozi e boutique è un aspetto importante per garantire la salute e la sicurezza di clienti e dipendenti. Le infezioni possono essere trasferite facilmente se non vengono trattate con igienizzanti di tipo medico, soprattutto sui polpastrelli.

Sia che siate commessi o gestori, ecco alcuni consigli su come sanificare le mani e garantire l’igiene all’interno di un esercizio commerciale.

In particolare, vedremo:

  • Come igienizzare le mani nei negozi e nelle boutique? Suggerimenti per manager e commessi
  • La pulizia completa delle aree pubbliche è un compito enorme. Come possiamo farlo?
  • Come pulire correttamente le mani nei negozi e nelle boutique?

Ha ancora senso sanificare negozi e boutique?

La risposta è semplice: Sì, è il modo migliore per prevenire raffreddori e influenze.

Un nuovo studio ha rilevato che una persona su cinque si lava le mani dopo aver fatto la spesa.

Secondo un’indagine del Laboratorio di Ricerca sul Lavaggio delle Mani dell’Università di Clemson, molti acquirenti non sono ancora consapevoli di quanto sia importante pulirsi le mani prima di mangiare.

Lo studio ha rilevato che solo il 18% degli acquirenti si lava le mani dopo aver fatto la spesa e solo il 35% le lava dopo aver preparato il cibo per gli altri.

“Il fatto che così tante persone saltino questo semplice passo potrebbe mettere a rischio tutti”, ha dichiarato il dottor Stephan Morse, direttore del Laboratorio di ricerca sul lavaggio delle mani. “Non solo vogliamo proteggere noi stessi e le nostre famiglie dai germi, ma vogliamo anche smettere di diffonderli a chi ci circonda”.

L’igiene e la sicurezza nei punti vendita al dettaglio sono, ancora oggi, un imperativo importante. Senza un’adeguata igienizzazione mani, i negozi sono soggetti alla trasmissione di microrganismi patogeni.

La prevenzione, come abbiamo detto più volte, non finisce nel momento in cui non ci sono più restrizioni. Senza falsi isterismi, infatti, si può gradualmente rinunciare a misure preventive come l’utilizzo della mascherina, ma igienizzare le mani è ancora una pratica utilissima, in tutti i contesti.

In questo articolo esamineremo i vantaggi della sanificazione nei negozi e nelle boutique e come sanificare le mani correttamente.

Vantaggi della sanificazione mani in negozio

I vantaggi della sanificazione mani nei negozi e nelle boutique:

  • Mantenere i lavoratori in salute. La pulizia delle mani è uno dei modi più efficaci per prevenire la diffusione di infezioni che possono causare malattie. È particolarmente importante per i lavoratori che hanno un contatto diretto con i clienti o con i loro prodotti.

  • Promuovere buone relazioni con i clienti. Un ambiente pulito dà ai clienti una migliore impressione del negozio o della boutique, che può portare a un aumento delle vendite se i clienti tornano più spesso.

  • Ridurre i costi. Parliamo di costi legati alle assenze per malattia e alle richieste di risarcimento. Secondo studi recenti, l’assenteismo causato da infezioni è uno dei motivi principali per cui le aziende perdono denaro a causa delle malattie del personale.

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  • Mettono a loro agio i clienti. La presenza di accortezze quali cartelli o totem per igienizzare le mani aiutano a far sentire i clienti più a loro agio quando acquistano articoli da voi.

La chiave è assicurarsi che i clienti capiscano in che tipo di ambiente si trovano quando entrano nel vostro negozio o nella vostra boutique.

Se entrano in un luogo dall’aspetto pulito e dall’odore fresco, si sentiranno sicuri della loro esperienza con voi e questo può portare a un aumento delle opportunità di vendita per entrambe le parti coinvolte (voi e loro).

Come sanificare le mani in negozio?

Se siete manager o commessi, dovete tenere le mani sempre pulite. Dovete lavarle prima di ogni turno e subito dopo ogni interazione con i clienti. Inoltre, non dovete toccare nulla che non appartenga al vostro negozio, come denaro o prodotti, senza un’accurata igienizzazione successiva al contatto.

Perché è così importante?

Secondo la Mayo Clinic, il lavaggio delle mani riduce il rischio di molte infezioni, tra cui raffreddori e influenze, insetti dello stomaco (come il norovirus) e infezioni da lievito. Può anche ridurre il rischio di contrarre alcune malattie della pelle come l’eczema e la psoriasi.

Oltre che per la salute pubblica, l’igienizzazione delle mani può essere utile anche per la vostra attività. Aiuta a mantenere la professionalità nei rapporti con i clienti e con gli altri dipendenti. Inoltre, impedisce la diffusione di germi da un dipendente all’altro e dai clienti ai dipendenti.

Ecco alcuni consigli su come sanificare le mani nei vari esercizi commerciali:

1. Utilizzare un disinfettante per mani o un sapone. Se non avete accesso all’acqua corrente o all’acqua e sapone, usate un disinfettante per le mani. Si possono trovare in qualsiasi farmacia o drogheria, quindi sono facili da reperire quando se ne ha più bisogno!

2. Pulitevi le mani prima di mangiare o bere qualcosa in negozio. In questo modo eviterete che i germi finiscano nel cibo o nelle bevande!

3. Lavatevi le mani dopo aver usato il bagno, prima di maneggiare il cibo o preparare i pasti, dopo aver toccato gli animali (soprattutto se sono stati malati), dopo aver maneggiato oggetti sporchi come soldi e ricevute

4. Dopo aver toccato indumenti, oggetti, soldi che sono stati toccati dai clienti

Leggi anche: Plasma freddo e sanificazione: ricerche e casi studio

Quali superfici devono essere disinfettate?

La sanificazione è il processo di riduzione o eliminazione di microrganismi, virus e altri agenti patogeni su una superficie. Il metodo più comunemente utilizzato nei punti vendita è quello dei disinfettanti chimici, come il disinfettante per mani a base di alcol.

I dipendenti devono utilizzare un disinfettante per mani a base di alcol prima di toccare qualsiasi merce o alimento. Questo include tutte le superfici a contatto con gli alimenti, come scaffali, vetrine e frigoriferi. Dovrebbero usarlo anche su registratori di cassa, carrelli della spesa e altre superfici che i clienti toccano frequentemente.

Oltre a utilizzare un disinfettante, è necessario monitorare l’efficacia dei programmi di sanificazione testando periodicamente i prodotti di pulizia per verificare i livelli di batteri residui.

Quali superfici devono essere disinfettate?

Il CTS raccomanda di disinfettare le seguenti superfici:

1. Pavimenti (ad es., lavandini per lo straccio) e pareti (ad es., dietro le casse di carne)

2. Banchi utilizzati per le transazioni con i clienti (ad esempio, postazioni per il prelievo di contanti, banchi di cassa).

3. Le superfici a diretto contatto con i clienti.

4. Tasti del registratore di cassa, compresi i tasti numerici, il tasto del segno del dollaro e il tasto invio.

5. Borse, scatole o altri contenitori utilizzati per la merce.

6. Maniglie dei carrelli della spesa.

7. Corrimano di scale e scale mobili.

Questi consigli, molto utili in momenti di picco della pandemia, in realtà sono utili per la sanificazione periodica del negozio, da effettuare secondo una frequenza che deve essere regolata internamente, salvo disposizioni alternative degli organi governativi preposti.

Come sanificare le mani costantemente?

Il modo più comune per igienizzare le mani nei negozi e nelle boutique è quello di utilizzare disinfettanti per mani a base di alcol. L’ingrediente attivo di questi prodotti è l’alcol etilico, che uccide i germi dissolvendo le pareti cellulari e interrompendo il loro metabolismo.

Tuttavia, non è la soluzione più indicata in termini di sostenibilità ambientale.
Leggi: La verità su COVID-19 e inquinamento

Questo metodo è facile da usare, ma presenta alcuni limiti. Innanzitutto, non uccide i virus se fatto in modo frettoloso e non accurato. Utilizzare acqua e sapone è sempre la soluzione migliore. In alternativa, prova GLOW.

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Quando si usa un disinfettante per mani a base di alcol, dopo aver toccato una superficie o un oggetto contaminato, si rimuovono solo i germi dalle mani e li si lascia sulla superficie o sull’oggetto.

La buona notizia è che possiamo prevenire la contaminazione incrociata tra clienti e dipendenti con pratiche di pulizia adeguate prima dell’apertura di ogni turno (o dopo la chiusura) e durante l’orario di lavoro.

Possiamo anche evitare l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol utilizzando guanti quando maneggiamo denaro (o qualsiasi altra cosa) che è venuto a contatto con mani o superfici sporche in altre parti del negozio o della boutique.

Come sanificare mani in grandi store e boutique

La prima cosa da fare è decidere quali aree richiedono maggiore attenzione: l’ingresso, l’area commerciale e i servizi igienici.

Se intendete pulire tutte le aree in una volta sola, avrete bisogno di molto tempo e impegno, perché non è possibile pulire rapidamente grandi spazi.

Per quanto riguarda le mani, il disinfettante per le mani è una buona alternativa se acqua e sapone non sono disponibili. È inoltre importante prendersi il tempo di lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone dopo ogni interazione con i clienti.

Se non potete lavarvi le mani con acqua e sapone, usate un disinfettante per mani, senza abusarne per non incorrere in controindicazioni.

Se le mani sono visibilmente sporche, utilizzare prima l’igienizzante per le mani e il sapone senz’acqua o un tovagliolo di carta, quindi procedere con la pulizia delle mani.

Cosa possono fare i dipendenti per aiutare

La prima linea di difesa contro la diffusione di germi e malattie consiste nel far lavare le mani ai dipendenti ogni volta che entrano in contatto con i clienti. Secondo il Center for Disease Control and Prevention, il lavaggio delle mani può prevenire fino all’80% delle infezioni.

Per garantire che tutti i dipendenti si lavino le mani in modo corretto e regolare, i dirigenti devono dare il buon esempio lavandosi spesso le mani. I manager dovrebbero anche fornire un facile accesso al disinfettante per le mani nel negozio, in modo che i dipendenti possano usarlo quando non hanno tempo o accesso per lavarsi le mani nel lavandino.

Ecco alcuni suggerimenti su cosa possono fare i dipendenti per mantenere le mani pulite:

  • Assicurarsi che ci sia un lavandino accessibile nel punto vendita o all’interno dell’area commerciale. Se possibile, mettete a disposizione più lavandini in modo che i clienti non aspettino troppo a lungo un lavandino aperto.
  • Assicuratevi che ogni lavandino sia dotato di sapone in abbondanza, asciugamani di carta o asciugatori ad aria, in modo che i dipendenti non debbano andare avanti e indietro tra le casse con le mani sporche.
  • Mettete a disposizione dei clienti disinfettanti o dispositivi per sanificare le mani in tutte le aree chiave del negozio, come gli ingressi, le casse e i camerini, prima di provare abiti o gioielli o di toccare altri prodotti. Potete anche fornire salviette igienizzanti
  • Garantire l’aerazione dei camerini tra un cliente e l’altro

Cosa possono fare i direttori dei negozi per aiutare

I responsabili del punto vendita possono adottare alcune misure per aiutare i clienti e dipendenti a sentirsi a proprio agio, fornendo input su come sanificare le mani.

Ad esempio, possono incoraggiare i clienti a usare il dispositivo per l’igiene delle mani in fase di ingresso o dopo aver messo mano alla borsa o al portafoglio.

I responsabili del punto vendita possono anche istruire i dipendenti sull’uso corretto dei disinfettanti per le mani e mostrare loro come sanificare le mani correttamente.

Il responsabile deve assicurarsi che i dipendenti conoscano la differenza tra l’uso di disinfettanti a base di alcol e gel antibatterici, che non sono raccomandati per un uso frequente.

I direttori dei negozi, i commessi e gli addetti alle vendite devono essere consapevoli dell’importanza del lavaggio delle mani e dei vantaggi dell’uso del sapone. L’ideale sarebbe che ogni dipendente di un negozio o di una boutique imparasse a igienizzare correttamente le mani. Tuttavia, questo non è sempre realistico a causa di vincoli di tempo e altri fattori.

Ecco alcuni suggerimenti per i gestori di negozi che possono aiutare a capire come sanificare le mani durante la giornata:

  • Richiedere ai dipendenti di lavarsi le mani dopo aver maneggiato denaro. Questo è importante perché spesso i cassieri maneggiano il denaro senza prima lavarsi le mani. Se non si lavano le mani dopo aver maneggiato il denaro, potrebbero contaminare il registratore di cassa e altre parti dell’azienda con i germi di raffreddori e virus influenzali.
  • Affiggere regolarmente dei promemoria in tutto il negozio per ricordare ai dipendenti di lavarsi le mani quando è necessario, soprattutto in prossimità dei bagni e delle sale pausa, dove le persone si riuniscono spesso durante la giornata. Assicuratevi che questi promemoria siano visibili, in modo che i dipendenti non se ne dimentichino o li ignorino del tutto.
  • Fornite ai dipendenti le attrezzature e i materiali giusti. Lavandini puliti, asciugamani di carta e sapone sono essenziali.
  • Istruite i dipendenti su come sanificare le mani. La formazione deve comprendere il richiamo a lavarsi le mani dopo aver usato la toilette, prima di mangiare e dopo aver maneggiato cibo o aver toccato cellulare o chiavi o essere stati in pausa fuori.
  • Fate rispettare le buone abitudini di lavaggio delle mani ispezionando regolarmente i lavandini, controllando che siano disponibili gli asciugamani di carta, ecc.

In questo modo, proteggerete dipendenti e clienti con queste raccomandazioni

Come sanificare le mani con dispenser touchless?

Quando si lavora in un negozio o in un salone, si è esposti a germi e batteri di ogni tipo. È importante tenere, quindi, le mani sempre pulite.

È necessario utilizzare un disinfettante per le mani o salviette antibatteriche per eliminare i germi o provare dispositivi touchless per la sanificazione delle mani.

Se volete fare un passo avanti nella vostra attività, potete installare nel vostro negozio dei dispenser touchless.

I dispositivi touchless presentano diversi vantaggi rispetto ai normali disinfettanti per le mani:

  • Permettono di risparmiare tempo – Non dovete perdere tempo a lavarvi le mani dopo aver usato la toilette, perché il dispenser stesso farà tutto il lavoro per voi.
  • Non producono e Riducono i rifiuti – Non c’è più bisogno di asciugamani di carta! Questi dispenser non utilizzano acqua e non producono rifiuti di alcun tipo.
  • Sono più igienici – Dal momento che non c’è contatto diretto tra le mani e la carta igienica.
  • Non ha bisogno di ricarica- Basta una semplice presa di corrente.

Per assicurarsi che più persone possibili utilizzino il dispositivo touchless, è essenziale implementare alcune semplici procedure che incoraggino dipendenti e clienti seguire le pratiche igieniche standard.

