Month: March 2022

HT Plasma: intervista al CEO, Dott. Andrea De Masi

Iniziamo a conoscere il team che sta dietro HT PLASMA e il suo prodotto GLOW. Dal reparto Ricerca & Sviluppo, al reparto concept & design, passando per quello comunicazione, capiremo come una startup innovativa, tutta italiana, punta a rivoluzionare il modo di concepire l’igiene delle mani, uno dei metodi di prevenzione più importanti in questi anni di pandemia.

Abbiamo incontrato il Dott. Andrea De Masi, esperto in Ingegneria Informatica e Biomedica con esperienza nel campo delle certificazioni di dispositivi medici al plasma e presidente del CDA di HT Plasma.

Andrea De Masi, insieme agli altri soci di HT Plasma, ci svelerà in una serie di interviste tutto quello che c’è da sapere su GLOW. I valori e gli obiettivi e quali benefici può portare alla comunità l’igienizzazione delle mani con il plasma freddo.

L’idea è stata presentata e premiata nella sua categoria, innovazione industriale, nell’edizione 2020 di StartCup Veneto, competizione finalizzata a premiare idee imprenditoriali e realizzata dalle Università di Verona, Padova, e IUAV di Venezia.

Dott. De Masi
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Dott. De Masi, come e quando nasce l’idea di utilizzare il plasma freddo per l’igienizzazione delle mani. Come nasce GLOW, insomma?

Ho iniziato a conoscere la tecnologia del plasma freddo durante il mio percorso di studi in Ingegneria Biomedica grazie ad una intensa collaborazione con un gruppo di fisici del plasma e microbiologici con i quali si è studiato lo sviluppo di un dispositivo medico che sfruttasse la medesima tecnologia. Dopo alcuni mesi con l’arrivo della pandemia che, in poche settimane, ha cambiato radicalmente le abitudini e il modo di interagire di ognuno di noi, si è pensato di studiare le potenzialità del plasma freddo per combattere la diffusione interumana dei virus. Da qui l’idea di realizzare un dispositivo innovativo per l’igienizzazione delle mani, successivamente chiamato Glow.

Leggi anche: Università di Padova certifica efficacia GLOW al 99 %

Quando e come vi siete resi conto che quello che avevate pensato si poteva realizzare concretamente?

Oltre lo studio teorico molto soddisfacente che ha immediatamente sostenuto la nostra ipotesi di poter combattere la diffusione dei virus grazie alla tecnologia del plasma freddo, affinché l’idea divenisse realtà è stato necessario l’aiuto di un’azienda esperta in sviluppo di dispositivi hi-tech, che oltre a credere nel progetto ci ha permesso di trasformare l’idea di laboratorio in un dispositivo concreto.

Pensa che si possa fare un lavoro di istruzione a largo raggio circa questa tecnologia innovativa? Farla conoscere, insomma, al grande pubblico e farla uscire dal mondo biomedico?

Nell’ultimo periodo la tecnologia al plasma freddo è al centro di numerosi studi in diversi ambiti, non solo medico. Con la pandemia anche il grande pubblico ha iniziato a conoscere sempre più questa tecnologia e numerosi sono, ad esempio i dispositivi per la sanificazione dell’aria in commercio. La strada è ancora lunga per GLOW, ma è necessario investire nell’innovazione, soprattutto ecosostenibile.

GLOW, come detto, è stato testato presso il dipartimento di Medicina Molecolare all’Università di Padova, centro di ricerca in prima linea contro il Covid-19.

Leggi anche Plasma freddo e sanificazione e scopri come in una scuola romana utilizzano questa tecnologia per sanificare.

Quali sono gli scopi che hanno animato la creazione di un dispositivo che igienizza le mani con il plasma freddo?

Innanzitutto gli studi svolti sul plasma freddo hanno dimostrato un’elevata capacità di interagire con le strutture più esterne di virus, batteri e funghi inattivandoli e bloccando la loro diffusione.

Inoltre, la pandemia ha messo in risalto l’inadeguatezza degli strumenti a nostra disposizione, fin da subito i gel igienizzanti erano irreperibili e il loro utilizzo prolungato ha fatto registrare un incremento dell’uso di plastica monouso complessa da smaltire. Da qui l’esigenza di scoprire un metodo innovativo, sicuro e senza effetti collaterali.

GLOW nasce proprio per rispondere all’esigenza di igienizzazione mani contro virus e batteri, senza avere risvolti negativi sull’ambiente e senza soluzioni chimiche che possono inquinare o creare dermatiti a lungo andare.

Prevenzione, sostenibilità e sicurezza sono le parole chiave che guidano dal primo giorno il nostro lavoro in HT Plasma.

I vantaggi di GLOW sono:

Quali sono i valori che muovono HT Plasma e su cui si dovrebbe puntare, secondo voi, in futuro? 

HT Plasma è nata come start up innovativa e in quanto tale tutti i progetti futuri saranno caratterizzati da un elevato valore innovativo e tecnologico. In particolare, poniamo attenzione all’ambiente con prodotti ecosostenibili e infine senza dimenticare lo stile del made in Italy, anche il design ha un suo perché nel nostro prodotto.

La versatilità di GLOW, in effetti, permette di averlo in qualsiasi contesto lavorativo: dagli uffici pubblici e privati, alle cucine di ristoranti e grandi alberghi, dalle Hall ai musei, senza dimenticare piscine, palestre, boutique e gioiellerie. Ecco le domande di tutti coloro che hanno usato GLOW.

Inoltre, in ambiente biomedico come ambulatori, cliniche private, residenze socio-assistenziali. Questi contesti sono tutti potenziali luoghi di diffusione di virus e batteri. Per approfondire leggi Come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro.

Vieni a scoprire Glow, il dispositivo HT Plasma che igienizza le mani con il plasma freddo. Guarda come può essere utile a te ed alla tua attività.

Quali sono le successive applicazioni alle quali state lavorando?

Il reparto di R&D di HT Plasma continua a lavorare sulla tecnologia del plasma freddo per diverse applicazioni. Uno dei campi che stiamo testando è quello della sanificazione di piccoli oggetti di uso quotidiano e non solo.

L’obiettivo è quello di portare l’uso del gas ionizzato, del plasma freddo, quindi, fuori dall’ambiente prettamente medico, dove già si utilizza come sterilizzatore.

In HT Plasma, crediamo che avere un dispositivo dall’efficacia sicura e dalla facilità d’uso aiuterà molti ad essere più attenti all’igienizzazione delle mani, primo baluardo della prevenzione.

Una notizia molto interessante che apre diversi scenari per la sanificazione di oggetti su cui, come abbiamo visto nei precedenti articoli, possono resistere i virus per un tempo più o meno variabile.

HT Plasma si pone come un’azienda innovativa che vuole puntare sull’italianità e sulla sostenibilità ambientale.

Leggi anche: Come promuove GLOW?

Disinfettanti ed igienizzanti mani: vantaggi e rischi per uomo e ambiente

La pandemia, tra le altre cose, ci ha lasciato diverse convinzioni. Una su tutte è che la prevenzione è fondamentale. Tutte le misure intraprese, come mascherine, guanti, distanza sociale e igienizzanti mani hanno contribuito a limitare i contagi, rendendo tutti più sensibili in fatto di sanificazione mani e di salute in generale. 

L’altra faccia della medaglia, però, potrebbe essere una prospettiva poco lieta. Infatti, secondo uno studio pubblicato nel maggio 2021, l’abuso o l’uso scriteriato di disinfettanti e igienizzanti può provocare danni a uomo e ambiente.

Il SARS-CoV-2 (COVID-19) è suscettibile ad un’ampia varietà di disinfettanti (Chin et al. 2020) come certificato anche dall’ Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA), i quali eliminano questo ed altri virus, ma che possono essere deleteri per uomo e ambiente.

