Biodiversità: cos’è e perché è a rischio?
In questo articolo parleremo di un argomento molto attuale: la biodiversità, la quale si collega ai concetti di sostenibilità e prevenzione, che stanno molto a cuore ad HT Plasma e di cui l’azienda si fa promotrice in ogni occasione.
Chiarire il concetto di biodiversità, oltre a produrre conoscenza, serve a sensibilizzare ognuno di noi verso la situazione in cui versa il nostro pianeta.
La perdità di questa essenziale caratteristica del nostro ecosistema comporta due gravi questioni: una in termini di sostenibilità e una in termini biologici.
Se le specie di animali e piante si riducono, virus e batteri animali sapranno, col tempo, adattarsi all’organismo umano. Questo farà sì che ci saranno sempre più malattie che faranno il salto di specie (il COVID-19 o il vaiolo delle scimmie sono un esempio recente).
Parliamo, quindi, di un argomento ancora più grande ed importante dell’inquinamento. Qualcosa che riguarda la sopravvivenza stessa del genere umano e le condizioni essenziali per garantire la vita sulla Terra.
Ecco perché dovresti sapere cosa significa biodiversità e perché clima ed inquinamento sono solo una piccola parte del discorso.
HT Plasma dà massima importanza a questi argomenti, in quanto azienda innovativa rivolta alla sostenibilità e alla prevenzione.
Nei prossimi paragrafi, vedremo insieme perché è importante conoscere certi argomenti e cosa fare per salvaguardare la biodiversità.
Cos’è la biodiversità?
La parola “biodiversità” deriva dalle parole greche bios e divers che significano rispettivamente “vita” e “varietà”. La definizione più ampia di biodiversità è, pertanto, quella che la definisce come la varietà della vita sulla Terra, comprese le specie vegetali e animali e la diversità genetica all’interno e tra le specie.
Si riferisce alle diverse composizioni genetiche di una data specie, come il fatto che tutti gli esseri umani hanno un DNA diverso.
La natura è un sistema intricato di componenti viventi e non viventi che interagiscono tra loro, con l’ambiente e con l’uomo. Quando si parla di biodiversità, si parla della salute di questo sistema.
Quello che facciamo in HT Plasma è pensare a fare prevenzione, puntando alla sostenibilità.
Origini della biodiversità
Il termine è stato coniato da Norman Myers nel 1986 per includere la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi.
La biodiversità è comunemente usata come indicatore di degrado ambientale, ma è anche una misura del benessere. La valutazione nazionale degli ecosistemi del Regno Unito utilizza la biodiversità per valutare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (La conservazione della biodiversità durante una crisi globale: conseguenze e via da seguire)
Il termine è usato per descrivere tutti gli organismi viventi e gli habitat in cui vivono. Comprende, quindi, una serie di specie, dai grandi mammiferi come elefanti e tigri agli organismi microscopici come batteri, funghi e virus.
È importante perché contribuisce al benessere delle persone e del pianeta. Grandi quantità di biodiversità significano una maggiore disponibilità di tutto ciò che vogliamo dalla natura, come cibo, carburante e materiali per costruire le nostre case.
Perché la biodiversità è importante?
La biodiversità è importante perché ci aiuta a capire come funzionano gli ecosistemi, come rispondono ai cambiamenti climatici, modula il clima e i modelli meteorologici, costituisce la base dei nostri farmaci, purifica l’aria e l’acqua e aiuta a controllare i parassiti che possono danneggiare i raccolti.
La diversità della vita sulla Terra è una delle sue caratteristiche più importanti. È una fonte di meraviglia.
“La biodiversità contribuisce allo sviluppo economico attraverso la fornitura di servizi ecosistemici”. (La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica)
La biodiversità è anche un indicatore della salute dell’ambiente. Il suo declino, nell’ultimo secolo, ha coinciso con l’espansione umana in tutto il mondo attraverso l’industrializzazione, l’urbanizzazione e la deforestazione.Pertanto, la biodiversità è a rischio a causa di attività umane come la deforestazione, la pesca eccessiva e l’inquinamento.
I benefici della biodiversità
In definitiva, più specie ci sono in un ecosistema, più è probabile che sia stabile e resistente. La biodiversità, infatti, presenta molti vantaggi:
- Aiuta a sostenere gli ecosistemi. Gli ecosistemi comprendono paesaggi, habitat e organismi come piante, animali e microrganismi (batteri e funghi). Ciò significa che la biodiversità contribuisce a mantenere la fertilità del suolo, la qualità dell’acqua e l’aria pulita.