Qual è il posto migliore per posizionare i dispenser touchless?

Predisporre un dispositivo disinfettante per le mani facile da usare vicino a tutti gli ingressi. In questo modo, i dipendenti useranno il prodotto ogni volta che entrano o escono dall’edificio, il che è particolarmente importante quando sono presenti dei clienti.

I dispositivi igienizzanti per le mani devono essere collocati in una posizione comoda, preferibilmente vicino all’ingresso o all’uscita del negozio. Il posto migliore per installare una postazione touchless è l’ingresso e l’uscita del locale, in modo che le persone possano utilizzarlo prima di entrare o uscire. In questo modo si evita di contaminare il negozio.

Biodiversità: cos’è e perché è a rischio?

In questo articolo parleremo di un argomento molto attuale: la biodiversità, la quale si collega ai concetti di sostenibilità e prevenzione, che stanno molto a cuore ad HT Plasma e di cui l’azienda si fa promotrice in ogni occasione.

Chiarire il concetto di biodiversità, oltre a produrre conoscenza, serve a sensibilizzare ognuno di noi verso la situazione in cui versa il nostro pianeta.
La perdità di questa essenziale caratteristica del nostro ecosistema comporta due gravi questioni: una in termini di sostenibilità e una in termini biologici.

Se le specie di animali e piante si riducono, virus e batteri animali sapranno, col tempo, adattarsi all’organismo umano. Questo farà sì che ci saranno sempre più malattie che faranno il salto di specie (il COVID-19 o il vaiolo delle scimmie sono un esempio recente).

Parliamo, quindi, di un argomento ancora più grande ed importante dell’inquinamento. Qualcosa che riguarda la sopravvivenza stessa del genere umano e le condizioni essenziali per garantire la vita sulla Terra.

Ecco perché dovresti sapere cosa significa biodiversità e perché clima ed inquinamento sono solo una piccola parte del discorso.

HT Plasma dà massima importanza a questi argomenti, in quanto azienda innovativa rivolta alla sostenibilità e alla prevenzione.

Nei prossimi paragrafi, vedremo insieme perché è importante conoscere certi argomenti e cosa fare per salvaguardare la biodiversità.

Cos’è la biodiversità?

La parola “biodiversità” deriva dalle parole greche bios e divers che significano rispettivamente “vita” e “varietà”. La definizione più ampia di biodiversità è, pertanto, quella che la definisce come la varietà della vita sulla Terra, comprese le specie vegetali e animali e la diversità genetica all’interno e tra le specie.

Si riferisce alle diverse composizioni genetiche di una data specie, come il fatto che tutti gli esseri umani hanno un DNA diverso.

La natura è un sistema intricato di componenti viventi e non viventi che interagiscono tra loro, con l’ambiente e con l’uomo. Quando si parla di biodiversità, si parla della salute di questo sistema.

Quello che facciamo in HT Plasma è pensare a fare prevenzione, puntando alla sostenibilità.

Origini della biodiversità

Il termine è stato coniato da Norman Myers nel 1986 per includere la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi.

La biodiversità è comunemente usata come indicatore di degrado ambientale, ma è anche una misura del benessere. La valutazione nazionale degli ecosistemi del Regno Unito utilizza la biodiversità per valutare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (La conservazione della biodiversità durante una crisi globale: conseguenze e via da seguire)

Il termine è usato per descrivere tutti gli organismi viventi e gli habitat in cui vivono. Comprende, quindi, una serie di specie, dai grandi mammiferi come elefanti e tigri agli organismi microscopici come batteri, funghi e virus.

È importante perché contribuisce al benessere delle persone e del pianeta. Grandi quantità di biodiversità significano una maggiore disponibilità di tutto ciò che vogliamo dalla natura, come cibo, carburante e materiali per costruire le nostre case.

Perché la biodiversità è importante?

La biodiversità è importante perché ci aiuta a capire come funzionano gli ecosistemi, come rispondono ai cambiamenti climatici, modula il clima e i modelli meteorologici, costituisce la base dei nostri farmaci, purifica l’aria e l’acqua e aiuta a controllare i parassiti che possono danneggiare i raccolti.

La diversità della vita sulla Terra è una delle sue caratteristiche più importanti. È una fonte di meraviglia.

“La biodiversità contribuisce allo sviluppo economico attraverso la fornitura di servizi ecosistemici”. (La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica)

La biodiversità è anche un indicatore della salute dell’ambiente. Il suo declino, nell’ultimo secolo, ha coinciso con l’espansione umana in tutto il mondo attraverso l’industrializzazione, l’urbanizzazione e la deforestazione.Pertanto, la biodiversità è a rischio a causa di attività umane come la deforestazione, la pesca eccessiva e l’inquinamento.

I benefici della biodiversità

In definitiva, più specie ci sono in un ecosistema, più è probabile che sia stabile e resistente. La biodiversità, infatti, presenta molti vantaggi:

  • Aiuta a sostenere gli ecosistemi. Gli ecosistemi comprendono paesaggi, habitat e organismi come piante, animali e microrganismi (batteri e funghi). Ciò significa che la biodiversità contribuisce a mantenere la fertilità del suolo, la qualità dell’acqua e l’aria pulita.

    Contribuisce inoltre a controllare i parassiti, come gli insetti o le erbacce, fornendo cibo ai predatori, come gli uccelli o gli insetti, che si nutrono di questi parassiti.

  • Garantisce la sicurezza alimentare. Le popolazioni di tutto il mondo fanno affidamento sulla biodiversità per il loro approvvigionamento alimentare, sia direttamente che indirettamente, attraverso la raccolta selvatica o l’allevamento di bestiame (ad esempio, bovini).

    Il bestiame mangia erbe che crescono dove un tempo la fauna selvatica viveva liberamente. La biodiversità è importante anche per le medicine: alcune piante possono essere usate per curare malattie come la malaria o il cancro; altre piante possono avere composti che potrebbero essere sviluppati in nuovi farmaci; altre ancora potrebbero avere usi che non abbiamo ancora scoperto.

  • Contribuisce a fornire materiali per la costruzione di case, la confezione di vestiti e la creazione di prodotti come cosmetici e medicinali a partire da piante o animali (ad esempio, la seta dai bachi da seta).

Perdita della biodiversità: cosa rischiamo?

La rapida perdita di biodiversità è stata definita “la sesta estinzione di massa”, ovvero un evento che potrebbe causare il collasso della civiltà umana, se continua senza controllo. Il rischio concreto è quello che potrebbero verificarsi danni irreversibili agli ecosistemi, dai quali dipendiamo.

La biodiversità è essenziale per la vita umana. Ha un profondo impatto sulla nostra vita quotidiana e sull’ambiente in cui viviamo.

Ci fornisce risorse naturali e garantisce un clima sano e stabile, regolando la temperatura globale e controllando il ciclo del carbonio.

Oltre a queste funzioni vitali, la biodiversità contribuisce a mantenere l’equilibrio della natura, assicurando che gli ecosistemi possono resistere a minacce come il cambiamento climatico o l’inquinamento.

Senza la biodiversità, gli ecosistemi si romperebbero e diventerebbero instabili, portando all’estinzione di alcune specie e mettendo in pericolo la salute umana. Tutto questo può avere un impatto negativo sia sugli animali che sulle piante e, in ultima analisi, anche sull’uomo.

Biodiversità e pandemia

Infatti, dal rapporto di IPBES ( Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) emergono i dati sulle malattie infettive degli ultimi 20 anni.

Ben il 75% di queste malattie è frutto del trasferimento di un virus o batterio dagli animali (quasi sempre selvatici) all’uomo. Il famoso salto di specie (spillover) che ha causato il COVID.

Non è possibile prevedere una pandemia, ma è possibile porre rimedio a quei fattori che possono rapidamente provocarla. La biodiversità, in tal senso, è uno degli argini che si sta rompendo e che può portare ad una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo, direttamente o indirettamente tramite alimenti infetti.

Sono questioni che fanno parte della prevenzione, uno degli elementi cardine di questi ultimi anni. Eppure, malattie come l’ebola, la SARS, il COVID e il vaiolo delle scimmie sono davanti ai nostri occhi.

Da cosa è minacciata la biodiversità?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la biodiversità come “la varietà delle forme di vita sulla Terra”. La diversità della vita è essenziale per il nostro pianeta e i suoi ecosistemi. Perché è minacciata?

La diversità negli ecosistemi sta diminuendo a un ritmo allarmante.

Stiamo perdendo specie a un ritmo da 1.000 a 10.000 volte superiore al tasso naturale di estinzione. Questo accade perché l’uomo si appropria di una quota maggiore delle risorse del pianeta e distrugge gli habitat. Stiamo anche modificando ecosistemi che esistono da milioni di anni, introducendo nuove specie attraverso il commercio, i trasporti e il turismo.

La perdita di biodiversità può avere gravi impatti sulla salute e sul benessere umano, dai cambiamenti climatici alla perdita di risorse naturali.

La più grande minaccia alla biodiversità oggi è rappresentata dalle attività umane non sostenibili.

  • la deforestazione,
  • l’inquinamento
  • cambiamenti climatici.
  • La perdita o la distruzione di habitat ed ecosistemi

Queste attività sono causa di un fenomeno noto come “estinzione biologica”.
Vediamole nel dettaglio.

Perdita e degrado degli habitat

La perdita e il degrado degli habitat sono una delle principali minacce alla biodiversità. Può verificarsi attraverso la conversione all’agricoltura o ad altri usi del suolo, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l’inquinamento, le specie invasive e lo stress idrico.

Le regioni più colpite sono le foreste tropicali e le barriere coralline.

  • Le foreste sono state disboscate per l’agricoltura e il legname, portando all’estinzione di molte specie. La perdita di habitat si verifica quando le aree naturali vengono disboscate o modificate dall’uomo per essere utilizzate per altri scopi.Quando le foreste vengono abbattute o le praterie trasformate in terreni agricoli, le specie che dipendono da quegli habitat possono non essere più in grado di sopravvivere.
  • Le barriere coralline sono state colpite dall’inquinamento causato dallo sviluppo costiero, dalla pesca eccessiva e dai cambiamenti climatici.

La causa principale della perdita di biodiversità è il sovra sfruttamento delle risorse naturali, che comprende l’uso non sostenibile di piante e animali selvatici a scopo alimentare, combustibile o medico.

Il degrado dell’habitat si verifica quando un’area diventa meno adatta al suo scopo originario a causa di attività umane invasive.

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Sfruttamento eccessivo delle risorse naturali

Il sovrasfruttamento è l’uso insostenibile di una risorsa fino al suo esaurimento. Può essere intenzionale, come nel caso della pesca eccessiva, o non intenzionale, come quando l’inquinamento riduce la capacità di un ecosistema di sostenere la vita.

Il problema è che gli esseri umani stanno consumando le risorse della Terra ad una velocità superiore a quella con cui possono essere reintegrate. Di conseguenza, molte specie sono sull’orlo dell’estinzione perché i loro habitat scompaiono o diventano inabitabili.

Un esempio, sono i famosi cinghiali che si trovano in alcune zone della periferia di Roma. La cementificazione eccessiva delle costruzioni ha notevolmente modificato il loro habitat, costringendoli, per sopravvivenza, a spingersi in cerca di cibo verso zone troppo vicine all’uomo.

Il sovrasfruttamento è un problema che riguarda sia le risorse rinnovabili, sia quelle non rinnovabili. Quelle non rinnovabili, come i minerali e i combustibili fossili, hanno un’offerta limitata e stanno per esaurirsi.

Le risorse rinnovabili, come gli stock ittici, le foreste e le riserve idriche, sono in grado di ricostituirsi nel tempo, purché non vengono sfruttate eccessivamente.

Quando un numero eccessivo di persone utilizza troppa energia da combustibili fossili o pesca in modo intensivo negli oceani o taglia troppo velocemente le foreste, può generare impatti negativi sugli ecosistemi e sulle specie che fanno affidamento su di essi per il cibo e il riparo.

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Inquinamento

L’inquinamento atmosferico è il principale rischio per la salute umana a livello mondiale. Provoca milioni di morti premature ogni anno e danneggia polmoni, cuore e cervello. Inquina anche le nostre riserve idriche, rendendoci vulnerabili a malattie come la febbre dengue e il colera quando beviamo acqua non pulita o ci facciamo il bagno.

L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra può influire sulla fauna selvatica in molti modi, ad esempio eliminando le fonti di cibo o danneggiando i loro habitat.

La biodiversità è diminuita per milioni di anni a causa della selezione naturale e dell’evoluzione, ma ora la riduzione sta accelerando a causa di attività umane come l’agricoltura, la deforestazione e i cambiamenti climatici.

Se non fermiamo queste minacce, perderemo molte specie per sempre. Leggi come diventare un’azienda plastic-free in 7 passi

La minaccia più grande per la biodiversità è il cambiamento climatico, in particolare il riscaldamento globale, perché influisce su quasi tutti gli aspetti della vita sulla Terra.

Cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici minacciano l’estinzione di molte specie. Ad esempio, il riscaldamento degli oceani potrebbe ridurre la quantità di plancton disponibile per i pesci, intaccando la catena alimentare. Questo potrebbe portare a un crollo delle popolazioni ittiche globali, con impatti devastanti sulle popolazioni che dipendono da loro per il cibo e il reddito.

Il cambiamento climatico si riferisce al riscaldamento globale causato dall’aumento dei livelli di gas a effetto serra nell’atmosfera. I gas serra intrappolano il calore del Sole nella nostra atmosfera, provocandone il riscaldamento in risposta a quei raggi aggiuntivi.

Gli effetti si fanno sentire maggiormente nelle regioni fredde, perché queste aree assorbono il calore più facilmente di quanto non facciano i climi più caldi, ma si stanno verificando in tutto il mondo. In alcuni luoghi, l‘aumento delle temperature si traduce in stagioni di crescita più lunghe; in altri, in eventi meteorologici più estremi come inondazioni e siccità.

L’aumento delle temperature sta provocando lo scioglimento delle calotte glaciali e quindi l’innalzamento del livello del mare, inondando le zone costiere di acqua salata. Questo può avere ripercussioni sulle piante e sugli animali che vi abitano.

Come conosciamo lo stato della biodiversità?

Ci sono molti modi per misurare lo stato della biodiversità. Un approccio consiste nell’esaminare il numero di specie presenti in una determinata area. Questo può essere fatto contando direttamente le specie o stimando il loro numero in base al tempo dedicato alla loro ricerca.

Può essere misurata anche introducendo una nuova specie in un ecosistema e misurando i cambiamenti della comunità nel tempo o confrontando la struttura delle comunità prima e dopo eventi di disturbo (deforestazione, per esempio).

Un altro approccio consiste nell’esaminare la cosiddetta “diversità funzionale”.

In questo caso, si esamina quanti tipi diversi di organismi svolgono funzioni simili in un ecosistema. Ad esempio, quante e quali specie si nutrono di insetti? O quante piante diverse forniscono cibo agli insetti erbivori?