In questo articolo, ci occuperemo di approfondire questi temi e porremo l’accento su benefici e rischi delligienizzazione mani con prodotti chimici. Ribadendo, in ogni caso, che le norme dettate dall’OMS in fatto di prevenzione sono sempre da seguire.

La sanificazione resta, comunque, una fondamentale misura di prevenzione per impedire la diffusione del Covid-19 e altri virus. Un’efficace igiene delle mani è fondamentale, in quanto uno dei migliori consigli dell’OMS è quello di lavarsi o disinfettarsi frequentemente le mani rispettivamente con sapone o disinfettante per con alcol >60%.

Attenzione a non abusarne, però. Continua a leggere ed informati su quali rischi corriamo noi e l’ambiente ad utilizzare troppi disinfettanti ed igienizzanti mani.

Disinfettanti ed Igienizzanti mani: cosa sono e come funzionano

Abbiamo già affrontato la tematica di come sia più efficace il lavaggio delle mani rispetto a gel vari. C’è da dire che, ovviamente, i disinfettanti e igienizzanti mani sono sempre esistiti, anche se, per ovvi motivi, in tempo di pandemia hanno avuto un consumo largamente diffuso che, spesso, è sfociato nell’abuso.

Disinfettanti o igienizzanti mani: la differenza

La premessa da fare riguarda la differenza tra disinfettanti e igienizzanti mani.

In pratica:

  • i disinfettanti sono agenti chimici utilizzati per inattivare o distruggere i microrganismi batterici,
  • gli igienizzanti, spesso sotto forma di liquido, gel o schiuma, vengono utilizzati per ridurre il numero di microrganismi presenti e per pulire le mani.

La riuscita della disinfezione dai virus è determinata, principalmente, dalle caratteristiche del virus stesso, dalle proprietà dei disinfettanti o igienizzanti e dall’ambiente in cui è presente il virus. Ecco perché è importante sapere su quali superfici i virus sopravvivono più a lungo.

Hai un hotel o un’attività commerciale? Scopri come GLOW può risolvere i tuoi problemi di igienizzazione mani per te e i tuoi clienti.

Perché utilizzare disinfettanti ed igienizzanti mani?

Secondo uno studio firmato dal prof. Van Doremalen (et. al 2020), infatti, il COVID-19 è molto stabile, ovvero sopravvive in ambienti favorevoli. Infatti, Il COVID-19 persiste per durate variabili in diversi ambienti, in particolare:

  • sullo strato esterno delle mascherine chirurgiche per un massimo di 7 giorni;
  • su vetro, plastica, banconote, acciaio inossidabile) varia da 4 a 7 giorni (Chin et al. 2020 ).
  • su legno e tessuto circa 2 giorni (Chin et al. 2020);
  • su acciaio inossidabile e plastica oltre le 72 ore
  • su rame e cartone circa 72 ore

Capiamo bene come la disinfezione di superfici e materiali e l’igiene delle mani sia fondamentale, in generale, ma soprattutto di fronte a questi virus persistenti.

Pertanto, la disinfezione degli ambienti, come uffici, strutture sanitarie, trasporti pubblici, mercati, ristoranti e auditorium, diventa fondamentale.

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Disinfettanti e igienizzanti mani: meccanismo antimicrobico

I disinfettanti, come detto, sono agenti chimici specifici formulati per inattivare o distruggere i microrganismi e comprendono varie classi:

  • detergenti,
  • acidi,
  • agenti ossidanti,
  • alcoli,
  • aldeidi,
  • biguanidi,
  • alogeni,
  • fenoli.

I disinfettanti, come spiega lo studio sopra citato, possiedono vari tipi di meccanismi di eliminazione del virus, come l’ossidazione, l’idrolisi, la denaturazione. In particolare vengono attaccate la membrana lipidica e la membrana citoplasmatica, ovvero la parte esterna delle cellule del virus.

L’alcol (etanolo), presente in molti di questi disinfettanti, agisce provocando danni alle proteine presenti in questi microrganismi. Proprio l’etanolo è utilizzatissimo, poiché agisce sia sulle superfici, sia sulla materia organica (come la pelle delle mani), evaporando rapidamente una volta svolto il suo compito.

Nello specifico, igienizzanti mani con concentrazione di etanolo maggiore del 75% agiscono con elevata potenza virucida, inattivando molte tipologie di virus:

  • lipofili (herpes, influenza);
  • virus idrofili (adenovirus, rhinovirus, enterovirus e rotavirus).

Una concentrazione maggiore del 70% di etanolo e isopropanolo inattivano i CoVid-19 entro 30 secondi. Il cloro, altro componente presente in notevole quantità, provoca l’ossidazione dei lipidi e delle proteine, danneggiando la membrana cellulare dei microbi (McDonnell e Russell 1999).

Disinfettanti ed igienizzanti mani: come sono composti?

Come abbiamo visto, quindi, vi sono molte sostanze che rientrano nella composizione di disinfettanti ed igienizzanti mani e che hanno un ruolo decisivo nella distruzione di microbi, virus e batteri. (Duarte e de Santana 2020)

Ricapitolando, abbiamo, in maggioranza, solventi lipidici come:

  • etanolo,
  • formaldeide,
  • isopropanolo,
  • perossido di idrogeno

Quindi, i reagenti attivi dei disinfettanti per le mani a base di alcol sono etanolo o alcol isopropilico a una concentrazione elevata, circa 60–95% ( Barrett e Babl, 2015). La pandemia di coronavirus ha causato una carenza di disinfettanti per le mani in tutto il mondo (Suthivarakom, 2020 ).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha, quindi, dato delle indicazioni per la preparazione di disinfettanti per le mani, in modo da risparmiare queste sostanze senza ridurne l’efficacia antimicrobica. L’OMS ha suggerito due formulazioni per una produzione di volume inferiore.

Le due formulazioni permettono di ottenere 1 litro di liquido igienizzande miscelando i reagenti come in tabella.

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Formula OMS per igienizzanti mani

Queste sostanze sono sicure, a lungo andare?

Igienizzanti mani: i rischi per l’uomo

Dal punto di vista scientifico, la disinfezione è una forma molto importante di prevenzione e serve per controllare le epidemie da malattie infettive, riducendo il potenziale di contaminazione del virus. Bisogna, però, trovare degli approcci alternativi a sostanze che pur distruggendo i virus, come vedremo, sono potenzialmente dannosi, sia per l’uomo che per l’ambiente.

Rischi per l’uomo

Abbiamo già enunciato le proprietà di igienizzanti e disinfettanti e i benefici derivanti dalla sanificazione delle mani ma, alla luce di diversi studi condotti in questi anni di pandemia, vi sono degli aspetti da chiarire riguardanti la pericolosità in caso di abuso.

Nello studio del novembre 2020, a firma del prof. Adeel Mahmood, infatti, si parla di questi disinfettanti ed igienizzanti mani e della loro pericolosità. Alcune sostanze chimiche hanno un impatto tossico e pericoloso anche sull’ambiente, se rilasciate per evaporazione. Vediamo quali sono le minacce per l’uomo.

  • Inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo. L’American Association of Poison Control Center ha registrato 9504 casi di esposizione a disinfettanti per le mani alcolici nei bambini di età inferiore ai 12 anni.  Se viene inalata anche una piccola quantità di alcol può causare intossicazione nei bambini, provocando stati confusionali, vomito e sonnolenza e nei casi più gravi, arresto respiratorio.

    Nello specifico, l’inalazione, l’ingestione accidentale e l’assorbimento cutaneo in quantità elevate di etanolo, alcool isopropilico e perossido di idrogeno può portare ad una escalation di sintomi. Dai lievi gastroenteriti, a embolia della vena porta, irritazioni della mucosa gastrica, dermatiti ed eczemi.