Contribuisce inoltre a controllare i parassiti, come gli insetti o le erbacce, fornendo cibo ai predatori, come gli uccelli o gli insetti, che si nutrono di questi parassiti. - Garantisce la sicurezza alimentare. Le popolazioni di tutto il mondo fanno affidamento sulla biodiversità per il loro approvvigionamento alimentare, sia direttamente che indirettamente, attraverso la raccolta selvatica o l’allevamento di bestiame (ad esempio, bovini).
Il bestiame mangia erbe che crescono dove un tempo la fauna selvatica viveva liberamente. La biodiversità è importante anche per le medicine: alcune piante possono essere usate per curare malattie come la malaria o il cancro; altre piante possono avere composti che potrebbero essere sviluppati in nuovi farmaci; altre ancora potrebbero avere usi che non abbiamo ancora scoperto. - Contribuisce a fornire materiali per la costruzione di case, la confezione di vestiti e la creazione di prodotti come cosmetici e medicinali a partire da piante o animali (ad esempio, la seta dai bachi da seta).
Perdita della biodiversità: cosa rischiamo?
La rapida perdita di biodiversità è stata definita “la sesta estinzione di massa”, ovvero un evento che potrebbe causare il collasso della civiltà umana, se continua senza controllo. Il rischio concreto è quello che potrebbero verificarsi danni irreversibili agli ecosistemi, dai quali dipendiamo.
La biodiversità è essenziale per la vita umana. Ha un profondo impatto sulla nostra vita quotidiana e sull’ambiente in cui viviamo.
Ci fornisce risorse naturali e garantisce un clima sano e stabile, regolando la temperatura globale e controllando il ciclo del carbonio.
Oltre a queste funzioni vitali, la biodiversità contribuisce a mantenere l’equilibrio della natura, assicurando che gli ecosistemi possono resistere a minacce come il cambiamento climatico o l’inquinamento.
Senza la biodiversità, gli ecosistemi si romperebbero e diventerebbero instabili, portando all’estinzione di alcune specie e mettendo in pericolo la salute umana. Tutto questo può avere un impatto negativo sia sugli animali che sulle piante e, in ultima analisi, anche sull’uomo.
Biodiversità e pandemia
Infatti, dal rapporto di IPBES ( Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) emergono i dati sulle malattie infettive degli ultimi 20 anni.
Ben il 75% di queste malattie è frutto del trasferimento di un virus o batterio dagli animali (quasi sempre selvatici) all’uomo. Il famoso salto di specie (spillover) che ha causato il COVID.
Non è possibile prevedere una pandemia, ma è possibile porre rimedio a quei fattori che possono rapidamente provocarla. La biodiversità, in tal senso, è uno degli argini che si sta rompendo e che può portare ad una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo, direttamente o indirettamente tramite alimenti infetti.
Sono questioni che fanno parte della prevenzione, uno degli elementi cardine di questi ultimi anni. Eppure, malattie come l’ebola, la SARS, il COVID e il vaiolo delle scimmie sono davanti ai nostri occhi.
Da cosa è minacciata la biodiversità?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la biodiversità come “la varietà delle forme di vita sulla Terra”. La diversità della vita è essenziale per il nostro pianeta e i suoi ecosistemi. Perché è minacciata?
La diversità negli ecosistemi sta diminuendo a un ritmo allarmante.
Stiamo perdendo specie a un ritmo da 1.000 a 10.000 volte superiore al tasso naturale di estinzione. Questo accade perché l’uomo si appropria di una quota maggiore delle risorse del pianeta e distrugge gli habitat. Stiamo anche modificando ecosistemi che esistono da milioni di anni, introducendo nuove specie attraverso il commercio, i trasporti e il turismo.
La perdita di biodiversità può avere gravi impatti sulla salute e sul benessere umano, dai cambiamenti climatici alla perdita di risorse naturali.
La più grande minaccia alla biodiversità oggi è rappresentata dalle attività umane non sostenibili.
- la deforestazione,
- l’inquinamento
- cambiamenti climatici.
- La perdita o la distruzione di habitat ed ecosistemi
Queste attività sono causa di un fenomeno noto come “estinzione biologica”.
Vediamole nel dettaglio.
Perdita e degrado degli habitat
La perdita e il degrado degli habitat sono una delle principali minacce alla biodiversità. Può verificarsi attraverso la conversione all’agricoltura o ad altri usi del suolo, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l’inquinamento, le specie invasive e lo stress idrico.