Quest’ultimo approccio può essere utilizzato anche per valutare il funzionamento degli ecosistemi nel loro complesso. Ad esempio, se una foresta ha molte specie arboree diverse ma pochi funghi, potrebbe non essere in grado di abbattere il legno morto in modo efficiente e di restituire le sostanze nutritive al suolo.

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Queste funzioni sono chiamate servizi ecosistemici, perché apportano benefici diretti alle persone, come aria pulita, acqua e produzione di cibo. La definizione esatta di biodiversità intende il numero di specie diverse presenti in una determinata area. Si tratta della cosiddetta ricchezza di specie.

Più specie ci sono in un ambiente, più è complesso e più sarà stabile nel tempo. Lo stesso principio si applica agli ecosistemi: più biodiversità significa meno rischio di collasso di un ecosistema a causa di malattie o disastri naturali.

Possiamo arrestare la perdita di biodiversità?

La Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità è stata istituita nel 1992 con l’obiettivo di prevenire la perdita di questa caratteristica vitale della Terra. L’obiettivo è quello di proteggere gli habitat e le specie più minacciate dall’eccessivo sfruttamento e dalla distruzione dell’habitat naturale, tramite programmi di utilizzo sostenibile.

Parliamo di schemi di gestione sostenibile delle foreste e della pesca, ovvero programmi che devono, ovviamente, includere le comunità locali nei processi decisionali.

I principali rimedi alla perdita di biodiversità sono:

1. Preservare gli habitat e gli ecosistemi esistenti proteggendoli dalle attività umane. Ciò include l’istituzione di riserve naturali, parchi nazionali e altre aree protette che limitano le attività umane all’interno dei loro confini.

2. Ripristinare gli habitat e gli ecosistemi degradati rimuovendo o controllando le specie invasive e reintroducendo le specie autoctone che sono state spostate dalle attività umane. Questo è stato fatto con successo in molte aree del mondo, come ad esempio in alcune zone dell’Australia, dove le specie invasive sono state rimosse e le piante autoctone sono state reintrodotte per ripristinare l’ecosistema originale.

3. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo che le temperature globali non aumentino di oltre 2°C rispetto ai livelli preindustriali (l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi). Come abbiamo visto durante il lockdown, la diminuzione di emissioni di CO2 nell’aria per il fermo delle auto e delle fabbriche ha dato l’idea dei benefici che avremmo.

4. Aumentare i processi di riforestazione e le pratiche di gestione forestale (come la riduzione del disboscamento), la permacultura, le pratiche di conservazione senza lavorazione del terreno (come l’agricoltura ) e le pratiche di conservazione degli oceani (come le aree marine protette).

Gli approcci adottati per raggiungere questo obiettivo possono essere diversi:

  • collaborazione con gli agricoltori per la protezione degli habitat,
  • legislazione ad hoc a livello nazionale,
  • accordi internazionali come la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD)

Conclusione

Pertanto, sarà indispensabile tenere conto del ruolo dei cambiamenti climatici, direttamente dipendenti dall’inquinamento atmosferico e del sovra sfruttamento delle risorse che ricade nel degrado di habitat ed ecosistemi.

La Terra e la nostra salute dipenderanno sempre più dai nostri sforzi nel ripensare al nostro rapporto con la natura e nel ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Contenendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità e aumentando il livello di conservazione della natura.

Sanificare le mani in ambulatori, studi medici e cliniche

Sapevi che  sanificare le mani in ambiente medico è una pratica introdotta solo qualche decennio fa? Prima di allora, infatti, pur avendo coscienza di germi e batteri, non era protocollo lavarsi le mani dopo alcune pratiche mediche.

Nel 1800, gli stessi medici non si spiegavano come alcune patologie potessero passare così facilmente da un paziente all’altro, ignorando che potessero essere le loro mani i vettori del contagio.

In questo precedente articolo, raccontiamo l’incredibile storia dell’igiene delle mani e del medico che ha introdotto il lavaggio delle mani in ambito medico.

Sanificare le mani è, mai come ora, una delle pratiche più importanti per prevenire varie patologie. Uno dei gesti che adesso ci sembra così naturale e banale, invece, è fondamentale in cliniche, ambulatori e studi medici.

In questo articolo, vedremo alcune informazioni e ricerche sulla sanificazione delle mani in luoghi di lavoro prettamente medici, esaminando alcune delle soluzioni migliori in alcuni contesti sanitari e ambulatoriali.

Perché sanificare le mani nelle strutture sanitarie
Secondo questo studio, condotto su allievi infermieri istruiti sulle norme di sicurezza ospedalieri, ci sono delle aree delle mani che sono, fisiologicamente, ignorate o poco spesso raggiunte durante le attività di lavaggio ed igienizzazione delle mani.

Nelle strutture sanitarie come ospedali, cliniche e ambulatori, se non ci si igienizza le mani, si rischia di diffondere l’infezione a tutti i pazienti. Ecco perché la prevenzione è fondamentale.

Nelle aree di assistenza ai pazienti delle strutture ambulatoriali, alcune azioni vengono eseguite di routine perché è stato dimostrato che sono benefiche per la salute. Una di queste è lavarsi le mani prima e dopo aver assistito un paziente.

Sanificare le mani in ambito medico

In alcuni casi, come dicevamo, medici, infermieri ed inservienti non riescono ad igienizzare del tutto l’area delle mani.

sanificare le mani-grafica mani
(fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7967523/)

In questa immagine, proveniente dallo studio sopra citato, la superficie delle mani è divisa in 13 parti, per permettere agli scienziati di valutare il grado di pulizia del campione esaminato.

Si è scoperto che le superfici del palmo descritte come I, V, VI e XIII (l’intera area del pollice) e la punta del mignolo (V) così come il palmo medio (XIII) erano le più trascurate durante la disinfezione. Inoltre, le parti posteriori della mano destra e sinistra erano le più comunemente perse durante la disinfezione delle mani.

Quando igienizzano le mani prima e dopo aver visitato i pazienti, gli operatori sanitari (medici ed infermieri) devono seguire determinate pratiche: la prima è lavare le mani con acqua e sapone.

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Quando sanificare le mani: 5 momenti importanti

In ambito medico ci sono dei momenti fondamentali in cui è indicato sanificare le mani. Bisogna pensare a lavarsi le mani, in questi particolari momenti:

  • Prima del contatto con un paziente. Nel caso si sappia già che ci sarà un contatto con un paziente.
  • Prima di una manovra asettica. Nel caso si stia per compiere un’attività che metta in contatto le mani dell’operatore e la bocca (cavo orale, denti), gli occhi, naso o altre parti del corpo del paziente.
  • Dopo contatto con materiale biologico. In caso di contatto con materiale organico, seppur con i guanti, serve un lavaggio accurato delle mani.
  • Dopo qualsiasi contatto col paziente. Anche dopo gesti più semplici e indiretti (passaggio di oggetti dal paziente all’operatore)
  • Dopo contatto con ciò che si trova intorno al paziente

È importante tenere a mente queste indicazioni per operatori infermieristici, medici e inservienti. È, altrettanto, importante utilizzare un disinfettante o un detergente per le mani, in assenza di acqua e sapone, curandosi di non abusarne.

Leggi Disinfettanti ed igienizzanti mani: vantaggi e rischi per uomo e ambiente

Sanificare le mani: 3 metodi di lavaggio

Esistono, tuttavia, diversi tipi di lavaggio delle mani, in base al grado di pulizia da raggiungere e rapportate all’attività da svolgere o che si è appena conclusa.

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Secondo le disposizioni più frequenti, sarebbe indicato:

  1. disporre di un lavandino a pedale o con rubinetto che permetta l’apertura con gomito, evitando il contatto diretto con le mani.
  2. non utilizzare acqua eccessivamente calda, ma tiepida
  3. bagnare mani e polsi
  4. applicazione del sapone in modo uniforme su tutta la superficie delle mani
  5. insaponamento e sfregamento non dovrebbero durare meno di 60 secondi, così come il risciacquo non dovrebbe durare meno di 15 secondi.
  6. l’asciugatura deve avvenire tamponando le mani con un panno precedentemente preparato nei pressi del lavandino.
  7. la chiusura del rubinetto (se non a pedale) va fatta con il gomito, un contatto ulteriore con le mani vanificherebbe la sanificazione appena compiuta.

I 3 tipi di lavaggio mani che si effettuano in ambito medico sono:

  • Un lavaggio sociale, per esempio, è quello che abitualmente facciamo prima di uscire dal bagno o prima di andare a mangiare. Dovrebbe durare circa 40 secondi ed elimina, oltre allo sporco visibile, la cosiddetta flora microbica transitoria, sulla parte più superficiale delle mani.
  • Il lavaggio antisettico dovrebbe durare circa 90 secondi, è indicato nelle aree ad alto rischio di contaminazione (ambulatori dentistici e simili), in cui c’è contatto con materiale organico o biologico.
  • Il lavaggio chirurgico che dura, invece, 5 minuti e coinvolge, oltre alle mani, la parte inferiore delle braccia, fino al gomito circa. Viene eseguito con un particolare sapone asettico ed acqua, prima di un intervento chirurgico invasivo. Questo lavaggio rimuove sia la flora transitoria, sia la flora microbica residente.

Efficacia della sanificazione delle mani in strutture sanitarie

Queste tipologie di lavaggi sono frequenti in ambulatori e studi medici con specialisti del calibro di dentisti, oculisti, ortopedici e tutta quella tipologia di professionisti che hanno contatti diretti con i pazienti per le loro diagnosi e procedure.

È ovvio che i medici e gli operatori sanitari devono lavarsi le mani prima di visitare i pazienti per eliminare i germi. Vi sono, tuttavia, delle linee guida per l’uso di detergenti alcolici per le mani in ambito sanitario.

Alcuni studiosi hanno, infatti, condotto studi per valutare se l’uso di uno sfregamento delle mani a base di clorexidina e alcol (componenti di alcuni dei maggiori detergenti per mani) in ambienti clinici ambulatoriali riduca la diffusione di infezioni nosocomiali. (Rotter ML (1997) Lavaggio delle mani, disinfezione delle mani e disinfezione della pelle)

In generale, questi studi hanno riportato che, in condizioni di utilizzo reale:

1) uno sfregamento delle mani con clorexidina allo 0.5% di clorexidina gluconato (CHG), senza componente alcolica, non era efficace come acqua e sapone nel ridurre la diffusione dei batteri che causano la polmonite associata all’assistenza sanitaria,

2) uno sfregamento delle mani con CHG al 4% a base alcolica era più efficace di acqua e sapone nel ridurre la diffusione dello Staphylococcus aureus;

3) lo sfregamento delle mani con CHG al 4% a base alcolica è risultato leggermente più efficace dell’acqua e sapone nel ridurre il numero di enterococchi sulle mani dei volontari.

In definitiva, è fondamentale sanificare le mani in ambiente medico e ci sono vari metodi per farlo accuratamente.

Sanificare le mani: non esistono solo i disinfettanti

Il modo più comune per pulire le mani è usare acqua e sapone. Si possono, come abbiamo visto, anche usare prodotti per le mani a base di alcol o disinfettanti per le mani, che contengono alcol e/o sostanze chimiche antimicrobiche.

Gli igienizzanti per le mani sono comodi, ma dovrebbero essere usati solo quando acqua e sapone non sono disponibili. Un recente studio ha rilevato che l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol ha ridotto di circa il 90% la trasmissione di un virus (norovirus) da una persona all’altra.

Tuttavia, i ricercatori hanno osservato che l’uso dello sfregamento delle mani per non sempre uccide il virus dopo 15 secondi di contatto con esso. È quindi importante applicare il prodotto per almeno 20 secondi e poi asciugare accuratamente le mani.

Il lavaggio delle mani è ancora il modo migliore per proteggere se stessi e gli altri dai germi, perché rimuove una quantità maggiore di sporco rispetto alla sola acqua e sapone, oltre a uccidere molti germi al contatto.

Il lavaggio con acqua e sapone aiuta anche a prevenire le malattie perché riduce la quantità di germi sulla pelle (il cosiddetto “deposito”), senza aggredire eccessivamente l’epidermide.

In aggiunta a tutto ciò, come abbiamo già detto in precedenti articoli, si sta facendo strada, nell’ambito della sanificazione, la tecnologia NTP o al plasma freddo.
Ecco di cosa si tratta.

Sanificare le mani con Glow in ambulatori e studi medici

Il lavaggio delle mani è un must per le strutture sanitarie e gli studi medici. Questo tipo di controllo delle infezioni è dovuto al fatto che la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure devono essere tra le priorità principali delle strutture mediche.

Quando si parla di sanificazione delle mani, specialmente in determinati contesti medici, è importante considerare il rischio biologico. Il rischio biologico avviene quando si manipolano materiali di natura sanitaria potenzialmente infetti o organici.

Il rischio di contagio o diffusione di virus e batteri, in questi frangenti, è molto alto.
Ecco perché il solo lavaggio delle mani non sempre è sufficiente e la tecnologia ci viene in soccorso con GLOW.

GLOW è un dispositivo che sanifica le mani in pochi secondi e che punta a far diventare la sanificazione mani al plasma freddo uno dei modi principali per ridurre la diffusione di virus e batteri.

Le malattie trasmesse attraverso il contatto diretto e le superfici comuni sono frequenti, in maggioranza in ambienti clinici. Pertanto, un dispositivo che elimina fino al 99,9% di virus, funghi e batteri grazie al potere igienizzante del plasma freddo è indicato per strutture come:

  • ambulatori dentistici, oculistici
  • cliniche private
  • studi medici
  • residenze per anziani

Introducendo le mani all’interno del dispositivo, automaticamente GLOW igienizza le mani, utilizzando solo l’aria circostante, senza utilizzo di alcol o sostanze chimiche. Tutto questo si traduce in un’esperienza di utilizzo senza rivali:

  • mani asciutte
  • niente sgradevoli odori di disinfettante o alcol
  • assoluta certezza di sanificazione

Un’ottima alternativa al classico lavaggio con acqua e sapone ma, soprattutto, un modo sostenibile di fare prevenzione. Senza l’utilizzo sostanze chimiche e di recipienti di plastica difficili da smaltire.

Prevenzione COVID-19: 5 modi per proteggersi in modo “green”

Da qualche settimana siamo entrati nella fase finale di questa pandemia, tuttavia la prevenzione COVID-19 è un tema ancora molto importante. Infatti, le nuove disposizioni del governo entrate in vigore da maggio parlano ancora di misure restrittive, mascherine, guanti e tutti quei metodi che finora sono stati i capisaldi della lotta contro il contagio.

A livello di prevenzione COVID-19, c’è ancora da fare tanto e non bisogna abbassare la guardia, come ci hanno raccontato gli esperti in questo precedente articolo.