  • Aumento di altre malattie virali. L’eccessivo uso di disinfettanti ed igienizzanti mani può, paradossalmente, aumentare il rischio di contrarre diverse malattie virali, poiché viene meno la barriera naturale costituita dalla pelle delle mani.

    L’eccessivo sfregamento ed utilizzo di questi disinfettanti rende la pelle secca e la priva di permeabilità, di acqua e di olio naturali che si trovano sulla nostra epidermide e che fanno da primo scudo contro i virus.

  • Resistenza microbica. Un fenomeno diffuso è quello della resistenza microbica. I virus, come tutti gli essere viventi, tendono ad adattarsi e sopravvivere alla forza virucida degli igienizzanti mani. L’uso eccessivo di questi prodotti può renderli, a lungo andare, inefficaci contro le mutazioni che virus e batteri fanno per contrastare l’azione dei disinfettanti.

É importante, quindi, essere parsimoniosi nell’utilizzo di igienizzanti mani a base alcolica, optando, quando è possibile, nel lavaggio delle mani con acqua e sapone o ricorrere a soluzioni alternative.

Stanco di gel igienizzanti mani che sporcano e inquinano? Scopri come GLOW può risolvere i tuoi problemi di igienizzazione mani per te e i tuoi clienti.

Igienizzanti mani: i rischi per l’ambiente

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BioRender.com

Come è facile immaginare, i composti chimici utilizzati all’interno di igienizzanti e disinfettanti mani, ma anche detersivi utilizzati per la sanificazione ambienti, sono deleteri anche per ambiente e fauna.

In particolare, infatti, non è raro che queste sostanze inquinino le falde acquifere o causino la morte di animali che vengono a contatto con residui o materiali di scarto di origine chimica.

Rischi per ambiente e falde acquifere

Diversi studi, hanno constatato come la disinfezione delle acque reflue provenienti da strutture sanitarie, uffici e hotel, sia fondamentale per ridurre al minimo la probabilità di diffusione dell’infezione e di effetti dannosi, tuttavia l’utilizzo di questi disinfettanti può causare danni.

Per approfondire, leggi anche il rapporto tra COVID-19 e inquinamento.

Anche la sanificazione dei pavimenti esterni, strade e mercati, per esempio, contribuisce allo scarico dei disinfettanti nelle acque reflue, quindi in fiumi e laghi (Subpiramaniyam 2021). In particolare le sostanze più inquinanti, presenti in igienizzanti per le mani sono:

  • l’ipoclorito di sodio (comunemente usato per la disinfezione delle acque reflue ospedaliere e nella prevenzione di malattie infettive).
  • I disinfettanti a base di cloro che minacciano la fauna e le piante acquatiche, poiché agiscono sulle loro proteine ​​e ne determinano la distruzione.

Rischi per la fauna

Oltre all’ambiente ed alla flora, sono a rischio alcune specie di animali.

L’uso intensivo di disinfettanti contro virus e batteri, infatti, mette a rischio anche la fauna selvatica urbana (Nabi et al. 2020 ). Parliamo di quelle specie che si adattano a vivere in ambienti urbani, a contatto con uomini e mezzi di trasporto.

La tematica della biodiversità, tra l’altro, ci avvicina sempre all’origine di molti virus mai esistiti prima e sconosciuti alla ricerca scientifica. La convivenza e la vicinanza forzata con specie animali di origine selvatica può, in qualche caso, favorire il salto di specie da parte di numerosi virus.

L’inquinamento delle falde acquifere, inoltre, ha portato alla distruzione di ecosistemi composti da uccelli, donnole ed altri animali che hanno presentato sintomi tossicologici. 

Leggi anche: Sanificare le mani in ambulatori, studi medici e cliniche

Conclusioni

Pertanto, è molto importante valutare alternative ai disinfettanti ed igienizzanti mani in tutti i settori. Anche se i casi di abuso di quantità elevata di queste sostanze sono rare, non sono da sottovalutare le conseguenze a lungo termine della resistenza antimicrobica e le mutazioni di questi microrganismi.

Come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro

Sapevate che una persona in media si tocca la faccia più di 100 volte al giorno?

Oltre a casa, il luogo in cui accade di più è il posto di lavoro. Ecco perché con questo articolo vogliamo parlare di come igienizzare le mani nei luoghi di lavoro.

Durante le 100 volte in cui ci tocchiamo il viso, ovviamente, raccogliamo germi dalle superfici e li trasferiamo ad altre persone e oggetti.

Igienizzare le mani sul posto di lavoro può ridurre il numero di germi diffusi di oltre la metà a beneficio della nostra salute e di quella degli altri.

L’igiene delle mani è un’importante pratica che ci protegge dalle malattie che possono essere trasmesse attraverso il contatto diretto o indiretto con altre persone. Il mezzo più comune di trasmissione di malattie infettive è dovuto all’avere mani non igienizzate correttamente.

Non dobbiamo pensare solo agli operatori sanitari, poiché il rischio di diffusione di infezione per scarsa igienizzazione mani riguarda qualsiasi ambiente lavorativo.

L’articolo di oggi ti guiderà passo dopo passo attraverso le istruzioni su come igienizzare le mani correttamente. Più specificamente, vedremo come sanificare le mani in vari luoghi di lavoro: hotel, saloni di bellezza, musei, negozi, cliniche, studi medici, uffici e locali alimentari.

Come fa un virus a trasmettersi? Dai mezzi pubblici, in ufficio, al supermercato

Sanificazione dei luoghi di lavoro

Prima di parlare di come igienizzare le mani, parliamo in generale di sanificazione degli ambienti di lavoro. Un concetto che, in questi anni di pandemia, abbiamo imparato a conoscere meglio.

La sanificazione, regolata da diversi ordinamenti in seguito allo scoppio del COVID-19, è un complesso di procedimenti che hanno lo scopo di rendere salubre un contesto o un ambiente, tramite delle attività di pulizia, di detergenza e/o la successiva disinfezione. (Riferimento UNI 10585 : 1993)

In questo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità  viene indicato un preciso protocollo relativo alla sanificazione dell’aria e alle misure di prevenzione in ambienti lavorativi. In particolare, si fa una distinzione tra la pulizia, la sanificazione e la disinfezione. Queste attività possono essere svolte singolarmente o simultaneamente, con un unico processo. 

Nello specifico, nel caso in cui vi sia stata la presenza di casi sospetti o di persona con Covid-19, è necessario procedere alla sanificazione dell’ambiente. In particolare, viene indicato il processo:

  • pulizia con acqua e sapone
  • successivamente pulizia con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,1% o con alcol etilico al 75% per superfici più delicate

    (fonte: circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute)

L’auspicio, che lascia intendere anche la circolare, è quello che la sanificazione diventi periodica, anche nei periodi post-covid19. In ottica di prevenzione  è, però, fondamentale la pulizia delle mani.

Ecco perché nei prossimi paragrafi parleremo di come igienizzare le mani ed i motivi per farlo soprattutto nei luoghi di lavoro.

Perché igienizzare le mani sul luogo di lavoro

Igienizzare le mani sul posto di lavoro potrebbe sembrare un’ovvietà, ma molte persone non lo fanno.

In media, secondo alcuni studi statunitensi , solo il 30% circa degli americani si lava le mani regolarmente. E tra quelli che lo fanno, la maggior parte non usa acqua e sapone per il tempo raccomandato, ovvero almeno 20 secondi. Addirittura, per indicare il tempo necessario per farlo, si invita a cantare “Buon compleanno” due volte.

Non lavarsi le mani, però, può avere delle conseguenze piuttosto gravi, soprattutto sul posto di lavoro, dove i germi si diffondono più rapidamente e facilmente. Ecco perché è importante incoraggiare il lavaggio delle mani al lavoro, anche quando finirà il COVID.