Le regioni più colpite sono le foreste tropicali e le barriere coralline.
- Le foreste sono state disboscate per l’agricoltura e il legname, portando all’estinzione di molte specie. La perdita di habitat si verifica quando le aree naturali vengono disboscate o modificate dall’uomo per essere utilizzate per altri scopi.Quando le foreste vengono abbattute o le praterie trasformate in terreni agricoli, le specie che dipendono da quegli habitat possono non essere più in grado di sopravvivere.
- Le barriere coralline sono state colpite dall’inquinamento causato dallo sviluppo costiero, dalla pesca eccessiva e dai cambiamenti climatici.
La causa principale della perdita di biodiversità è il sovra sfruttamento delle risorse naturali, che comprende l’uso non sostenibile di piante e animali selvatici a scopo alimentare, combustibile o medico.
Il degrado dell’habitat si verifica quando un’area diventa meno adatta al suo scopo originario a causa di attività umane invasive.
Sfruttamento eccessivo delle risorse naturali
Il sovrasfruttamento è l’uso insostenibile di una risorsa fino al suo esaurimento. Può essere intenzionale, come nel caso della pesca eccessiva, o non intenzionale, come quando l’inquinamento riduce la capacità di un ecosistema di sostenere la vita.
Il problema è che gli esseri umani stanno consumando le risorse della Terra ad una velocità superiore a quella con cui possono essere reintegrate. Di conseguenza, molte specie sono sull’orlo dell’estinzione perché i loro habitat scompaiono o diventano inabitabili.
Un esempio, sono i famosi cinghiali che si trovano in alcune zone della periferia di Roma. La cementificazione eccessiva delle costruzioni ha notevolmente modificato il loro habitat, costringendoli, per sopravvivenza, a spingersi in cerca di cibo verso zone troppo vicine all’uomo.
Il sovrasfruttamento è un problema che riguarda sia le risorse rinnovabili, sia quelle non rinnovabili. Quelle non rinnovabili, come i minerali e i combustibili fossili, hanno un’offerta limitata e stanno per esaurirsi.
Le risorse rinnovabili, come gli stock ittici, le foreste e le riserve idriche, sono in grado di ricostituirsi nel tempo, purché non vengono sfruttate eccessivamente.
Quando un numero eccessivo di persone utilizza troppa energia da combustibili fossili o pesca in modo intensivo negli oceani o taglia troppo velocemente le foreste, può generare impatti negativi sugli ecosistemi e sulle specie che fanno affidamento su di essi per il cibo e il riparo.
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Inquinamento
L’inquinamento atmosferico è il principale rischio per la salute umana a livello mondiale. Provoca milioni di morti premature ogni anno e danneggia polmoni, cuore e cervello. Inquina anche le nostre riserve idriche, rendendoci vulnerabili a malattie come la febbre dengue e il colera quando beviamo acqua non pulita o ci facciamo il bagno.
L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra può influire sulla fauna selvatica in molti modi, ad esempio eliminando le fonti di cibo o danneggiando i loro habitat.
La biodiversità è diminuita per milioni di anni a causa della selezione naturale e dell’evoluzione, ma ora la riduzione sta accelerando a causa di attività umane come l’agricoltura, la deforestazione e i cambiamenti climatici.
Se non fermiamo queste minacce, perderemo molte specie per sempre. Leggi come diventare un’azienda plastic-free in 7 passi
La minaccia più grande per la biodiversità è il cambiamento climatico, in particolare il riscaldamento globale, perché influisce su quasi tutti gli aspetti della vita sulla Terra.
Cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici minacciano l’estinzione di molte specie. Ad esempio, il riscaldamento degli oceani potrebbe ridurre la quantità di plancton disponibile per i pesci, intaccando la catena alimentare. Questo potrebbe portare a un crollo delle popolazioni ittiche globali, con impatti devastanti sulle popolazioni che dipendono da loro per il cibo e il reddito.
Il cambiamento climatico si riferisce al riscaldamento globale causato dall’aumento dei livelli di gas a effetto serra nell’atmosfera. I gas serra intrappolano il calore del Sole nella nostra atmosfera, provocandone il riscaldamento in risposta a quei raggi aggiuntivi.
Gli effetti si fanno sentire maggiormente nelle regioni fredde, perché queste aree assorbono il calore più facilmente di quanto non facciano i climi più caldi, ma si stanno verificando in tutto il mondo. In alcuni luoghi, l‘aumento delle temperature si traduce in stagioni di crescita più lunghe; in altri, in eventi meteorologici più estremi come inondazioni e siccità.