Qui, invece, faremo il punto sui metodi e i consigli più interessanti per fare prevenzione COVID-19 in modo sostenibile. Ponendo l’accento su tutto quello che possiamo fare per rendere più green la lotta contro il coronavirus.

Prevenzione COVID-19 e inquinamento

Abbiamo già parlato del rapporto tra Covid-19 e ambiente a livello generale, qui vedremo qualche consiglio pratico, dettato anche dai report che istituzioni e osservatori sull’ambiente hanno redatto in questi anni di pandemia.

In particolare, nel report di SNP Ambiente (Sistema Nazionale Protezione Ambiente) troviamo diversi spunti e riflessioni che fotografano la situazione degli ultimi anni e tracciano la via sulle misure da intraprendere a breve.

In generale, possiamo dire che:

  • l’emergenza pandemica ha riportato l’utilizzo della plastica a livelli d’allerta simili a 10-15 anni fa;
  • il primo lockdown ci ha dato l’idea di come sarebbe un mondo con emissioni di CO2 quasi azzerate;
  • l’inquinamento ha effetti diretti sull’ambiente e sulle specie animali, azzerando quasi del tutto la biodiversità, favorendo il proliferare di batteri in habitat umani e il famoso salto di specie di virus dagli animali all’uomo.

Questi ed altri aspetti sono, tuttavia, strettamente collegati a piccoli e grandi gesti che, quotidianamente, ognuno di noi compie, alcuni dei quali per prevenire il COVID-19.

Come fare prevenzione COVID-19 in modo green: 5 consigli

Se riflettiamo su alcune semplici azioni quotidiane, possiamo vedere come queste possono migliorarci la vita a breve e a lungo termine.

Quando parliamo di ambiente, dobbiamo sempre tenere a mente che la somma delle azioni e dei comportamenti della comunità influisce sul pianeta.

Ecco perché, prendendo spunto da molti atteggiamenti adottati durante il lockdown, possiamo imparare come fare prevenzione COVID-19 rispettando l’ambiente.

Nelle prossime righe 5 utili metodi da adottare:

  • Approfittare dello smart working
  • Smaltire le mascherine e i guanti correttamente
  • Utilizzare dispositivi di prevenzione alternativi
  • Evitare lo spreco di disinfettanti
  • Preferire stoviglie in bioplastica o bambù

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Approfittare dello smart working per fare prevenzione COVID-19

Prima del lockdown, lo studio “Added Value of Flexible Working” realizzato da Development Economics, calcolava che a livello mondiale il lavoro agile è in grado di ridurre i livelli di anidride carbonica di 214 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030, pari alla stessa quantità di CO2 che verrebbe sottratta dall’atmosfera da 5,5 miliardi di alberi.

Questi dati erano molto interessanti, ma non potevano prevedere una pandemia. Durante il lockdown, infatti, molte aziende hanno permesso di adottare il lavoro agile ai propri dipendenti.

Oltre a delle positive ripercussioni sociali, questo ha permesso di ridurre drasticamente i livelli di anidride carbonica nell’aria.

prevenzione covid-19-smart working
fonte: SNPAmbiente

In molti casi, infatti, ridurre o eliminare il tragitto casa-lavoro ha avuto degli effetti benefici su persone e ambiente. Nell’immagine sopra, vediamo come il 24%  degli intervistati (un campione di 3907 dipendenti degli uffici regionali ambientali), nel tragitto casa-lavoro (andata e ritorno) compia circa 6 km, 3 km a tratta quindi.

Una distanza non proibitiva per essere fatta con i mezzi o in bici o, perché no, anche a piedi. Il concetto, insomma, è quello che molte aziende, le quali hanno già sperimentato lo smart working ed hanno a cuore la sostenibilità ambientale, adottano e adotteranno il lavoro agile. Le previsioni economiche parlano chiaro.

Bisogna approfittarne anche in ottica prevenzione COVID-19. Ridurre il lavoro in azienda ed aumentare quello da casa, è una delle prime misure adottare in questi anni di crisi.

L’obiettivo è quello di renderlo sistematico: riducendo l’andare in ufficio solo in alcuni giorni della settimana o del mese. Evitare situazioni di contatto o assembramenti ed inquinare meno sono due ottimi motivi per valutare di usufruire del lavoro agile.

Smaltire mascherine e guanti correttamente

L’esteso uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) ha prodotto, in questi ultimi due anni, una nuova emergenza ambientale. Sono tante, purtroppo, le mascherine che vengono smaltite male o che, addirittura, vengono gettate a terra.

L’Istituto Superiore della Sanità, già a suo tempo, ha prodotto vari documenti per l’uso e lo smaltimento dei DPI. Ecco qui il documento, da cui traiamo le indicazioni principali.

La gravità del mancato smaltimento delle mascherine è massima. La maggior parte delle mascherine chirurgiche sono prodotte in materiale TNT (tessuto non tessuto di polipropilene o poliestere). Questo materiale non è biodegradabile, né riciclabile. Un prezzo che la prevenzione COVID-19 non può pagare.

Questa tipologia di rifiuti causa, pertanto, un danno enorme all’ambiente, soprattutto se vengono smaltite senza criterio. Le mascherine e i guanti in lattice vanno gettati nell’indifferenziata, lo stesso vale per le mascherine della famiglia FFP (1,2,3).

Il discorso, ovviamente, va preso in linea generale. Cambia, invece, se parliamo di DPI che sono stati utilizzati da persone infette da COVID-19 o altre malattie infettive.

In questo caso, infatti, se si è in casa da infetti o con una persona che lo è, bisogna accumulare tutti i rifiuti in un unico sacchetto per i rifiuti secchi (indifferenziata). Questo vale non solo per guanti o mascherine, ma anche per fazzoletti utilizzati dalla persona contagiata.

Inoltre, bisogna:

  • Utilizzare 2 o 3 sacchetti che racchiudano il sacchetto principale della raccolta;
  • Chiudere i sacchetti con i lacci o con del nastro adesivo;
  • Utilizzare i guanti monouso per maneggiare questo tipo di rifiuti;

Inoltre, è stato specificato nel documento che bisogna derogare i criteri di raccolta differenziata in caso di sacchetti contenenti materiale utilizzato da infetti.

Smaltimento DPI sul luogo di lavoro

Per quanto riguarda luoghi diversi dall’abitazione o dall’ospedale, le mascherine e i guanti monouso vanno gettati in appositi contenitori. Abbiamo già trattato qui dell’importanza della prevenzione COVID-19 sul posto di lavoro, il corretto smaltimento di materiale potenzialmente infetto rientra nel dovere dei datori di lavoro e delle aziende.

In aree lavorative, infatti, i DPI devono essere smaltiti:

  • in contenitori dedicati
  • posizionati in luoghi ben visibili ed areati, al riparo dalle intemperie
  • utilizzando un prodotto igienizzante prima della chiusura e del cambio sacco

Per quanto riguarda la frequenza del cambio sacco dipende dal numero di dipendenti dell’azienda (maggiore sarà il numero, maggiore sarà la frequenza del cambio).

Utilizzare dispositivi di prevenzione COVID-19 alternativi

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fonte: Ary Mask

Nell’ottica di evitare gli sprechi ed inquinare meno, vanno prese in considerazione le numerose alternative che ci sono circa le misure di prevenzione COVID-19. Senza voler troppo estremizzare, si possono evitare grandi sprechi e occasioni per inquinare, compiendo alcune piccole azioni giornaliere:

  1. Sanificare le mascherine
  2. Utilizzare acqua e sapone per l’igiene delle mani
  3. Utilizzare DPI diversi da quelli in TNT o materiale monouso

A questo proposito, sono nate diverse startup che producono mascherine e altri dispositivi di prevenzione dal COVID-19 riutilizzabili. Eccone alcune:

  • iMask, è una startup siciliana che ha creato un tipo di mascherina con filtro antimicrobico sostituibile. Inoltre, ha la possibilità di auto-santificarsi in poco tempo. In studio presso l’Istituto Superiore della Sanità potrebbe essere decretato come DPI.
  • Botect by Roncato è un altro dispositivo commercializzato dalla nota ditta di valigie. Può essere utilizzata in qualsiasi ambiente ed è dotata di filtro intercambiabile.
  • Arya Mask, invece, punta molto sul design e la personalizzazione. Prodotta da una ditta di Lecco, questa mascherina presenta sempre dei filtri sostituibili.
  • U-Mask è una soluzione a lunga durata (riutilizzabile tra le 150 e le 200 ore) con filtro acquistabile. Possiede già il conferimento di DM (dispositivo medico), al pari di una mascherina chirurgica.
  • AusAir, invece, è una soluzione che guarda oltre la prevenzione COVID-19. Infatti, i filtri e le valvole di questa mascherina riescono a bloccare e neutralizzare il 97% di virus e batteri, ma anche polveri sottili e fumo. Prodotta da due fratelli australiani, ha già riscosso diverso successo su diverse piattaforme di crowdfunding. 

Evitare lo spreco di disinfettanti e recipienti in plastica

I detergenti e i disinfettanti rappresentano una tra le fonti principali d’inquinamento per le acque dei fiumi e dei laghi, e di conseguenza dei nostri mari.

Nel marasma generale delle prime settimane di pandemia, c’è stata una furiosa corsa agli igienizzanti gel o spray. Il fenomeno, col tempo, è andato ad attenuarsi ma, tuttora, lavare le mani è un’ottima forma di prevenzione dal COVID-19.

Come abbiamo già detto, non sempre disinfettanti ed igienizzanti mani sono indicati per sanificare a dovere, anche perché abusarne non è mai una buona idea per diversi motivi:

  • Rischio di dermatiti da sfregamento, l’eccessivo uso di disinfettanti di origine chimica può causare dermatiti o altri disturbi alla pelle,
  • Resistenza microbica ai disinfettanti, in questo caso, l’abuso di igienizzanti può rendere virus e batteri immuni alla loro azione, poiché svilupperebbero una resistenza alla loro azione antimicrobica.
  • Eccessivo consumo recipienti di plastica che contengono disinfettanti e igienizzanti

Pertanto, se vogliamo incidere meno su ambiente ed ecosistemi, dovremmo ridurre l’uso di gel igienizzanti e pensare a soluzioni alternative o complementari. Eccone alcune:

Preferire stoviglie in bioplastica o bambù

Strettamente collegato ai temi della prevenzione COVID-19, c’è quello dell’uso promiscuo di bottiglie, bicchieri e stoviglie non solo in ambito domestico ma anche sportivo.

Per evitare contagi è bene non condividere o non rischiare di scambiarsi recipienti e stoviglie tra soggetti diversi, cosa che accade in diversi contesti.

Adottando l’utilizzo di borracce, bottiglie e bicchieri in bioplastica o in bambù, questa abitudine può essere abbandonata, così come l’uso di recipienti di plastica può essere facilmente ridotto.

Molte aziende stanno già abbandonando cannucce e bicchieri di plastica per la somministrazione di bevande, questo significa che è possibile farlo a tutti i livelli. Ci sono già politiche che permettono alle aziende di guadagnare dal riciclaggio di plastica, di ridurre la presenza di microplastica in recipienti e imballaggi, di stimolare un cambiamento di abitudini nella gente.

Leggi anche il futuro del plasma freddo nell’industria energetica

Conclusioni

Sin dai tempi antichi, la prevenzione è sempre stata fondamentale. Da decenni, però, si tende a porre rimedio e a medicalizzare tutto, probabilmente perché anche la salute è stata commercializzata.

Un approccio che, invece, mette la salute al centro è quello che punta a vivere in un ambiente sano, aiuta a restare sani. In questo momento, invece, rischiamo di vivere contro natura, eliminando a tutti i costi agenti patogeni che fanno parte di ecosistemi infinitesimamente piccoli.

Potremmo così rendere il sistema immunitario sempre meno allenato a contrastare virus e batteri, perché la prevenzione reale non è quella che vuole un mondo asettico ed innaturale, ma è quella che si fa in modo naturale: virus e batteri esistono e vengono eliminati dal nostro organismo. Allontanarci troppo dalla natura o modificare i suoi equilibri, invece, ci porterà a continue catastrofi mondiali, come quella che abbiamo appena vissuto.

Giornata mondiale dell’igiene delle mani 2022: storia e consigli su una pratica quotidiana

Abbiamo sperimentato in questi ultimi due anni, come l’igiene delle mani sia fondamentale per la prevenzione di malattie ed infezioni. Ogni anno dal 2005, il 5 maggio è la Giornata mondiale dell’igiene delle mani, un modo per sensibilizzare tutti verso una pratica così semplice e naturale che, in molti casi, può essere il giusto modo per allontanare infezioni respiratorie e gastrointestinali.

Una giornata a cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tiene molto. Ecco perché, in questo articolo, oltre a ripercorrere la storia dell’igiene delle mani, vedremo alcuni metodi per metterla in pratica, anche in assenza di acqua e sapone.

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Igiene della mani: la storia

La storia dell’igiene delle mani va di pari passo con quella di un medico ungherese, Ignaz Semmelweis. Siamo nell’Europa del 1840, questo medico esercitava all’ospedale di Vienna nel reparto maternità.

Una delle piaghe di quegli anni era la morte delle partorienti a seguito di una strana febbre, chiamata febbre puerperale, poco dopo il parto. Semmelweis analizzò i vari casi documentati negli anni e notò qualcosa.

Le morti erano in maggioranza nei reparti in cui le partorienti erano affidati ai medici che facevano, nella stessa giornata, anche le autopsie a scopo didattico. Erano, invece, molte meno le morti in cui le partorienti erano assistite da levatrici donne.

Lo studio del dott. Semmelweis andò avanti e, ben presto, ricondusse tutto alla mancata igiene delle mani da parte di chi assisteva il parto. La sua teoria si basava, di fatto, sulla trasmissione di agenti patogeni dai cadaveri ispezionati alla sala parto e quindi all’organismo delle partorienti.

A quei tempi, sembra difficile crederlo, ma non era una consuetudine lavarsi le mani e lo studio sui germi e la loro proliferazione sarebbe avvenuto tempo dopo.

Pertanto, sia nelle pratiche quotidiane, sia in ambito medico ed ospedaliero, non era prevista alcuna igiene delle mani. Lo studio del medico ungherese, però, non fu accolto bene: i medici avrebbero dovuto ammettere, di fatto, di aver causato la morte delle loro pazienti.

Semmelweis, così, non poté fare altro che pubblicare i suoi studi, raccogliendoli anche in un libro che non fu mai accolto o riconosciuto dalla comunità medica mondiale. Solo dopo la sua morte, grazie al medico scozzese Joseph Lister la sanificazione delle mani e degli strumenti chirurgici prese piede.

C’è da dire, per completare il racconto, che solo nel recente passato, intorno al 1980, la pratica del lavaggio delle mani in ambito medico fu ufficialmente riconosciuta.  

Igiene delle mani: perché è importante?