Per approfondire, leggi anche perché è importante igienizzare le mani anche dopo il Covid-19

Il tema di come igienizzare le mani correttamente è stato uno degli argomentiprioritari delle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), come riporta questo documento del 1 Aprile 2020, in piena prima ondata. Un focus viene fatto anche dall’Istituto Superiore di Sanità, in questo articolo.

La disinfezione dell’ambiente di lavoro è una priorità prima della ripresa dei normali ambienti di lavoro . Poiché SARS-CoV-2 sopravvive nell’ambiente con persistenza che varia da ore (3 h nell’aria, 4 h su rame e 24 h su cartone) a giorni (da 2 a 3 giorni sia su acciaio inossidabile che su plastica), la disinfezione dei luoghi di lavoro è un imperativo, soprattutto dove sono inevitabili visite pubbliche o assembramenti di folle. Allo stesso modo, SARS-CoV-2 può persistere per giorni su superfici non porose al di sotto dei 22°C e con un’umidità relativa del 65%. Inoltre, è stato rilevato anche su desktop, stampanti, tastiere, maniglie delle porte, guanti.

(ECDC 2020 ; van Doremalen et al. 2020 )
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Igienizzare le mani: lavarle e gel igienizzanti bastano?

In particolare, viene posto l’accento su come vi siano diversi modi di lavare le mani, a seconda del livello di igienizzazione che si vuole raggiungere.

Esistono, infatti, tre tipologie di lavaggio mani, a seconda della durata e altri criteri:

  • Il lavaggio sociale delle mani (40-60 secondi); include lavaggio con acqua e sapone quando visibilmente sporche, prima di mangiare o dopo aver utilizzato il bagno. In sostituzione si possono usare gel e salviette.
  • il lavaggio antisettico delle mani (90 secondi circa); è quello indicato nelle aree ad alto rischio prima di qualsiasi procedura invasiva o dopo il contatto con ferite o materiale biologico.
  • Il lavaggio chirurgico delle mani (5 minuti circa),eseguito con sapone antisettico, è necessario prima di un intervento chirurgico invasivo.

Inoltre, viene chiaramente detto che i guanti non sostituiscono un’accurata pulizia e cura delle mani. A questo proposito, viene indicato che anche la parte sotto le unghie è un luogo in cui si annidano batteri e germi.

Pertanto, è fondamentale per i lavoratori tenere un comportamento in linea con i protocolli imposti in questi mesi dal governo e dalle istituzioni per la salvaguardia della salute mondiale.

A volte però, come dimostra questo studio sulle aree delle mani che vengono trascurate durante il lavaggio, per fretta o poca attenzione l’igienizzazione non viene espletata

Ecco perché, oltre alla sanificazione delle mani e ai gel igienizzanti, HT Plasma propone GLOW che utilizza la tecnologia NTP (Non thermal Plasma) per l’eliminazione di virus e batteri con un’efficacia comprovata fino al 99,9%.

Perché Glow è adatto alla tua attività?

I sistemi di igienizzazione delle mani permettono alle persone di prendersi cura della loro salute, evitando la trasmissione di virus e batteri. Sono anche utilizzati nei luoghi pubblici per evitare la diffusione dell’influenza stagionale.

I benefici dell’uso di GLOW per le mani sono:

  • riduzione della contaminazione incrociata tra le persone;
  • riduzione della diffusione di malattie infettive;
  • eliminazione fino al 99% dei germi sulle mani
  • nessun rischio di dermatiti da sfregamento o allergie
  • nessuno spreco di liquido o produzione di rifiuti plastici
  • limitata contaminazione per contatto diretto con oggetti potenzialmente infetti.

In quali attività può essere impiegato GLOW per igienizzare le mani?
Nei prossimi paragrafi troverai la risposta.

Come igienizzare le mani in ambulatori, case di cura, servizi assistenziali, ospedali

L’igiene delle mani è l’atto di mantenere le mani pulite e senza germi. È uno dei modi più efficaci per evitare di diffondere germi e di ammalarsi per un’infezione. Le pratiche di igiene delle mani possono aiutare a prevenire la diffusione di malattie infettive, come l’influenza e l’infezione da coronavirus.

I microrganismi presenti sulle superfici di sale di attesa, pronto soccorso, camere di degenza, ambulatori medici e odontoiatrici, sono un elemento potenzialmente dannoso per pazienti e personale sanitario, oltre che per gli accompagnatori.

Il ruolo dell’igiene delle mani nel prevenire la diffusione delle infezioni è stato ben documentato. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’igiene delle mani è il modo principale per fermare la diffusione delle infezioni, con ricerche che suggeriscono che il lavaggio delle mani può ridurre le malattie respiratorie, come il raffreddore del 16-21%.

Nelle strutture sanitarie, l’igiene delle mani è considerata una pietra miliare nella cura di base del paziente e una componente importante per migliorare la sicurezza del luogo di degenza.

Le linee guida dell’OMS, citate sopra, sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria forniscono agli operatori sanitari (HCW), agli amministratori degli ospedali e alle autorità sanitarie una revisione approfondita delle prove sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria e raccomandazioni specifiche per migliorare le pratiche e ridurre la trasmissione di microrganismi patogeni a pazienti e HCW.

Come igienizzare le mani è qualcosa di importante da sapere nell’ottica della prevenzione dalle infezioni nelle case di cura e di riposo.

La seguente procedura di igiene delle mani dovrebbe essere eseguita prima e dopo il contatto con i residenti.

Procedura:

1. Assicurarsi che le mani siano pulite e asciutte.
2. Applicare una quantità sufficiente di disinfettante a base di alcol (AHD) sul palmo di una mano (vedere le istruzioni d’uso del produttore).
3. Strofinare le mani insieme, assicurandosi che tutte le aree siano coperte, compreso tra le dita e sotto le unghie, nonché il dorso delle mani.
4. Continuare a strofinare fino a quando il disinfettante alcolico non si è asciugato sulle mani
5. Se è necessario ripetere i punti 1-4.

Bisogna quindi tenere a mente per inservienti, infermieri, medici e pazienti delle strutture mediche che la presenza di microrganismi incide sullo stato di salute delle persone che vivono questi ambienti.

Leggi anche disinfettanti e igienizzanti mani: quali rischi per uomo e ambiente.

Igienizzazione mani per uffici e studi professionali

Anche se in molte realtà è entrato in vigore lo smart working, alcune aziende ed uffici sono già da tempo tornati ad una situazione simile alla normalità pre-covid.

Inoltre, alcune realtà aziendali hanno finestre sigillare e, quindi, il ricambio dell’aria non è assicurato, vi sono esclusivamente climatizzatori. Questo fattore aumenta notevolmente il rischio di contagio come affermato più volte dall’OMS.

Per approfondire, leggi plasma freddo sanifica al 99,9% da virus e batteri.

La scarsa aerazione negli edifici, oltre ad influire sulla produttività, può causare diverse problematiche legate alla salute. Ecco perché igienizzare le mani in ufficio è una pratica da non abbandonare mai, nemmeno dopo il COVID-19.

La maggior parte delle persone associa l’igiene delle mani all’assistenza sanitaria. Ma in verità, la pulizia è altrettanto importante in ufficio.

La ragione principale è semplice: è noto che i germi si diffondono per contatto. Questo significa che semplicemente toccando una superficie sporca si possono diffondere, e viceversa.

In un ambiente d’ufficio, ci sono molti posti dove i germi possono prosperare. Per esempio:

  • Documenti scambiati brevi mano
  • Maniglie delle porte
  • Pulsanti dell’ascensore
  • Interruttori della luce
  • Tastiere e mouse del computer
  • Macchine da caffè e distributori automatici
  • Fontane d’acqua
  • Superfici dei bagni (specialmente rubinetti e maniglie)

L‘igienizzazione delle mani è una parte importante di qualsiasi ufficio o studio professionale.