L’aumento delle temperature sta provocando lo scioglimento delle calotte glaciali e quindi l’innalzamento del livello del mare, inondando le zone costiere di acqua salata. Questo può avere ripercussioni sulle piante e sugli animali che vi abitano.
Come conosciamo lo stato della biodiversità?
Ci sono molti modi per misurare lo stato della biodiversità. Un approccio consiste nell’esaminare il numero di specie presenti in una determinata area. Questo può essere fatto contando direttamente le specie o stimando il loro numero in base al tempo dedicato alla loro ricerca.
Può essere misurata anche introducendo una nuova specie in un ecosistema e misurando i cambiamenti della comunità nel tempo o confrontando la struttura delle comunità prima e dopo eventi di disturbo (deforestazione, per esempio).
Un altro approccio consiste nell’esaminare la cosiddetta “diversità funzionale”.
In questo caso, si esamina quanti tipi diversi di organismi svolgono funzioni simili in un ecosistema. Ad esempio, quante e quali specie si nutrono di insetti? O quante piante diverse forniscono cibo agli insetti erbivori?
Quest’ultimo approccio può essere utilizzato anche per valutare il funzionamento degli ecosistemi nel loro complesso. Ad esempio, se una foresta ha molte specie arboree diverse ma pochi funghi, potrebbe non essere in grado di abbattere il legno morto in modo efficiente e di restituire le sostanze nutritive al suolo.
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Queste funzioni sono chiamate servizi ecosistemici, perché apportano benefici diretti alle persone, come aria pulita, acqua e produzione di cibo. La definizione esatta di biodiversità intende il numero di specie diverse presenti in una determinata area. Si tratta della cosiddetta ricchezza di specie.
Più specie ci sono in un ambiente, più è complesso e più sarà stabile nel tempo. Lo stesso principio si applica agli ecosistemi: più biodiversità significa meno rischio di collasso di un ecosistema a causa di malattie o disastri naturali.
Possiamo arrestare la perdita di biodiversità?
La Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità è stata istituita nel 1992 con l’obiettivo di prevenire la perdita di questa caratteristica vitale della Terra. L’obiettivo è quello di proteggere gli habitat e le specie più minacciate dall’eccessivo sfruttamento e dalla distruzione dell’habitat naturale, tramite programmi di utilizzo sostenibile.
Parliamo di schemi di gestione sostenibile delle foreste e della pesca, ovvero programmi che devono, ovviamente, includere le comunità locali nei processi decisionali.
I principali rimedi alla perdita di biodiversità sono:
1. Preservare gli habitat e gli ecosistemi esistenti proteggendoli dalle attività umane. Ciò include l’istituzione di riserve naturali, parchi nazionali e altre aree protette che limitano le attività umane all’interno dei loro confini.
2. Ripristinare gli habitat e gli ecosistemi degradati rimuovendo o controllando le specie invasive e reintroducendo le specie autoctone che sono state spostate dalle attività umane. Questo è stato fatto con successo in molte aree del mondo, come ad esempio in alcune zone dell’Australia, dove le specie invasive sono state rimosse e le piante autoctone sono state reintrodotte per ripristinare l’ecosistema originale.
3. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo che le temperature globali non aumentino di oltre 2°C rispetto ai livelli preindustriali (l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi). Come abbiamo visto durante il lockdown, la diminuzione di emissioni di CO2 nell’aria per il fermo delle auto e delle fabbriche ha dato l’idea dei benefici che avremmo.
4. Aumentare i processi di riforestazione e le pratiche di gestione forestale (come la riduzione del disboscamento), la permacultura, le pratiche di conservazione senza lavorazione del terreno (come l’agricoltura ) e le pratiche di conservazione degli oceani (come le aree marine protette).
Gli approcci adottati per raggiungere questo obiettivo possono essere diversi:
- collaborazione con gli agricoltori per la protezione degli habitat,
- legislazione ad hoc a livello nazionale,
- accordi internazionali come la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD)
Conclusione
Pertanto, sarà indispensabile tenere conto del ruolo dei cambiamenti climatici, direttamente dipendenti dall’inquinamento atmosferico e del sovra sfruttamento delle risorse che ricade nel degrado di habitat ed ecosistemi.
La Terra e la nostra salute dipenderanno sempre più dai nostri sforzi nel ripensare al nostro rapporto con la natura e nel ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Contenendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità e aumentando il livello di conservazione della natura.