Questa scoperta fu molto importante, anche se oggi ci sembra molto naturale lavare le mani dopo la maggior parte delle  nostre attività. Circa l’80% delle malattie viene trasmesso dal contatto con mani non igienizzate correttamente.

Queste mani infette vengono facilmente a contatto con le superfici e quindi con altre mani.Ecco alcune malattie che si diffondono per la mancata igiene delle mani

  • Norovirus: un virus che causa comunemente la gastroenterite virale nell’uomo, a tutte le età. Si diffonde, facilmente, in persone che condividono spazi comuni.

    Può, quindi, accadere in casa, in ufficio, in tutti i luoghi frequentati da persone che condividono uno stesso spazio. Inoltre, è uno dei virus che, a determinate latitudini, può comportare la morte nei bambini sotto i 5 anni, conseguenza di luoghi con scarsa igiene di base e scarsità di acqua pulita.
  • Malattie aeree: come abbiamo avuto modo di conoscere a causa del COVID-19, le malattie respiratorie si diffondono tramite le famose goccioline che vengono respirate, starnutite o tossite in aria.

    Anche le comuni malattie respiratorie come raffreddore, l’influenza sono causate da una scarsa igiene, oltre alle più gravi come varicella e meningite.
  • Infezioni nosocomiali: non è raro, purtroppo, che molte infezioni vengano diffuse proprio in ospedali o strutture mediche. Ecco perché l’igiene delle mani in ambito medico è da mettere al primo posto per medici, pazienti e personale socio-sanitario.
  • Epatite A: altra diffusa malattia è l’epatite A. Un’infezione che può causare gravi sintomi: disfunzione epatica, ittero, dolore addominale, ecc…

Quindi, come vedremo anche più avanti, l’igiene delle mani è di assoluto valore, in un mondo dove per abitudine frequentiamo diversi luoghi e persone. Possiamo definirlo come uno dei metodi più semplici ed efficaci per fare prevenzione.

Igiene delle mani: lavare, igienizzare o sanificare le mani?

C’è una grande differenza tra lavaggio delle mani, sanificazione delle mani e disinfezione delle mani. Il lavaggio delle mani con acqua e sapone rimuove lo sporco, mentre l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol o salviette può ridurre i batteri sulle mani che non sono visibilmente sporche. La disinfezione delle mani è, invece, il passo successivo in termini di efficacia.

A volte le persone usano le parole “pulizia delle mani” e “disinfezione delle mani” in modo intercambiabile, ma questi termini hanno significati diversi.

Infatti, la rimozione dello sporco visibile è una pratica efficace ma non si riferisce all’uccisione dei microrganismi, che si ottiene utilizzando un disinfettante per mani o dispositivo di sanificazione mani.

Il lavaggio delle mani, in pratica, è l’atto di pulire le mani con acqua e sapone per rimuovere germi, sporco e oli grassi. Questo può essere fatto con semplice sapone o aggiungendo un agente antibatterico.

Questo studio norvergese ha dimostrato come il lavaggio con acqua e sapone è più efficace del lavaggio mani con gel, se fatto con determinati criteri.

Nei prossimi paragrafi vedremo come lavarle e perché pensare all’igiene delle mani è importante.

Igiene delle mani: metodi, pro e contro

D’altra parte, acqua e sapone dovrebbero essere usati se le mani sono visibilmente sporche o contaminate da materiale organico. Tale lavaggio è particolarmente importante prima di mangiare o preparare il cibo e dopo aver usato la toilette. Il lavaggio delle mani con il sapone rimuove anche lo sporco e la terra che contengono microrganismi.

Ad ogni modo, come sappiamo, non semprelavarsi le mani e utilizzare gel come igienizzante è un’assicurazione di disinfezione, non quanto l’igienizzazione mani con il plasma freddo.

Per approfondire, leggi plasma freddo sanifica al 99,9% da virus e batteri.

Igiene delle mani: come farla correttamente

L’igiene delle mani è il modo più efficace per ridurre la diffusione dei germi. Non dimenticare di lavare o disinfettare le mani dopo aver tossito, starnutito, soffiato il naso, visitato il bagno e prima di mangiare.

1. Bagnare le mani con acqua corrente.

2. Applicare il sapone liquido. Insaponare vigorosamente tra le dita e sotto le unghie per 30 secondi.

3. Risciacquare con acqua corrente e asciugare accuratamente con un asciugamano pulito o un asciugacapelli.

4. Smaltire gli asciugamani di carta in un contenitore dei rifiuti o smaltire gli asciugamani riutilizzabili in modo appropriato.

Come igienizzare le mani: i tre modi di lavarsi mani

Tuttavia esistono 3 tipologie di lavaggio delle mani, note agli addetti ai lavori.

C’è da fare una premessa.

I microrganismi che popolano le mani  si distinguono in due tipi:

  • flora microbica residente: a questa appartengono i microrganismi degli strati più profondi della cute, che non possono essere rimossi facilmente con il semplice lavaggio delle mani.

  • flora microbica transitoria: questa tipologia, invece, è sugli strati più superficiali della cute. Questi microrganismi si depositano sulle mani in seguito a un contatto diretto con pazienti o superfici infette, ma si può rimuovere facilmente con il lavaggio di routine delle mani.

Tenendo conto di queste informazioni, dovremmo tutti pensare all’igiene delle mani in generale ma, soprattutto, in relazione alle nostre attività ed abitudini quotidiane.

Ecco perché esistono tre tipologie di lavaggio mani, a seconda della durata e di determinati criteri. Abbiamo, quindi:

  • Il lavaggio sociale delle mani (40-60 secondi); include lavaggio con acqua e sapone quando visibilmente sporche, prima di mangiare o dopo aver utilizzato il bagno. In sostituzione si può usare gel o salviette.

  • il lavaggio antisettico delle mani (90 secondi circa); è quello indicato nelle aree ad alto rischio prima di qualsiasi procedura invasiva o dopo il contatto con ferite o materiale biologico.

  • Il lavaggio chirurgico delle mani (5 minuti circa), eseguito con sapone antisettico, è necessario prima di un intervento chirurgico invasivo. Rimuove la flora transitoria, riduce quella residente.

Igiene delle mani: pro e contro dei gel disinfettanti

I gel disinfettanti per le mani sono un modo conveniente per pulire le mani quando acqua e sapone non sono disponibili. I prodotti a base di alcol (in genere dal 60% al 95% di etanolo o isopropanolo), generalmente chiamati “disinfettanti per le mani” o “sfregamenti per le mani”, vengono applicati sul palmo d’una mano e strofinati su tutte le superfici delle mani finché non sono asciutte.

I disinfettanti per le mani a base di alcol devono contenere almeno il 60% di etanolo o il 70% di isopropanolo. In Europa, i detergenti per le mani a base di alcol sono regolamentati dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e possono essere utilizzati, anche se abusare può causare problemi.

Non sono, infatti, così rari i casi di dermatiti da contatto, ne esistono di due tipologie:

  1. Dermatite irritativa da contatto, che è dovuta all’eccessiva rimozione di lipidi della cute, per l’eccessivo sfregamento o utilizzo di gel a base alcolica.
  2. Dermatite allergica da contatto, forse la più diffusa, sviluppata per allergia ai componenti del gel disinfettante stesso.

Inoltre, è facile incappare in errori nell’igienizzazione mani come:

  • Versare una quantità insufficiente di gel
  • Essere troppo rapidi nello sfregamento
  • Pulire eccesso di gel su vestiti o altro
  • Usare il gel sulle mani sporche
  • Usarli in momenti errati

Leggi anche FAQ su GLOW: tutto quello che ci chiede chi lo prova

Sanificare le mani senza igienizzanti

Le tecnologie all’avanguardia che prevedono approcci no-touch potrebbero essere sviluppate per disinfettare completamente le superfici contaminate.

Uno studio, pubblicato online nel gennaio 2022, ha esaminato vari metodi per prevenire la trasmissione di virus e batteri, partendo dalle superfici ed eliminando, parzialmente e gradualmente, i disinfettanti.

Un primo passo verso un tipo di prevenzione che pensa anche agli effetti dannosi dati dall’eccessiva esposizione a prodotti chimici, oltre che alla salute di tutti noi.

Come igienizzare le mani con il plasma freddo

Oltre a queste pratiche di igienizzazione mani già note, abbiamo la sanificazione al plasma freddo.

Un nuovo studio mostra che il plasma freddo può essere utilizzato in applicazioni di sanificazione delle mani senza contatto. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Heliyon, mostra che i getti di plasma freddo possono essere utilizzati per trattare le mani senza la necessità di un contatto diretto con il plasma.

Il plasma è uno stato della materia che si trova in tutto l’universo e si genera quando gli atomi sono spogliati dei loro elettroni, lasciando un mix di ioni caricati positivamente ed elettroni caricati negativamente.

Una soluzione innovativa e sostenibile per l’igiene delle mani è produrre plasma freddo, che può essere prodotto a temperatura ambiente o anche al di sotto delle temperature di congelamento.

Il Non Thermal Plasma è una tecnologia emergente che può essere utilizzata per una vasta gamma di applicazioni, dalla pulizia delle superfici alla medicina, dalla chimica, al settore alimentare e horeca.

Leggi Come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro

Il plasma, in conclusione, ha dimostrato di avere proprietà antimicrobiche, rendendosi utile come disinfettante che può prevenire la diffusione di batteri e virus.

GLOW, prodotto da HT Plasma è il primo dispositivo no touch Non Thermal Plasma (al plasma freddo) pensato per l’igienizzazione mani. Scopri di più

Non Thermal Plasma è il futuro? Ecco come sarà utile

Negli ultimi anni, a causa del COVID-19, abbiamo imparato a nostre spese l’importanza della sanificazione delle mani e delle superfici. Proprio per questo, diversi studiosi stanno testando metodi alternativi di sanificazione, fra tutti si distingue per efficacia il Non Thermal Plasma (Plasma Freddo).

Abbiamo già parlato del plasma freddo in questo articolo, ma oggi affronteremo le varie applicazioni di questa innovativa tecnologia, basandoci su ricerche specifiche. Negli ultimi anni, infatti, sono stati condotti diversi studi per permettere l’applicazione della tecnologia NTP (Non thermal Plasma) in vari campi: da quello della prevenzione, a quello medico-chirurgico, a quello della sanificazione alimentare.

Oltre alle note proprietà antimicrobiche, ci sono delle prospettive che vedono il Non thermal Plasma impiegato nel trattamento di ferite e nelle terapie oncologiche.

Ecco cosa vedremo nel prosieguo dell’articolo:

  • Cos’è la tecnologia NTP
  • Applicazioni del Non thermal Plasma: dalla chimica al medicale
  • Perché è importante saperlo

Leggi anche: Perché l’igienizzazione delle mani sarà importante anche dopo il COVID-19

La Tecnologia Non thermal Plasma in breve

Per chi non conoscesse la tecnologia NTP, possiamo dire che si tratta di un processo chimico che mira a produrre il plasma.

Il plasma è un gas composto da particelle come ioni ed elettroni elettricamente cariche, questo le rende estremamente cariche di energia. Conosciuto come “quarto stato della materia (dopo gas, solidi e liquidi). Il plasma, come detto, ha delle caratteristiche interessanti antimicrobiche ma non solo.

Quando un solido viene riscaldato, si trasforma in liquido e poi da liquido in gas. Se viene applicata una quantità sufficiente di energia al gas, diventa un gas ionizzato noto come plasma, che rappresenta il quarto stato fondamentale della materia.

Da Disinfection and Sterilization Using Plasma Technology: Fundamentals and Future Perspectives for Biological Applications.

Il Non thermal Plasma, nel dettaglio, è detto così perché composto da elettroni e ioni a temperature molto diverse tra loro. Il termine non thermal, infatti, sta a significare che gli ioni del plasma sono a basse temperature, rispetto agli elettroni (possono raggiungere temperature oltre 10 mila gradi).

Ecco prodotto il plasma non termico o Non thermal Plasma. Questa tipologia di plasma, non raggiungendo elevate temperature, può essere utilizzarlo in vari ambiti.

Leggi anche: Università di Padova certifica efficacia GLOW al 99 %

Quali applicazioni per il Non thermal Plasma

Abbiamo già parlato in diversi articoli dell’efficacia del plasma freddo per l’ igienizzazione delle mani e la sanificazione. In generale, però, il Non thermal Plasma è impiegabile in diversi ambiti, perché presenta una concentrazione di energia notevole e delle proprietà davvero uniche, utili in diversi ambiti:

  • chimico
  • alimentare
  • prevenzione
  • medico-chirurgico

Diverse ricerche hanno dimostrato come la tecnologia Non thermal Plasma sia il futuro per svariate applicazioni. Vediamone alcune nel dettaglio.

Applicazioni chimiche del Non thermal Plasma

Senza scendere troppo nel tecnico, il Non thermal Plasma è molto utile in chimica perché, data la grande concentrazione di energia, è un promotore di reazioni chimiche specifiche.

La sua composizione interna, fatta da elettroni caldi e molecole gassose fredde, è capace di creare reazioni di dissociazione o di formazione di elementi. La reattività del plasma freddo alle scariche elettriche, infatti, è riscontrabile in altri elementi ma a temperature molto più alte e, quindi, difficilmente raggiungibili in poco tempo e senza complicazioni.

Infatti, il Non thermal Plasma è utilizzato anche nella produzione di carburante, unendosi con i catalizzatori che favoriscono i processi chimici che convertono elementi chimici in combustibili. In particolare, il NTP è impiegato nella sintesi del metanolo (componente della benzina), in quella del metano.

L’impiego del NTP in processi per la produzione di carburanti alternativi, come quelli ad idrogeno, è una realtà concreta. Per esempio, il Non Thermal Plasma è già utilizzato nel processo di pirolisi.

La pirolisi è un metodo di riscaldamento, in un ambiente controllato con ossigeno limitato, che permette di decomporre i materiali organici tra 400°C e 650°C. Questo processo è maggiormente utilizzato per generare energia (tramite calore, elettricità o combustibili).

La sfida è quella di utilizzare il plasma freddo in questo processo, per aiutare a recuperare altre sostanze chimiche e materiali che di solito vanno perse. Un motivo per cui il Non Thermal Plasma può davvero rappresentare un futuro più verde.

Non Thermal Plasma in ambito alimentare

Il campo in cui il Non thermal Plasma è utilizzato da anni è quello della sanificazione e della prevenzione. Infatti, nell’industria alimentare è ampiamente impiegato per la sterilizzazione delle superfici nella preparazione di cibi o nella preparazione del packaging.

In questo campo, in particolare, vi è una ricerca fatta sul trattamento al Non thermal Plasma di sacchetti per alimenti da sigillare, che ha dato eccellenti risultati.