Uno dei motivi per cui gli studi professionali dovrebbero usare un dispositivo per igienizzare le mani è perché sono esposti a molti germi durante il giorno. Studi professionali come avvocati, medici e dentisti sono in contatto con persone che possono avere malattie contagiose.

È anche importante per gli studi professionali avere un dispositivo per igienizzare le mani quando entrano ed escono dai loro uffici. In questo modo, si impedisce che i virus entrino in contatto con altre persone, al lavoro o in altri luoghi.

Le stazioni di igienizzazione delle mani GLOW sono anche una buona idea per qualsiasi azienda che richiede ai dipendenti di indossare guanti durante il lavoro.

Igienizzazione mani per alberghi e ristoranti

La pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio il settore del turismo e delle strutture ricettive per una buona percentuale. Mai come oggi, quindi, trasmettere un senso di sicurezza a turisti e alle persone che vogliono tornare a vivere la normalità, è fondamentale.

Come datore di lavoro o gestore di un hotel o struttura ricettiva, è dovere assicurarsi che il personale sia adeguatamente formato e abbia accesso agli strumenti necessari per tenere le mani pulite.

I batteri sulle mani si moltiplicano rapidamente – ci vogliono solo 20 minuti perché le cellule della pelle si stacchino dai polpastrelli e vengano sostituite da nuove. Questo spargimento di cellule cutanee è ancora più veloce se le mani non sono idratate. Se si forniscono disinfettanti idratanti per le mani al personale, oltre al normale sapone e all’acqua, si scoprirà che i membri del personale si lavano le mani più spesso perché non le asciugano ?

Un buon modo per raggiungere questo obiettivo è quello di posizionare colonnine GLOW per le mani all’ingresso, nella reception e in altre aree chiave dove i dipendenti e i visitatori possono accedervi facilmente. Collocare dispenser di disinfettante per mani nei bagni è un altro ottimo modo per assicurarsi che la gente li usi.

Un proprietario di un’azienda deve considerare di mettere delle stazioni di igienizzazione delle mani in aree ad alto traffico, specialmente se l’attività comporta la preparazione di cibo o si occupi di accoglienza.

Le cucine sono famose per essere piene di batteri a causa delle molte mani che toccano le superfici durante il giorno. È essenziale per chi lavora nelle cucine lavarsi regolarmente le mani (e usare i guanti di plastica) con acqua e sapone per diminuire le possibilità di contaminazione.

Oltre a collocare prodotti per la disinfezione delle mani intorno al tuo spazio di lavoro, dovresti assicurarti che ci siano molti asciugamani puliti disponibili. Puoi anche mettere poster o cartelli nei bagni pubblici per ricordare alle persone come lavarsi le mani correttamente.

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Igienizzazione mani per saloni e centri estetici

L’industria dei saloni è un settore molto competitivo, dove la qualità del servizio prestato influisce direttamente sulla fedeltà dei clienti. Quindi, per assicurarsi che i clienti siano soddisfatti dei trattamenti ricevuti, è essenziale fornire servizi che soddisfino le loro aspettative e addirittura le superino. Come imprenditore o manager di un’azienda in questo settore, è necessario essere sempre consapevoli della qualità dei servizi forniti. Sarà un fattore decisivo nel determinare se il tuo business avrà successo o meno.

In questa guida affronteremo alcuni degli aspetti più importanti relativi alle buone pratiche di igiene nei saloni e nei centri di bellezza che dovresti conoscere. Il lavaggio delle mani è uno dei fattori più importanti per prevenire la diffusione di malattie e virus. Infatti, come detto, è il modo più efficace per prevenire la diffusione di nuove infezioni.

Saloni, centri di bellezza e nail bar possono essere considerati luoghi in cui l’igiene delle mani è particolarmente importante a causa del contatto fisico e stretto tra clienti e operatori.

In questi luoghi, c’è un alto rischio di contaminazione e trasmissione di germi attraverso le mani.

Inoltre, le persone con un sistema immunitario debole sono più soggette alle infezioni. Per questo motivo, devono poter contare su un ambiente sicuro dove possono ricevere trattamenti in tutta sicurezza.

Secondo le normative in vigore in molti paesi, l’igiene delle mani deve rispettare determinati standard; è quindi essenziale che i prodotti per la sanificazione delle mani siano utilizzati correttamente per garantire la massima efficacia.

Hai un’attività commerciale? Scopri la soluzione ideale di igienizzazione mani più adatta per te

Igienizzazione mani per negozi e boutique

Chi gestisce una boutique o una gioielleria sa bene che comfort, sicurezza ed esclusività sono elementi fondamentali per i propri clienti.

Le gioiellerie e le boutique sono state sottoposte a un’enorme pressione per mantenere i clienti al sicuro durante la pandemia di coronavirus, e la sanificazione delle mani è un piccolo modo per aiutarli.

Le stazioni di disinfettante per mani non sono l’unica soluzione. L’igienizzazione delle mani passa anche per GLOW e il potere antimicrobico del plasma freddo.

Tutte le soluzioni sono interessanti ma, in termini di efficacia per pulire le mani, la scelta dovrebbe dipendere dalle esigenze della tua azienda. In fatto di esclusività e sostenibilità, la soluzione proposta da GLOW fa al caso tuo.

Come igienizzare le mani nei musei e nei luoghi di interesse

I disinfettanti per le mani collocati agli ingressi, alle uscite e in altre aree ad alto traffico aiutano a garantire che tutti abbiano accesso al disinfettante per le mani di cui hanno bisogno quando è necessario.

L’igienizzazione delle mani è un modo efficace per uccidere germi e batteri e fermare la diffusione delle infezioni. Questo può essere particolarmente importante in luoghi dove migliaia di persone transitano ogni giorno, come musei, parchi a tema, zoo, gallerie e altri luoghi di interesse.

Luoghi come questi sono spesso frequentati da molte persone diverse, di tutti i ceti sociali che potrebbero non essere consapevoli di essere portatori di infezioni dannose per gli altri. Fornire un facile accesso al disinfettante per le mani ai tuoi visitatori ti aiuterà a prevenire la diffusione delle infezioni.

Posiziona delle stazioni di igienizzazione delle mani in diversi punti del museo, in modo che i tuoi visitatori non debbano percorrere lunghe distanze per trovarne una. Queste stazioni devono essere collocate in punti strategici e devono essere facili da vedere

Ci sono vari scenari di sanificazione delle mani nei musei e nei luoghi d’interesse che richiedono un sistema robusto e flessibile:

  • Ingressi e uscite del museo o del luogo d’interesse.
  • All’interno dell’edificio, per esempio nelle mostre, nei negozi del museo o nei ristoranti.
  • I servizi igienici.

La sicurezza degli ambienti museali e delle strutture espositive, aperte a grandi quantità di pubblico, è fondamentale per far ripartire il sistema culturale e consentire alle persone un’esperienza completa e soddisfacente.

Come igienizzare le mani: il settore alimentare

Altra categoria merceologica in cui è fondamentale garantire l’ottimale igienizzazione delle mani è il settore alimentare. In tutta la filiera della grande distribuzione, nelle gastronomie e nei negozi di generi alimentari bisogna avere un’attenzione particolare e rispettare standard igienici e protocolli di sanificazione delle aree di lavoro. Qui, più che in ogni altro ambiente, bisogna evitare contaminazioni da batteri, muffe e agenti patogeni presenti in ambienti e superfici e trasmessi dai lavoratori.

Le mani dei dipendenti sono spesso in contatto con le materie prime e se non sono adeguatamente igienizzate, i germi possono essere trasferiti dalle mani al cibo durante la lavorazione. Questo rende la sanificazione delle mani un fattore importante nei sistemi HACCP.

L’igiene delle mani è governata da regole severe in molti paesi, tra cui Belgio, Francia e Germania.