Dopo i trattamenti al plasma, la conta batterica ha mostrato una riduzione […] significativa. Questi risultati sono stati confermati dalle osservazioni al microscopio elettronico a scansione (SEM) che mostrano batteri o spore alterati e numerosi detriti. Tenendo conto dei microrganismi studiati, il trattamento con plasma di ossigeno ha mostrato la massima efficienza.

Fonte Innovativo processo di disinfezione al plasma non termico all’interno di buste sigillate: valutazione dell’efficacia battericida e sporicida rispetto alle attuali norme di sterilizzazione

In campo alimentare, la tecnologia Non thermal Plasma è quella più utilizzata perché non crea scarti, non inquina ed ha un impatto nullo sugli alimenti, come si evince da questo studio. In particolare, si comprendo come la NTP:

  • non altera la freschezza dei prodotti
  • non incide sulle proprietà nutrizionali
  • elimina germi e batteri e prolunga la conservazione del prodotto

Inoltre, in un’altra interessante ricerca incentrata sui prodotti ittici, si nota come la conservazione del pesce, una volta trattato con plasma freddo, ne prolunghi la conservazione, inattivando germi e batteri che contribuiscono a infettare i prodotti ittici velocemente. (fonte: Principi e applicazioni recenti di nuove tecnologie di trattamento non termico per l’industria ittica: una rassegna).

Non Thermal Plasma nell’agricoltura

Uno studio interessante, sull’efficacia del plasma freddo sulle colture, ha dimostrato che trattando l’acqua di queste colture con la tecnologia al plasma freddo, vi è una maggiore longevità delle piante ed una migliore resa.

In questo senso, infatti, si riduce il ricorso a diserbanti o additivi chimici, sanificando l’acqua da virus e batteri  e permettendo alle colture di crescere più sane e rigogliose.

La ricerca si è basata su serre idroponiche (colture in ambiente controllato) su piante di pomodori, erbe aromatiche, lattuga, fragole ed altre colture destinate al consumo umano. La tecnologia Non thermal plasma ha agito sia sull’acqua, come detto, sia sull’aria dell’ambiente in cui sono cresciute le piante.

I risultati sono stati notevoli: al microscopico si è notato la riduzione dell’80% di virus e batteri sulle piante. In questo modo, la coltivazione con acqua e aria trattate dal Non thermal plasma apre a scenari interessanti, tra tutti il graduale abbandono degli additivi chimici nell’agricoltura.

In particolare, anche il Dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova ha certificato l’efficacia di questa tecnologia applicata all’agricoltura.

Tecnologia al plasma freddo per prevenire la salmonella

Un altro studio, condotto nel 2021, ha rilevato un’efficacia particolare del NTP per quanto riguarda il trattamento di uova per l’eliminazione del batterio della salmonella, diffusissimo nelle uova.

Lo studio, nel dettaglio, si è concentrato su come trattare una superficie più ampia del guscio d’uovo ed in particolare, di come poter trattare più uova contemporaneamente, in modo da avere delle future applicazioni industriali.

Qui è stato utilizzato un nuovo dispositivo NTP con un sistema di getto a doppio ugello rotante, in grado di trattare un’area anziché un punto. Le uova in guscio inoculate con Salmonella enterica sierotipo Enteritidis (SE) sono state collocate su una piattaforma mobile sotto il sistema di getto a doppio ugello rotante.

(Fonte: L’applicazione di un nuovo dispositivo plasma non termico con getti plasma doppi rotanti per l’inattivazione della Salmonella Enteritidis )

Non Thermal Plasma in campo medico

Oltre alle tematiche della prevenzione da virus e batteri, con dispositivi per la sanificazione delle mani e dell’aria, la tecnologia al plasma freddo riserva diverse novità in campo medico.

Plasma freddo nell’ortodonzia

Nell’odontoiatria, in realtà, il plasma freddo è ampiamente utilizzato per la sanificazione di strumenti e il trattamento dei pazienti. In un recente studio sulla gengivectomia, si evince come molti pazienti trattati con tale tecnologia abbiano avuto una rimarginazione delle ferite in pochissimo tempo.

Si può concludere che Non Thermal Plasma migliora l’epitelizzazione e stimola la guarigione delle ferite dopo gengivectomia e gengivoplastica.

(Kusakci-Seker, 2020)

Tecnologia NTP per trattamenti terapeutici

Nel maggio 2021, invece, sono stati pubblicati i risultati di uno studio effettuato su topi da laboratorio, trattati da NTP generato da radio-frequenza. L’obiettivo era quello di stabilire se il plasma freddo avesse delle conseguenze su materiale organico.

I risultati sono stati molto incoraggianti: oltre alla disattivazione batterica, nota proprietà del plasma freddo, si è verificata l’eliminazione delle cellule cancerogene presenti sul tessuto organico delle cavie. Inoltre, le ferite guariscono più rapidamente rispetto ai trattamenti tradizionali. (Rosendo Pena-Eguiluz, 2021)

Altra ricerca specifica sui danni che il plasma freddo ha causato alle cellule tumorali.
Qui vengono analizzati i processi con cui il Non thermal plasma agisce, inattivando i microbi e incidendo sulla morte delle cellule cancerose. (Helena Motaln, 2021).

Si è dimostrato che la NTP (Non thermal Plasma) agisce come antinfiammatorio, stimola i tessuti, migliora il flusso sanguigno e guarisce… è battericida, proapoptotico e antitumorale. La capacità antitumorale della NTP ha portato a stabilire un nuovo campo in medicina chiamato “oncologia del plasma”

Fonte Risposte intracellulari innescate da plasma atmosferico freddo e mezzi attivati ​​​​dal plasma nelle cellule tumorali

In questa ricerca, infatti, le note liete riguardano non solo la capacità di indurre la morte di cellule tumorali nei topi, ma anche la regressione di tumori dopo dei trattamenti al Non thermal Plasma.

Già nel settembre 2017, una ricerca di laboratorio ha evidenziato come il Non thermal Plasma sia aggressivo verso un tumore come l’osteosarcoma (OS). Le conclusioni sono state confortanti, in attesa di verifiche sul tessuto vivo e cavie.

Una volta convalidate per la terapia dell’OS nei modelli preclinici, le terapie al plasma devono essere integrate all’interno di specifiche modalità di trattamento del cancro. Questo potrebbe essere, ad esempio, come strumento adiuvante durante la chemioterapia e la resezione, come potente killer di micrometastasi.

Fonte:  Plasma atmosferico freddo nel trattamento dell’osteosarcoma

Perché la sanificazione al plasma freddo è il futuro?

In definitiva, possiamo dire che la Non thermal Plasma technologies è una di quelle innovazioni che possono davvero far cambiare la vita in tanti ambiti. Dal mondo della chimica, a quello dell’alimentazione e dell’agricoltura.

Nel campo della prevenzione ed in quello medico, abbiamo visto come il trattamento di ferite e di patologie anche gravi (cancro), stia facendo passi in avanti notevoli.
L’innovazione del Non thermal plasma, che dovremmo accogliere, ha moltissimi vantaggi e pochissimi svantaggi.

Ecco perché il plasma freddo rappresenta davvero il futuro. Sia dal punto di vista scientifico, che da quello medico e alimentare, è evidente la sua efficacia nel trattamento di superfici organiche (pelle, organi, alimenti). 

Inoltre, la tecnologia Non thermal Plasma non produce scarti e non inquina, dimostrando una grande versatilità, dato che per produrlo serve semplicemente una carica elettrica controllata a basso voltaggio.

HT Plasma, come azienda innovatrice, ha investito e continuerà ad investire in questa tecnologia, concentrandosi sulla sanificazione e la prevenzione, mantenendo il focus sulla sostenibilità ambientale.

Design GLOW: Intervista agli ideatori del concept prodotto

In questo articolo, continuiamo a scoprire il dietro le quinte di HT Plasma e, in particolare, del  Design GLOW. Dal reparto Ricerca & Sviluppo, al reparto concept & design, passando per quello comunicazione, capiremo come una startup innovativa, tutta italiana, punta a rivoluzionare l’igienizzazione delle mani, uno dei metodi di prevenzione più importanti in questi anni di pandemia. 

Abbiamo incontrato Ivan Fiorin, industrial product designer, tra gli ideatori del concept di GLOW, e ci ha parlato del prodotto e di come lavora un’azienda di design radicata nel territorio ma con contatti e collaborazioni internazionali. 

Siamo stati contattati da HT Plasma in quanto Emo design negli anni ha saputo costruirsi un’esperienza solida nell’ambito del design di prodotto e quindi aveva le caratteristiche evidentemente adatte per accompagnare passo dopo passo l’azienda verso un risultato concreto.  

Siamo rimasti, fin da subito, incuriositi dal tipo di progetto proposto e abbiamo ritenuto potesse essere una buona occasione per metterci alla prova ancora una volta. 

Ivan Fiorin-Industria Product Designer

Come funziona il lavoro di un designer industriale/product designer?  

Un designer di prodotto ha il compito di generare un’idea e renderla fruibile. Se volessimo fare un’analogia, il lavoro in sostanza è molto simile a quello di un sarto.  

Anche lui deve capire le esigenze del cliente, intercettare i trend attuali e futuri, e creare un abito non solo appetibile dal punto di vista estetico ma che sia anche comodo e facile da indossare.  

Nel nostro caso, l’abito diventa un prodotto di consumo che possiamo ritrovare nel nostro quotidiano, che sia uno spazzolino per i denti o una stufa a pellet. 

Design Glow: le fasi della creazione prodotto

Quali sono le fasi che hanno portato alla creazione del concept? e  come si fa a dare vita ad un prodotto che esiste solo nelle idee di ricercatori e scienziati? 

Nel caso specifico di Glow per noi era importante innanzitutto capire quali erano le criticità e le opportunità sul piano esperienziale, in quanto Glow prevede un contatto diretto con la persona durante tutta la fase di igienizzazione.  

Abbiamo lavorato quindi fin dall’inizio per rendere l’utilizzo del prodotto il più piacevole e semplice possibile, analizzando le varie fasi di interazione e capendo come altri prodotti già esistenti nel mercato si comportavano con situazioni analoghe.  

Questo ci ha permesso di creare una serie di idee che sono poi state tradotte in diverse proposte estetiche, partendo da semplici disegni su carta fino ad arrivare a dei modelli 3d realizzati al computer. 

Design GLOW: il processo di igienizzazione 

La forma ed il Design GLOW ha certamente inciso sul suo utilizzo. Ecco perché, è bene ribadire come avviene il processo di igienizzazione e come il suo design ha reso unica l’esperienza di utilizzo di questo dispositivo. 

  • Facile. Glow è un dispositivo compatto e di design, dall’uso facile ed intuitivo. Basta alimentarlo ad una presa di corrente e non avrai più problemi di batterie che si scaricano. 
  • Veloce. In pochi secondi Glow garantisce una sanificazione fino al 99,9% da virus, funghi e batteri non solo sulla pelle ma anche dello spazio sotto le unghie, dove spesso i virus si depositano. 
  • Sicuro. Il processo di disinfezione si conclude automaticamente lasciando le mani perfettamente asciutte e protette sperimentando una user-experience senza precedenti. 

Fornire una soluzione esteticamente accattivante quanto è stato importante per il Design GLOW? Quanto incide l’aspetto estetico per un prodotto che deve essere di pubblica utilità? 

È sicuramente molto importante fornire un certo “appeal” estetico al prodotto, ancor di più forse è bilanciare il suo design in modo che non risulti troppo invasivo una volta collocato nel luogo di utilizzo e che coniughi intenti a volte opposti tra loro. 

Nel caso di Glow, per esempio, volevamo un oggetto che fosse iconico e che comunicasse la tecnologia innovativa al suo interno ma, allo stesso tempo, che trasmettesse affidabilità e fosse accomodante se collocato in ambienti diversi. 

Leggi anche: Faq su GLOW: tutto quello che si chiede chi lo prova 

I vantaggi di GLOW:  

  • Igienizzazione garantita 
  • Innovativo: tecnologia non thermal plasma 
  • Nessuna spesa ricorsiva o manutenzione 
  • Estrema facilità di utilizzo, basta una presa di corrente 
  • Zero impatto ambientale 
  • Realizzato con materiali riciclati 
  • Bassissimo consumo elettrico per generare il plasma freddo

Quali sono i materiali che avete scelto per la realizzazione del DESIGN GLOW? 

Abbiamo utilizzato principalmente delle lastre piegate in alluminio, in quanto questo materiale permette di avere un prodotto solido e duraturo nel tempo, ma anche conveniente dal punto di vista manifatturiero.  

L’altro materiale che ritroviamo nel prodotto è il policarbonato nella parte frontale che oltre a caratterizzarne il design ci ha permesso di inserire un’interfaccia luminosa “a scomparsa” per preservare una certa pulizia estetica dell’oggetto. 

Design GLOW: certificazioni e innovazione made in Italy 

Glow è stato pensato, progettato e prodotto interamente in Italia nel rispetto di tutte le normative vigenti. In particolar modo risulta: 

  • Testato presso i laboratori di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, centro di ricerca in prima linea nel combattere la diffusione del Covid19. 
  • Depositato il brevetto industriale innovativo e tecnologico presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi 
  • Marchiato CE: Prodotti conformi in ogni singolo processo di produzione e lavorazione alle direttive Europee 
  • Testato con prove di compatibilità elettromagnetica (EMC) 
  • Conforme alla direttiva low voltage directive (LVD) 

Ci sono stati diverse varianti di GLOW prima di raggiungere la versione definitiva? 

Si, chiaramente è stato un percorso step by step, per Glow dopo una prima fase di esplorazione creativa più ampia, siamo arrivati a definire due direzioni progettuali ben definite e opposte tra loro.  

Da qui in poi si è trattato solo di capire quale delle due direzioni fosse quella più adatta ai fini del progetto, sviluppando passo dopo passo con il team di HT plasma i cambiamenti necessari per migliorare il design di Glow. 

Ringraziamo Ivan Fiorin ed Emo Design per aver saputo interpretare i nostri desideri con un concept accattivante e ricercato ma al tempo stesso estremamente intuitivo. 

Promuovere l’italianità, l’innovazione e la sostenibilità ambientale è il driver della nostra azienda, sin dal primo giorno.  

Sanificazione delle mani e prevenzione COVID-19 in hotel e strutture ricettive

La primavera, spesso, è il periodo in cui si pianificano viaggi e vacanze e, nonostante la pandemia, sembra che il settore turistico stia ripartendo. Ecco perché è utile fare un focus sulla sanificazione della mani e la prevenzione in hotel e altre strutture ricettive.

Per garantire la salute e il benessere degli ospiti e dei lavoratori negli hotel e nelle strutture ricettive, si dovrebbero seguire determinate regole e norme che, nel corso di questi mesi di pandemia, sono state ribadite anche nel dpcm del 24 marzo 2022.

Ecco perché, in questo articolo, faremo chiarezza su quello che c’è da sapere per i gestori di alberghi e per gli ospiti degli stessi.