Bisogna ricordare che i disinfettanti per le mani con quantità inferiori di alcol possono non essere così efficaci nell’uccidere alcuni tipi di germi, come il norovirus, una causa comune di epidemie di origine alimentare, secondo la Food and Drug Administration (FDA).

Il codice alimentare raccomanda che tutti i dipendenti si lavino accuratamente le mani con sapone e acqua corrente, in determinate occasioni:

  • prima di iniziare a lavorare,
  • dopo ogni assenza dalla postazione di lavoro,
  • se ha toccato parti del corpo umano nude,
  • dopo aver tossito o starnutito nelle mani,
  • una volta finito di aver usato la toilette
  • prima di indossare i guanti per lavorare con gli alimenti.

Inoltre, come detto nell’articolo introduttivo sul plasma freddo, la tecnologia NTP (Non thermal plasma) è utilizzata già da tempo per la sanificazione di materiale da imballaggio per alimenti e per la sanificazione di superfici utilizzate nelle preparazioni di cibi.

Ecco perché GLOW è l’ideale per la maggior parte delle attività commerciali aperte al pubblico.

GLOW: come nasce, cos’è e come funziona

GLOW nasce dall’intuizione di HT Plasma che, grazie alla tecnologia al plasma freddo, ha messo in commercio questo rivoluzionario dispositivo per l’igienizzazione delle mani. Il potere antimicrobico del plasma freddo è, infatti, da diversi anni, utilizzato in ambienti medico-chirurgici per la sanificazione.

Negli ultimi anni, abbiamo imparato a conoscere bene virus e batteri, oltre alle varie forme di prevenzione. Proprio una di queste, ovvero curare l’igiene delle mani, è diventata uno strumento indispensabile per prevenire la trasmissione di influenza e altri virus.

Ed è proprio qui che entra in gioco questo dispositivo per la sanificazione delle mani.

In questo articolo, quindi, parleremo di GLOW, come funziona, come può essere impiegato e del perché può essere una soluzione efficace e sostenibile sia per l’ambiente, sia a livello economico. 

Un dispositivo a zero sprechi che lascia le mani asciutte e garantisce una igienizzazione efficace contro virus, funghi e batteri.

Come funziona GLOW

GLOW si basa su una tecnologia sviluppata per anni nel campo della ricerca, integrando diverse componenti come la fisica, l’ingegneristica e la microbiologia.

Il plasma, quarto stato della materia, si ottiene portando ad alte temperature gas inerti, o anche semplicemente l’aria.

Il plasma freddo, detto così perché ioni ed elettroni che lo compongono hanno temperature diverse tra loro, viene generato all’interno del dispositivo, applicando tensione elettrica a bassa carica all’aria circostante che viene, quindi, ionizzata.

Questo processo conferisce al plasma appena generato proprietà che interagiscono con gli organismi che lo circondano. Infatti, da una parte ha un’azione riparatrice e biostimolante per le cellule epiteliali dell’uomo, tanto che è utile nel curare ustioni anche gravi; dall’altra è un potente antimicrobico.

Negli anni, infatti, è stato dimostrato come il Non thermal Plasma sia capace di annientare microrganismi e virus. Il plasma interagisce con le cellule microbiche, causandone la morte e impedendone la riproduzione. Infatti, come detto, è uno dei migliori sterilizzatori in campo medico ed ortodontico.

Video Presentazione Glow

Come utilizzare GLOW

Riguardo al funzionamento, come detto, è molto semplice ed intuitivo. Bisogna:

  • Inserire entrambe le mani nell’apposito spazio igienizzante
  • L’accensione della luce darà avvio al processo di igienizzazione
  • Attendere lo spegnimento della luminescenza che indicherà il completamento dell’igienizzazione
  • Durante l’erogazione, si percepisce una debole corrente di aria.

In modo pulito, rapido e chiaro, Glow sanifica non solo la pelle delle mani, ma anche gli spazi sotto le unghie, dove spesso i virus si annidano.

Leggi anche: Università di Padova certifica efficacia GLOW al 99 %

GLOW: la storia e l’idea

HT Plasma nasce con l’idea di sviluppare, produrre e commercializzare una soluzione innovativa per l’igienizzazione delle mani da virus, batteri e funghi. Il COVID scoppiato nell’inverno 2019 ha dato il via al progetto GLOW.

La tecnologia al plasma freddo, come detto, sfrutta il potere antimicrobico del gas ionizzato ricco di ioni, elettroni ad azione antimicrobica. Da subito è apparsa come una rivoluzione rispetto a tutte le soluzioni di igienizzazione sul mercato.

La prima ondata della pandemia da COVID-19, tra febbraio e aprile 2020, ha accelerato il processo di ideazione del concept di GLOW, concretizzatosi poi con l’unione di intenti dei diversi soci, che incarnano le 3 anime dell’azienda: l’area R&D (research and development), l’area ingegneristica e l’area comunicazione e marketing.

Gli obiettivi di GLOW

GLOW si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per l’igienizzazione mani, anche dopo la pandemia, poiché le infezioni da virus e batteri sono sempre più frequenti nel mondo attuale.

Inoltre, GLOW nasce come dispositivo 100% green. Non crea scarti di nessun genere, ha un impatto ambientale quasi nullo (consuma tra i 20 e 30 W in funzione) ed è realizzato con materiali da riciclo. 

L’utilizzo di GLOW su larga scala limiterebbe il consumo di disinfettanti chimici, della plastica dei loro contenitori o di soluzioni usa e getta difficili da smaltire, come guanti e salviette.

Altro obiettivo fondamentale di GLOW è quello di portare l’utilizzo del gas ionizzato nella vita di tutti i giorni. In ambiente scientifico e tecnico, il plasma freddo trova diverse applicazioni, soprattutto, nel campo della sanificazione e della sterilizzazione.

Riconoscimenti

L’idea di GLOW è stata presentata e premiata nella categoria “Innovazione industriale”, nell’edizione 2020 di StartCup Veneto, competizione finalizzata a premiare idee imprenditoriali e realizzata dalle Università di Verona, Padova, e IUAV di Venezia.

Cos’è GLOW

GLOW, come detto, è un dispositivo che tramite il potere antimicrobico del plasma freddo, igienizza le mani. Attualmente, a livello italiano, è un’innovazione e rappresenta una valida alternativa a tutti i metodi di sanificazione mani che conosciamo: gel, spray, lavarsi le mani.

La particolarità di GLOW sta nella rapidità e semplicità di utilizzo: basta introdurre le mani e il dispositivo farà tutto da solo in pochi secondi, senza rischi, né inconvenienti per chi lo usa e senza produzione di scarti da smaltire. Inoltre, ha un peso di 3 kg e funziona a corrente, con un consumo minimo tra i 20-30 W in funzione e 0.5W in stand-by.

Testato presso i laboratori di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, centro di ricerca in prima linea nel combattere la diffusione del Covid19, assicura una disinfezione da virus, funghi e batteri al 99,9%. GLOW non ha pulsanti di accensione e non richiede nessun tipo di installazione, basta solo la corrente elettrica per farlo funzionare.

In questa sua versione per l’igienizzazione delle mani, Glow è stato pensato con due compartimenti isolati l’uno dall’altro. In uno avviene il processo della ionizzazione e quindi viene generato il gas ionizzato, nell’altro, invece, avviene la sanificazione delle mani introducendole, in sicurezza.

Le caratteristiche di GLOW

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Una delle qualità di GLOW è quella di essere 100% made in Italy. Dal concept, allo sviluppo, fino alle certificazioni, si tratta di un prodotto tutto italiano.

In linea con le normative vigenti, in termini di prodotti elettrici, Glow è stato pensato, progettato e prodotto in stabilimenti e laboratori del nostro Paese. Ecco alcune delle sue caratteristiche e specifiche tecniche:

  • Testato presso i laboratori di Medicina Molecolare dell’Università di Padova,
  • Depositato il brevetto industriale innovativo e tecnologico presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
  • Marchiato CE: Prodotti conformi in ogni singolo processo di produzione e lavorazione alle direttive Europee
  • Testato con prove di compatibilità elettromagnetica (EMC)
  • Conforme alla direttiva low voltage directive (LVD)

Nel prossimo paragrafo vedremo i vantaggi di Glow, il primo dispositivo al plasma freddo per l’igienizzazione delle mani.

Vieni a scoprire Glow, il dispositivo HT Plasma che igienizza le mani con il plasma freddo. Guarda come può essere utile a te ed alla tua attività.

GLOW per l’igienizzazione delle mani: perché è importante?

In questi mesi afflitti dal COVID-19, l’igienizzazione delle mani è stata una misura di prevenzione preziosa. Abbiamo già parlato negli scorsi articoli, di come la questione pandemia ha influito sull’ambiente e di come, tali alterazioni, non possono lasciarci tranquilli sulla comparsa di altre epidemie, in futuro.

Ecco perché, ormai da almeno due anni, ogni locale pubblico prevede dei metodi di sanificazione delle mani: quasi sempre gel o colonnine igienizzanti automatiche.

Nonostante dimostri un ruolo benefico nel controllo e nella prevenzione del COVID-19, sussistono preoccupazioni cruciali per quanto riguarda l’uso su larga scala di disinfettanti e disinfestanti, compresi gli effetti collaterali sulla salute umana e animale insieme agli impatti nocivi esercitati sull’ambiente e sull’equilibrio ecologico.

(fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8122186/)

In alcuni casi, infatti, queste soluzioni possono avere delle controindicazioni:

  • Arrossamenti ed irritazione delle mani su pelli delicate come quelle di anziani e bambini
  • Non sono garanzia di sanificazione per tempi e modi poco chiari di sfregamento delle mani
  • Spreco di materiale in molti casi
  • Problemi ambientali legati allo smaltimento della plastica dei contenitori

Tutti problemi che un dispositivo come GLOW non prevede. Infatti, il dispositivo commercializzato da HT Plasma è efficace e sostenibile.

L’igienizzazione è garantita, perché i led di GLOW indicano quando è possibile estrarre le mani, sicuri di aver eseguito la corretta procedure. Questo permette di non avere sprechi inutili di materiale o di energia elettrica.

Glow è un dispositivo a impatto ambientale nullo: non produce scarti e non bisogna smaltire nulla per il suo funzionamento. Non ha, pertanto, alcuna spesa ricorsiva. Inoltre, come detto, è realizzato con materiali riciclati.

Nei prossimi articoli, vedremo come GLOW può essere utile alla tua attività.

Perché l’igienizzazione delle mani sarà importante anche dopo il COVID-19

L’igienizzazione delle mani, insieme al distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine, è stata una delle misure preventive per contrastare il COVID-19. Adesso che sta per finire lo stato di emergenza in Italia, cosa succederà?

Ci sono varie ipotesi sulla fine della pandemia, ciò che appare, tuttavia, chiaro è che non bisogna abbassare la guardia circa la prevenzione e la prudenza avuta finora. In particolare, secondo alcuni pareri autorevoli, una risalita dei contagi, seppur remota, non è del tutto scongiurata.

Pertanto, nonostante il virus stia perdendo forza virale, è bene non perdere le buone abitudini di sanificazione adottate da due anni a questa parte.

In questo articolo, riporteremo studi scientifici, facendo un focus sulle prospettive della pandemia, su quando potremo dire di esserne veramente usciti e sul perché anche post-COVID non dovremmo mai abbassare la guardia in fatto di igiene delle mani e prevenzione in generale.

«Credo che nel momento in cui finirà questa ondata, in primavera, noi avremo ragionevolmente il 95% e forse più degli italiani che avranno una sorta di immunità, cioè saranno protetti chi dal vaccino, chi dalla malattia»,

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova.

Igienizzazione delle mani e COVID-19: perché non abbassare la guardia?

In Italia, quindi, si sta già pensando a togliere qualche restrizione, una volta conclusa la fase emergenziale al 31 marzo. Grazie ai vaccini, infatti, la gestione del virus è rimasta sotto controllo, senza dimenticare le piccole grandi abitudini di prevenzione.

Igienizzazione delle mani e distanza di sicurezza, per esempio, sono delle abitudini che, anche a pandemia conclusa, dovremmo, in qualche caso continuare ad avere. Infatti, con la bella stagione in arrivo e probabile che l’obbligo di mascherine ffp2 non ci sarà più in molte situazione di vita sociale, ma sarebbe bene, come vedremo, continuare ad avere prudenza.  

Ci stiamo avvicinando, probabilmente, al momento in cui trattare il COVID-19 non più come un’emergenza, ma come la normalità. Da pandemia, il virus, quindi, si avvia a diventare endemico?

Ci sono diversi pareri in proposito. Vediamo nel dettaglio tutte le questioni finora sollevate.

Leggi anche: Università di Padova certifica efficacia GLOW al 99 %

Quando finirà la pandemia e quali convinzioni ci lascia?

In alcuni paesi, come nel Regno Unito, si tratta il COVID-19 come se fosse già una malattia endemica, da cui curarsi in maniera seria, ma che è diventata parte della quotidianità della popolazione.

Dal 26 gennaio, infatti, il premier britannico Boris Johnson ha annunciato la decadenza dell’obbligo di mascherina per buona parte delle attività che si svolgono in luoghi al chiuso. Anche la Spagna sta seguendo lo stesso tipo di approccio, anche se con maggiore prudenza ed oculatezza.

«Dobbiamo valutare l’evoluzione del Covid dalla situazione di pandemia vissuta finora verso quella di una malattia endemica» ribadisce Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo. Bisogna, quindi, monitorare l’evoluzione del COVID-19 e trattarla come un’influenza stagionale.

La storia ci insegna che, quasi sicuramente, si andrà verso questa direzione. Ma è già arrivato quel momento?

La malaria, per esempio, è una malattia ancora molto pericolosa e diffusa in zone tropicali, ma è definita endemica. Con attenzione, misure preventive contro le zanzare che la trasmettono e, soprattutto, il vaccino contro la malaria, si combatte ormai da moltissimi anni.  

Stiamo parlando di una malattia che ha una mortalità elevata, in certe zone del mondo e per certe fasce di età, ma pur sempre classificata endemica dall’OMS.

igienizzazione delle mani lavarsi
Igienizzazione delle mani

Il COVID-19 non ha una mortalità tale, ma di certo ci ha lasciato diverse convinzioni, come dimostra questo studio:

  • Il vaccino è la strada per combattere i virus.
  • La misura preventiva dell’igienizzazione delle mani è sempre da praticare.
  • L’utilizzo della mascherina potrebbe periodicamente essere consigliato in alcune situazioni di assembramento, anche in futuro.
  • La più importante precauzione per contenere l’epidemia resta il distanziamento sociale.
  • Oltre ai vaccini, contro le varianti sarà utile proseguire con la ricerca, al fine di  sviluppare farmaci antivirali.
  • La caratteristica più temuta del COVID-19 è stata la sua diffusione virale, che avviene anche attraverso individui asintomatici ma infetti.
  •  Il periodo di incubazione del virus è lungo: la media è stimata intorno a 5 giorni (fino ad un massimo di 14 gg)

Epidemia o Endemia: cosa dicono gli esperti?

In un’intervista a Sky TG24, il virologo Fabrizio Pregliasco, non esclude altre ondate di coronavirus. “…con una capacità di convivenza e terapia sempre più mirata per evitare gli effetti più pesanti a chi subisce la malattia”. Già nei prossimi mesi, ha aggiunto il virologo, “il virus potrebbe avere un andamento endemico. Ipotizzabile un momento di stanca in estate ed un rialzo nelle stagioni invernali”.