In sintesi parleremo:

  • delle forme di check in e pagamento contactless nelle reception,
  • dell’utilizzo di dispenser igienizzanti mani nei corridoi e nelle aree comuni,
  • delle misure di prevenzione come distanziamento sociale e ingressi contingentati in sale congressi, palestre e piscine
  • della pulizia delle camere.
  • della sanificazione hotel in generale

Sanificazione delle mani in albergo: atrio, corridoi, aree comuni

L’industria dell’ospitalità sta lavorando duramente per fornire agli ospiti un soggiorno sicuro e confortevole durante la remissione di questa pandemia. Gli ospiti e i lavoratori sono diventati molto attenti alla pulizia e all’igienizzazione delle mani e delle superfici che vengono toccati.

Gli hotel hanno già intrapreso misure extra per garantire la sicurezza degli ospiti. Gli hotel si sono sempre concentrati sulla pulizia, ma ora stanno anche educando i loro dipendenti alla luce della pandemia.

Per approfondire leggi anche: Come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro.

Oltre ad avere stilato dei vademecum interni per la gestione degli hotel e la pulizia, molti hotel hanno già reinventato molti processi, affinché avvengano senza contatto.

Sanificazione delle mani nell’atrio

La pandemia ha cambiato per sempre il check-in dell’hotel. Gli ospiti possono ora fare il check-in online o attraverso un chiosco self-service senza contatto. Lo stesso vale per le modalità di pagamento: preferire pagamenti di tipo contactless per ridurre i rischi di trasmissione di germi e batteri.

Inoltre, la chiave delle stanze (magnetica e non) viene tenuta dagli ospiti per tutta la durata del viaggio e poi sanificata, prima di assegnarla ad un nuovo ospite della struttura.

Tutti gli alberghi sono dotati di dispositivi di protezione personali certificati, come mascherine, guanti e gel igienizzanti. Inoltre:

• Plexiglass protettivi presso i desk di accoglienza

• Segnaletica di sicurezza sul pavimento

• Invito all’utilizzo dell’ascensore una persona alla volta

Stazioni di sanificazione delle mani nei corridoi

Gli altri ambienti, in cui è stato saggio intervenire con misure di prevenzione, sono i corridoi. In particolare, in questi mesi e in quelli avvenire, è stata applicato un protocollo di sanificazione, molto diffuso:

  • Sanificazione degli ambienti: corridoi, aree comuni e con macchine ionizzanti
  • Pulizia delle superfici nella hall, in reception, sugli elementi di arredo, nei servizi igienici, ascensori e relative pulsantiere ad elevata frequenza di contatto

In fatto di prevenzione, in alberghi e strutture ricettive, l’attenzione deve essere massima. La frequenza con cui avviene il ricambio di ospiti impone un regime di pulizia molto preciso. Queste sono alcune informazioni per gli hotel, alcune sono adottate tuttora per scongiurare il rischio contagio:

  • Postazioni per l’igienizzazione delle mani nell’atrio e nelle sale riunioni.
  • Limitare gli ospiti negli ascensori, se possibile.
  • Disinfettare le chiavi dell’hotel prima del check-in.
  • Pulire frequentemente le aree pubbliche e i dispositivi comuni.
  • Il personale di pulizia indossa guanti e mascherine durante la pulizia delle camere.
  • Permettere al personale di indossare la propria maschera e i propri guanti, se lo desidera.
  • Aumentare la ventilazione nelle sale riunioni.
  • Fornire una colazione preconfezionata in scatola o servire la colazione individualmente ai tavoli.

Aree comuni e altri servizi

Il personale dell’hotel deve pulire le aree comuni: sale congressi, palestre, piscine e centri benessere. Inoltre, deve far arieggiare le stanze e i luoghi di aggregazione e assembramento, utilizzando anche ionizzatori d’aria.

Un ricambio d’aria è fondamentale, anche in una fase remissiva del virus, come quella prevista in questa primavera/estate 2022.

Nel caso di palestre o piscine, va applicato l’avviso del 1 aprile 2022 rilasciato in modo congiunto dal Ministero della Salute e dal Dipartimento dello Sport. Qui si fa specifico riferimento a 5 aspetti fondamentali della prevenzione:

In generale, viene posta l’attenzione ai luoghi di dimensioni esigue in cui è sempre raccomandato l’utilizzo della mascherina e degli ingressi contingentati. All’ingresso e in più punti degli ambienti comuni, è necessario dotarsi di colonnine igienizzanti e favorire la sanificazione delle mani frequente.

Inoltre, si fa un focus sull’igienizzazione delle superfici e sull’aerazione di ambienti comuni, con l’utilizzo anche di ionizzatori per l’aria.

Cucina Hotel: sanificazione delle mani, superfici ed utensili

Le regole per alberghi e strutture ricettive coinvolgono, certamente, anche le cucine e i lavoratori che vivono questi ambienti. Ecco perché, anche in questo caso, è stato stilato un elenco di norme ed avvertenze condiviso da varie istituzioni.

In particolare, si pone l’accento sulla lavaggio delle mani e le misure di prevenzione da adottare durante la preparazione dei cibi, il servizio e la pulizia.

Preparazione degli alimenti

Il personale addetto alla preparazione degli alimenti dovrà aver seguito un apposito corso di aggiornamento sulle norme igienico-sanitarie da adottare in questo particolare periodo di criticità, in conformità alle normative vigenti.

Oltre all’utilizzo di DPI e alla relativa frequenza di cambio, dopo operazioni quali: apertura, chiusura porte di uscita dai locali cucina e svuotamento di contenitori di rifiuti.

Durante il servizio non bisogna toccarsi viso, bocca e occhi con i guanti. Inoltre, ad ogni cambio di guanti si raccomanda l’igienizzazione della mani. Il lavaggio delle mani, come detto, è una delle forme di prevenzione migliore contro le infezioni, forse più efficace dell’indossare i guanti.

Tutti i lavoratori impiegati nel settore alimentare hanno l’obbligo di lavarsi frequentemente e accuratamente le mani, con acqua corrente calda e sapone. I gel disinfettanti mani possono essere un’aggiunta, ma non sostituiscono il lavaggio delle mani.

Preparazione sala

Per facilitare il distanziamento, possono essere utilizzate per la gestione degli ospiti aree aggiuntive interne ed esterne alla struttura ricettiva (spesso utilizzate per altri scopi). I tavoli devono essere distanti almeno un metro l’uno dall’altro, ad eccezione delle famiglie o delle persone che convivono o condividono la stessa stanza.

Gli addetti alla sala, che entrano in contatto diretto con gli alimenti, devono indossare mascherine e devono lavarsi o igienizzarsi frequentemente le mani.

La tovaglia va cambiata ogni volta che si cambia un ospite. Se si utilizza un telo coprimacchia sulla tovaglia, basta sostituire quest’ultimo. Se non è possibile prevedere l’uso di una tovaglia che copra l’intera superficie del tavolo, il tavolo deve essere pulito dopo ogni servizio.

Colonnine Igienizzanti o GLOW? Scopri come igienizzare le mani di clienti e collaboratori senza sprechi, senza inquinare e con una migliore user experience.

Servizio al tavolo e buffet

È indicato il servizio al tavolo con personale adeguatamente munito di guanti e mascherina.

Il servizio a buffet è da consigliare solo se si rispetta il distanziamento e si evita l’affollamento (es. adesivi sui pavimenti, pali, nastro segnaletico di percorso, ecc.).

Gli alimenti esposti nei buffet devono essere adeguatamente protetti. Se non è possibile installare la protezione contro le gocce, gli ospiti e i gestori devono indossare le mascherine. Pinze, cucchiai e altri utensili a disposizione degli ospiti devono essere cambiati frequentemente e riposti in contenitori separati per evitare contaminazioni da contatto.

Durante ogni servizio tutte le superfici del buffet devono essere pulite e disinfettate. Al fine di agevolare lo smaltimento dei dispositivi di protezione individuale utilizzati dagli ospiti, si raccomanda di posizionare i cestini dei rifiuti con pedali o fotocellule all’interno o in prossimità dell’area di gestione.

Lavaggio piatti e stoviglie

Piatti, posate e bicchieri devono essere, necessariamente, lavati e disinfettati in macchine lavastoviglie. Particolare attenzione anche agli utensili che non sono stati utilizzati, anch’essi vanno considerati nel lavaggio se c’è la possibilità che siano stati toccati durante il servizio.

Nell’impossibilità del lavaggio in lavastoviglie, eseguire quello manuale: lavaggio, disinfezione e risciacquo, con asciugatura con carta monouso.

Servizio in camera

Accurato anche il discorso riguardante il servizio in camera. Le pietanze da somministrare, tramite il servizio in camera, vanno trasferite all’interno di appositi contenitori monouso chiusi con coperchio.

Il trasferimento dovrà essere fatto da personale autorizzato e munito di DPI. La velocità del servizio è essenziale per assicurare la minima esposizione alle pietanze in questione.

Asporto

Analogo è il discorso per le pietanze da asporto. Oltre alla preparazione secondo le vigenti norme, i pasti vanno consegnati all’interno di contenitori monouso coperti adeguatamente, evitando la fuoriuscita.

Come sanificare la stanza d’albergo

La sanificazione delle mani è una parte importante nella prevenzione e serve per mantenere i viaggiatori al sicuro negli hotel. Basti pensare a quante cose tocchiamo nel primo minuto in cui entriamo in una nuova stanza d’albergo.

  • Chiave
  • Maniglia della porta o la porta
  • Interruttore luce
  • Telecomando o comandi climatizzazione

Con queste nuove linee guida il personale dell’hotel può fare del suo meglio per contribuire a rendere sicuro qualsiasi soggiorno.

Preparazione della stanza

Il servizio di pulizia della camera include una pulizia completa che prevede l’utilizzo di aspirapolvere e lo straccio del pavimento, la pulizia dei mobili, del bagno e dell’angolo cottura. Il personale delle pulizie rifornisce anche le forniture come articoli da bagno, asciugamani e caffè.

Ecco perché è fondamentale che anche il personale delle pulizie, seppur con i guanti, abbia accesso a dispositivi di igienizzazione delle mani adeguati.

Prima dell’arrivo di qualsiasi ospite, bisogna assicurarsi che la stanza sia stata pulita a fondo. Bisogna anche assicurarsi che, in ogni stanza, circoli aria fresca, non solo per prevenire l’accumulo di odori, ma anche per ridurre il rischio di agenti patogeni trasportati dall’aria nelle stanze.

Pulizia delle stanze

È meglio usare un detergente multiuso per pulire tutte le superfici della camera d’albergo. I detergenti sono particolarmente efficaci nell’uccidere i germi e i batteri sulle superfici dure come i gabinetti, i lavandini, i box doccia e i pavimenti.

Una volta che un ospite se ne va, la stanza deve essere pulita a fondo prima dell’arrivo dell’ospite successivo. Questo significa che tutte le superfici devono essere pulite con salviette disinfettanti o spray, con particolare attenzione alle aree che gli ospiti hanno probabilmente toccato durante il loro soggiorno (come le maniglie delle porte, interruttori della luce e ricevitori del telefono).

Una delle maggiori lamentele che gli ospiti degli hotel fanno sulle loro stanze è l’odore dei disinfettanti. La maggior parte degli hotel usa una combinazione di detergenti pesanti e disinfettanti chimici per assicurarsi che la stanza rimanga senza germi.

Invece, bisogna valutare opzioni di pulizia naturale con acqua e detergenti non aggressivi e che lascino un odore piacevole e non pungente.

Leggi anche: La verità su COVID-19 e inquinamento.

Pulizia di lenzuola e biancheria

Ci sono diversi metodi per pulire le lenzuola e la biancheria degli hotel. Il modo migliore è usare una combinazione di acqua calda e candeggina, seguita da un ciclo di risciacquo senza candeggina. Questo metodo uccide i batteri che possono essere presenti sui panni.

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Sanificazione delle mani in hotel: norme per il viaggiatore

Gli hotel e gli alloggi possono avere molti germi e virus, ma possiamo seguire questi consigli per evitare rischi durante il soggiorno in hotel o in altri luoghi di alloggio.Se hai una particolare catena di hotel che conosci e di cui ti fidi, cerca quella catena quando pianifichi il tuo viaggio. In alternativa:

  • Fai qualche ricerca sulla storia di pulizia dell’hotel.
  • Leggere alcune recensioni aiuta. Cerca, in particolare, menzioni di pulizia, insetti o cimici dei letti. I recensori spesso menzionano tali problemi, quindi potrebbe non essere difficile scoprire se ci sono problemi con l’hotel che stai considerando.

Una volta giunto sul luogo, allora il membro del personale potrebbe dirvi come igienizzano le loro stanze per essere sicuri che questo non accada di nuovo.

  • Igienizzare regolarmente le mani
  • Disinfetta i tuoi bagagli quando arrivi in albergo
  • Tieni il tuo telefono lontano dagli spazi pubblici
  • Usa le carte di credito invece dei contanti quando possibile
  • Dopo aver toccato i pulsanti dell’ascensore e le maniglie delle porte, igienizza o lava le mani
  • Lavati spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, soprattutto dopo essere andato in bagno; prima di mangiare; e dopo esserti soffiato il naso, tossito o starnutito.
  • Usa un disinfettante per le mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol

Conclusioni

In definitiva, essendo la sanificazione delle mani il miglior mezzo di prevenzione, nei contesti in cui non è possibile lavarsi le mani, è utile fornire dispenser igienici per disinfettare le mani. Questo permetterà agli ospiti e agli impiegati di pulirsi le mani regolarmente, oltre a garantire ambienti privi di germi in tutte le stanze dell’hotel.

Sanificare le mani è un must negli hotel e nelle strutture ricettive, a causa dell’alto traffico e del numero di persone che entrano ed escono. Vogliamo, quindi, assicurarci che tutti abbiano accesso a mani pulite, sia in cucina che in tutto l’hotel.

Dai un’occhiata alla tecnologia al plasma freddo su cui si basa GLOW

Nel mondo frenetico in cui viviamo, fatto di viaggi e contatti veloci, i disinfettanti per le mani sono un buon modo per uccidere i batteri, ma non sono il più efficace, né il più efficiente per fermare la diffusione di germi e virus.

FAQ su GLOW: tutto quello che ci chiede chi lo prova

HT Plasma ha deciso di rispondere alle maggiori FAQ su GLOW. Ogni giorno la nostra mail, oltre che i box dei nostri social, sono piene di richieste e domande su GLOW, sul suo funzionamento e su tutti i dettagli relativi all’igienizzazione mani con il plasma freddo.

HT Plasma ha scelto, quindi, di rivolgersi agli utilizzatori finali del dispositivo, ovvero tutte le persone che vogliono sapere come igienizzare le mani senza disinfettanti.

Molti di loro vogliono sapere come evitare gli sprechi di gel, non inquinare ed evitare fastidiose dermatiti da eccessivo uso di alcol.