Un andamento a detta di Pregliasco, dunque, che ricalcherebbe quello degli ultimi anni, certamente, con più consapevolezza dei comportamenti preventivi che cittadini e istituzioni devono intraprendere per non cadere, nuovamente, nel baratro. Igienizzanti mani, obbligo mascherine in determinati periodi e contesti e agevolazione degli obblighi vaccinali, su tutti.

 L’epidemiologia Eleanor Murray, invece, definisce il concetto di  malattia endemica: “Significa che una persona infetta in media ne contagia un’altra in assenza di misure di contenimento”. Pertanto, è plausibile pensare che il Covid-19 diventi endemico, che non scompaia ma che continuerà ad esistere, in forma stabilizzata.

C’è, invece, chi reputa ancora frettolosa la definizione di endemia, per quanto riguarda il COVID-19.

“Trattare Covid come influenza? Io penso che non sia un atteggiamento giusto”. sostiene Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. “Non bisogna abbassare la guardia. La mortalità oggi è ancora relativamente alta. Sarà la metà del passato, ma c’è ancora. Speriamo che arrivi il momento in cui Covid potrà essere trattato come un’influenza, o come un raffreddore…”.

In un’altra intervista recente, anche Vittoria Colizza, direttrice del laboratorio EPIcx, e consulente del governo francese sulla pandemia,  sostiene che «non sappiamo con quali scale di tempo si va verso l’endemia». Inoltre, rilancia «…Sempre che non non arrivino nuove varianti con maggior patogenicità o evasione immunitaria. Cosa che al momento non si può escludere»

Il microbiologo prof. Andrea Crisanti dell’Università di Padova sostiene che “se permettiamo a questa malattia di diventare endemica, colpirà via via le persone più anziane e inciderà sulla durata della vita media“. Non bisognerà, quindi, togliere quelle misure e prassi quotidiane che aiutano a prevenire la diffusione del virus.

Vieni a scoprire Glow, il dispositivo HT Plasma che igienizza le mani con il plasma freddo. Guarda come può essere utile a te ed alla tua attività.

Cosa pensa la gente sulla fine della pandemia

Un’interessante statistica, invece, è quella dell’IPSOS Group, una società che fa ricerche di mercato internazionali. La ricerca in questione, pubblicata il 1° marzo 2022, ha indagato su un campione internazionale della popolazione appartenente a 33 paesi diversi. Il quesito era incentrato su quanto tempo si dovrà attendere per tornare ad una vita normale, come prima della pandemia. Ecco i risultati:

  • per il 27% degli intervistati bisognerà aspettare più di un anno da ora,
  • il 25% crede che entro l’anno 2022 si tornerà alla alla vita pre-pandemia,
  • per il 20% nei prossimi 6 mesi,
  • mentre il 14% pensa che sia già adesso possibile tornare ad una vita senza restrizioni.

Possiamo notare come più del 66% degli intervistati è cautamente ottimista: pensa, infatti, che per tornare alla normalità ci vogliano almeno altri 6 mesi. Questo dato nasconde ancora il timore per nuove ondate di contagi ed un sentimento generale che la crisi non sia del tutto superata.

Analogo il discorso per gli italiani. Infatti, limitatamente agli intervistati del nostro Paese, Ipsos ha riscontrato che:

  • per il 36% del campione italiano intervistato si dovrà aspettare più di un anno,
  • il 22% pensa, invece, che avverrà entro l’anno 2022,
  • per il 17% entro i prossimi 6 mesi,

Un verdetto anche qui abbastanza cauto, rispetto al tornare alla vita pre-COVID-19, che vede ancora piuttosto lontana la fine di questa pandemia.

Igienizzazione mani, distanza e prudenza: perché non abbandonare queste abitudini?

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Mascherina

Senza creare allarmismi, quella da COVID-19 corriamo il rischio che non sia l’ultima pandemia. A causa di inquinamento e cambiamenti climatici, anche il rapporto tra uomo, natura e animali è cambiato.

“Siamo davvero una specie animale, legata indissolubilmente alle altre”, ha detto David Quammen, nel suo saggio del 2013, “Spillover.” Lo spillover non è altro che il famigerato salto di specie che i virus fanno, spesso da animali a uomini.

Come sappiamo, il salto del coronavirus è avvenuto, probabilmente, dal pipistrello o dal pangolino all’uomo. Ma il COVID-19 è solo l’ultimo spillover in ordine di tempo. Il Sars-Cov-1, l’influenza aviaria, l’ebola, l’HIV e persino il morbillo sono tutti virus che hanno fatto il salto da animale a uomo.
Leggi anche: Biodiversità: cos’è e perché è a rischio?

Ecco perché dobbiamo temere altre pandemie: ce ne sono state in passato ed è plausibile ce ne siano ancora in futuro, soprattutto, se pensiamo agli animali selvatici e a come l’uomo sta cambiando i loro habitat naturali.

Anna Cereseto, ordinario di virologia molecolare al dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’università di Trento ci spiega che “Prima solitamente avviene un salto del virus fra animali selvatici appartenenti a specie diverse, successivamente il virus può essere trasmesso direttamente all’essere umano oppure, più facilmente, c’è un passaggio intermedio, attraverso il bestiame negli allevamenti”.

Inoltre, ci fornisce delucidazioni sulla differenza tra COVID-19 e altri virus, rispetto alla latenza. “La comparsa dei sintomi, peraltro spesso molto leggeri e facilmente confondibili con quelli di altre malattie infettive, avviene qualche giorno dopo il contagio e così il virus ha avuto tutto il tempo di diffondersi nella popolazione, cosa che non è avvenuta ad esempio nella Sars, in cui la malattia si manifestava subito”.

Ci sono altri virus pericolosi come il COVID-19?

Altri coronavirus, dello stesso ceppo del COVID-19, sono presenti sempre nei pipistrelli. C’è da dire però che le malattie molto contagiose, di solito, sono quelle meno letali come dice la stessa Cereseto. “La maggiore trasmissibilità è associata a una letalità solitamente bassa”, infatti “…se i sintomi sono rilevanti e la mortalità è elevata, il malato grave non fa neanche in tempo a contagiare altre persone”.

Il rischio è legato, quindi, alle mutazioni che virus come quello dell’aviaria o dell’ebola potrebbero fare, diventando meno letali ma maggiormente trasmissibili, sfociando in vere pandemie.

Ecco perché le misure di prevenzione come l’igienizzazione delle mani, l’utilizzo di mascherine in alcuni casi e il distanziamento sociale diventano degli strumenti per rendere la vita difficile ai virus.

Perché non abbandonare alcune delle misure di prevenzione

Possiamo affermare, in definitiva, che alcune pratiche saranno fisiologicamente allentate, anche in riferimento alle situazioni ed ai momenti di picco pandemico.

Paolo Bonanni , epidemiologo, professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze, avverte: “Rinunciare di colpo no assolutamente. Dobbiamo aggiustare il tiro e attenuare alcune di queste misure nelle situazioni in cui hanno meno significato. Faccio un esempio: credo che fra un mese o due continuare a mantenere le mascherine all’aperto non avrà molto senso, in condizioni in cui non c’è un affollamento. Per cui certe cose che sono anche da un certo punto di vista difficili da continuare a mantenere, penso che su quello ci potrà essere un rilassamento. Sul fatto di monitorare le dosi di vaccino dobbiamo vedere. Per ora nessuno di noi dice ancora che c’è bisogno di una quarta dose immediata…”

In conclusione, possiamo affermare che è ragionevole pensare come alcune delle misure imposte dal governo avranno una flessione (utilizzo mascherine all’aperto, obblighi vaccinali), ma abitudini come l’igienizzare le mani e la sanificazione in generale, dovrebbero essere una pratica acquisita indispensabile per il futuro.

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