Ecco perché, in questo articolo, abbiamo raccolto una lista di domande comuni, in modo da ottenere la giusta risposta o consiglio direttamente da chi GLOW lo ha creato.

Tutte le FAQ su GLOW

Una serie di risposte veloci ma esaustive che chiariscono i dubbi sul dispositivo e servono a far conoscere meglio la Non Thermal Plasma Technology, che è alla base di questo rivoluzionario prodotto.

Che cos’è il plasma freddo e cosa lo rende efficace per la disinfezione?

Il plasma è un gas composto da particelle come ioni ed elettroni che sono elettricamente cariche, questo le rende libere di muoversi. Conosciuto come “quarto stato della materia“, il plasma presenta caratteristiche interessanti in ambito sanificazione e disinfezione.

Quando un solido viene riscaldato, si trasforma in liquido e poi da liquido in gas. Se viene applicata una quantità sufficiente di energia al gas, diventa un gas ionizzato noto come plasma, che rappresenta il quarto stato fondamentale della materia.

Ricerca Disinfection and Sterilization Using Plasma Technology: Fundamentals and Future Perspectives for Biological Applications

Il plasma freddo, nello specifico, presenta elettroni e ioni a temperature molto diverse tra loro. Non essendo ad elevate temperature è possibile utilizzarlo con tutte le sue caratteristiche. Esiste, infatti, una Non Thermal Plasma Technology (tecnologia al plasma freddo).

Tra le proprietà più importanti del plasma freddo vi è quella antimicrobica. Infatti, può essere utilizzato per sterilizzare e annientare microrganismi nell’acqua e sulle superfici. Il plasma freddo previene le infezioni agendo direttamente sul metabolismo di virus e batteri, eliminandoli ed impedendo loro di riprodursi.

Per approfondire leggi Cos’è il plasma freddo e perché dovresti saperlo

Nello specifico, GLOW produce plasma freddo all’interno della camera di generazione, utilizzando l’aria circostante. Questa viene ionizzata, dando vita al plasma freddo, che verrà,  immesso nella camera igienizzante dove sono presenti le mani dell’utilizzatore.

GLOW può essere usato su mani screpolate o con lesioni?

Assolutamente sì.
Per ciò che riguarda l’interazione con le cellule umane, il plasma freddo stimola e riattiva il metabolismo cellulare. Questo significa che è un biostimolante e che aiuta le cellule a rigenerarsi e ripararsi. In molti casi, viene utilizzato nel trattamento da ustioni della pelle, proprio perché stimola la rigenerazione dei tessuti danneggiati. Non producendo calore, né radiazioni UV può essere utilizzato quotidianamente sulla cute senza causare alcun tipo di danno.

Cosa prova che GLOW funziona?

Dal punto di vista scientifico, come afferma la ricerca Plasma Freddo, una nuova speranza nell’inattivazione dei virus, la sua efficacia è ormai nota in ambito sanificazione, tanto che lo si sta testando su virus molto resistenti, in alcuni casi mortali, come HIV (responsabile dell’AIDS) e HPV (Papilloma virus).

In Italia, GLOW è stato testato presso l’Università di Padova, da un team di specialisti, anche loro per mesi in prima linea nella lotta contro il Covid-19.

I ricercatori del dipartimento di Medicina Molecolare dell’UniPd hanno testato e appurato il potere antimicrobico del plasma freddo, efficace fino al 99,9% contro virus e batteri, nell’aria e sulle superfici.

Per quanto riguarda GLOW ci sono diverse certificazioni e riconoscimenti che ne attestano l’efficacia in modo comprovato:

  • Depositato il brevetto industriale innovativo e tecnologico presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
  • Marchiato CE: Prodotti conformi in produzione e lavorazione alle direttive Europee
  • Testato con prove di compatibilità elettromagnetica (EMC)
  • Conforme alla direttiva low voltage directive (LVD)

Vengono prodotte sostanze tossiche durante la generazione del plasma?

Assolutamente no.

Come detto, questa tecnologia non utilizza prodotti chimici e non ha alcun impatto sulla salute degli utenti, né sull’ambiente. Ecco perché il plasma freddo e GLOW sono approcci completamente nuovi per l’igienizzazione mani e per diminuire il problema dell’inquinamento da sostanze chimiche e da plastica.

Leggi anche Disinfettanti ed igienizzanti mani: vantaggi e rischi per uomo e ambiente.

Il plasma, come detto nei precedenti articoli, esiste in natura da sempre, basti pensare all’aurora boreale, visibile a certe latitudini. Soltanto di recente, però, è stato possibile riprodurlo in laboratorio. Le sue caratteristiche fisiche e chimiche lo rendono ideale per essere impiegato in vari settori, quello della sanificazione con il plasma freddo è uno dei principali.

Tutte attività che, al momento, contemplano l’utilizzo di prodotti chimici, potenzialmente inquinanti per l’ambiente.

Come faccio a far funzionare GLOW?

Il funzionamento di GLOW è molto semplice ed intuitivo.

Come dal video sopra riportato, basta eseguire poche semplici operazioni:

  • Bisogna inserire entrambe le mani nello spazio dedicato all’igienizzazione,
  • La luce viola si accenderà, dando l’avvio al processo di sanificazione delle mani
  • Durante l’erogazione del gas ionizzato, si percepirà una leggera corrente di aria.
  • Quando avverrà lo spegnimento della luce , sarà il segnale della completa igienizzazione.
  • Sarà, quindi, possibile estrarre le mani

Glow sanifica anche gli spazi sotto le unghie, dove spesso i virus sono presenti in grande quantità, essendo una parte difficile da pulire abitualmente.

Tra le FAQ su GLOW più ricorrenti, troviamo quelle riguardo il consumo e il suo utilizzo.

Quanta corrente consuma il dispositivo?

GLOW è un dispositivo che punta alla sostenibilità e ai bassi consumi, punto cardine di HT Plasma. Il consumo del dispositivo è, pertanto, minimo: tra i 20-30 W in funzione e 0.5W in stand-by.

Basta collegarlo ad una normale presa di corrente a 220v.

Cosa succede se GLOW smette di funzionare?

Il dispositivo ha un’ottima autonomia e resistenza elettrica, frutto di prove e test effettuati nel periodo di sperimentazione ed ingegnerizzazione del dispositivo.

Tuttavia, nel caso di malfunzionamenti, l’assistenza HT Plasma è pronta ad intervenire.

Qual è la sensazione che il gas ionizzato lascia sulle mani?

Non c’è alcun residuo o sensazione di unto o umido. GLOW eroga un getto d’aria che si percepisce all’interno della camera igienizzante in cui si trovano le mani.

Una volta terminata l’erogazione, sulle mani non rimane alcuna sensazione fastidiosa come avviene, invece, con alcuni gel o spray disinfettanti per le mani di natura chimica.

Le FAQ su GLOW più frequenti

Dove posso acquistare GLOW?

Il dispositivo GLOW è acquistabile previo contatto con HT Plasma, che produce e commercializza il dispositivo in tutta Italia. Per informazioni e preventivi, clicca qui.

Hai un hotel o un’attività commerciale? Vieni a vedere come GLOW può risolvere i tuoi problemi di igienizzazione mani.

Perché il dispositivo è più efficiente, sostenibile e delicato sulla pelle rispetto ai tradizionali disinfettanti per le mani?

Abbiamo spiegato, in tanti articoli di questo blog, come siano diversi i vantaggi di questa innovativa tecnologia al plasma freddo per igienizzare e contribuire alla prevenzione antimicrobica. Eccoli riassunti i maggiori vantaggi di GLOW:

  • Non contiene prodotti chimici o additivi. Il risultato è una sensazione di pulito, priva di odore.
  • Ha un’efficacia maggiore contro la tenace resistenza di batteri come  lo stafilococco.
  • Funziona automaticamente in breve tempo
  • Non sporca e non ha bisogno di essere pulito dopo ogni utilizzo
  • Non produce sostanze di scarto di nessun tipo
  • Totalmente sicuro per l’uomo e l’ambiente
  • I tempi di trattamento sono brevi

Questo elenco di FAQ su GLOW sarà sempre aggiornato in base all’user experience del dispositivo.

HT Plasma: intervista al CEO, Dott. Andrea De Masi

Iniziamo a conoscere il team che sta dietro HT PLASMA e il suo prodotto GLOW. Dal reparto Ricerca & Sviluppo, al reparto concept & design, passando per quello comunicazione, capiremo come una startup innovativa, tutta italiana, punta a rivoluzionare il modo di concepire l’igiene delle mani, uno dei metodi di prevenzione più importanti in questi anni di pandemia.

Abbiamo incontrato il Dott. Andrea De Masi, esperto in Ingegneria Informatica e Biomedica con esperienza nel campo delle certificazioni di dispositivi medici al plasma e presidente del CDA di HT Plasma.

Andrea De Masi, insieme agli altri soci di HT Plasma, ci svelerà in una serie di interviste tutto quello che c’è da sapere su GLOW. I valori e gli obiettivi e quali benefici può portare alla comunità l’igienizzazione delle mani con il plasma freddo.

L’idea è stata presentata e premiata nella sua categoria, innovazione industriale, nell’edizione 2020 di StartCup Veneto, competizione finalizzata a premiare idee imprenditoriali e realizzata dalle Università di Verona, Padova, e IUAV di Venezia.

Dott. De Masi
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Dott. De Masi, come e quando nasce l’idea di utilizzare il plasma freddo per l’igienizzazione delle mani. Come nasce GLOW, insomma?

Ho iniziato a conoscere la tecnologia del plasma freddo durante il mio percorso di studi in Ingegneria Biomedica grazie ad una intensa collaborazione con un gruppo di fisici del plasma e microbiologici con i quali si è studiato lo sviluppo di un dispositivo medico che sfruttasse la medesima tecnologia. Dopo alcuni mesi con l’arrivo della pandemia che, in poche settimane, ha cambiato radicalmente le abitudini e il modo di interagire di ognuno di noi, si è pensato di studiare le potenzialità del plasma freddo per combattere la diffusione interumana dei virus. Da qui l’idea di realizzare un dispositivo innovativo per l’igienizzazione delle mani, successivamente chiamato Glow.

Leggi anche: Università di Padova certifica efficacia GLOW al 99 %

Quando e come vi siete resi conto che quello che avevate pensato si poteva realizzare concretamente?

Oltre lo studio teorico molto soddisfacente che ha immediatamente sostenuto la nostra ipotesi di poter combattere la diffusione dei virus grazie alla tecnologia del plasma freddo, affinché l’idea divenisse realtà è stato necessario l’aiuto di un’azienda esperta in sviluppo di dispositivi hi-tech, che oltre a credere nel progetto ci ha permesso di trasformare l’idea di laboratorio in un dispositivo concreto.

Pensa che si possa fare un lavoro di istruzione a largo raggio circa questa tecnologia innovativa? Farla conoscere, insomma, al grande pubblico e farla uscire dal mondo biomedico?

Nell’ultimo periodo la tecnologia al plasma freddo è al centro di numerosi studi in diversi ambiti, non solo medico. Con la pandemia anche il grande pubblico ha iniziato a conoscere sempre più questa tecnologia e numerosi sono, ad esempio i dispositivi per la sanificazione dell’aria in commercio. La strada è ancora lunga per GLOW, ma è necessario investire nell’innovazione, soprattutto ecosostenibile.

GLOW, come detto, è stato testato presso il dipartimento di Medicina Molecolare all’Università di Padova, centro di ricerca in prima linea contro il Covid-19.

Leggi anche Plasma freddo e sanificazione e scopri come in una scuola romana utilizzano questa tecnologia per sanificare.

Quali sono gli scopi che hanno animato la creazione di un dispositivo che igienizza le mani con il plasma freddo?

Innanzitutto gli studi svolti sul plasma freddo hanno dimostrato un’elevata capacità di interagire con le strutture più esterne di virus, batteri e funghi inattivandoli e bloccando la loro diffusione.

Inoltre, la pandemia ha messo in risalto l’inadeguatezza degli strumenti a nostra disposizione, fin da subito i gel igienizzanti erano irreperibili e il loro utilizzo prolungato ha fatto registrare un incremento dell’uso di plastica monouso complessa da smaltire. Da qui l’esigenza di scoprire un metodo innovativo, sicuro e senza effetti collaterali.

GLOW nasce proprio per rispondere all’esigenza di igienizzazione mani contro virus e batteri, senza avere risvolti negativi sull’ambiente e senza soluzioni chimiche che possono inquinare o creare dermatiti a lungo andare.

Prevenzione, sostenibilità e sicurezza sono le parole chiave che guidano dal primo giorno il nostro lavoro in HT Plasma.

I vantaggi di GLOW sono:

Quali sono i valori che muovono HT Plasma e su cui si dovrebbe puntare, secondo voi, in futuro? 

HT Plasma è nata come start up innovativa e in quanto tale tutti i progetti futuri saranno caratterizzati da un elevato valore innovativo e tecnologico. In particolare, poniamo attenzione all’ambiente con prodotti ecosostenibili e infine senza dimenticare lo stile del made in Italy, anche il design ha un suo perché nel nostro prodotto.

La versatilità di GLOW, in effetti, permette di averlo in qualsiasi contesto lavorativo: dagli uffici pubblici e privati, alle cucine di ristoranti e grandi alberghi, dalle Hall ai musei, senza dimenticare piscine, palestre, boutique e gioiellerie. Ecco le domande di tutti coloro che hanno usato GLOW.

Inoltre, in ambiente biomedico come ambulatori, cliniche private, residenze socio-assistenziali. Questi contesti sono tutti potenziali luoghi di diffusione di virus e batteri. Per approfondire leggi Come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro.

Vieni a scoprire Glow, il dispositivo HT Plasma che igienizza le mani con il plasma freddo. Guarda come può essere utile a te ed alla tua attività.

Quali sono le successive applicazioni alle quali state lavorando?

Il reparto di R&D di HT Plasma continua a lavorare sulla tecnologia del plasma freddo per diverse applicazioni. Uno dei campi che stiamo testando è quello della sanificazione di piccoli oggetti di uso quotidiano e non solo.

L’obiettivo è quello di portare l’uso del gas ionizzato, del plasma freddo, quindi, fuori dall’ambiente prettamente medico, dove già si utilizza come sterilizzatore.

In HT Plasma, crediamo che avere un dispositivo dall’efficacia sicura e dalla facilità d’uso aiuterà molti ad essere più attenti all’igienizzazione delle mani, primo baluardo della prevenzione.

Una notizia molto interessante che apre diversi scenari per la sanificazione di oggetti su cui, come abbiamo visto nei precedenti articoli, possono resistere i virus per un tempo più o meno variabile.

HT Plasma si pone come un’azienda innovativa che vuole puntare sull’italianità e sulla sostenibilità ambientale.

Leggi anche: Come promuove GLOW?

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