In questo articolo, continua il viaggio dietro le quinte di HT Plasma, in particolare ci occuperemo delle strategie di comunicazione per promuovere GLOW.
Parlando con Anna D’Amico, co-founder e Marketing Manager di HT Plasma, cercheremo di capire le difficoltà, le iniziative ed i successi che una startup innovativa come HT Plasma ha dovuto affrontare, sostenuto ed ottenuto per presentarsi sul mercato e promuovere GLOW, una rivoluzione nell’igienizzazione delle mani.
La tecnologia innovativa del plasma freddo è già alla nostra portata, dobbiamo solo farla conoscere.
Anna D’Amico-Co-Founder e Marketing Manager di HT Plasma
Gli esordi: com’è nato il progetto
Anna com’è ti sei avvicinata al progetto che ha dato vita ad HT Plasma?
Tutto è nato quando un mio amico, ora anche socio, mi chiese di realizzare un piano di marketing per partecipare ad una competizione che vuole promuovere idee imprenditoriali innovative, la Start Cup Veneto edizione 2020.
In quell’occasione ricordo che non avevo idea di cosa fosse il Plasma Freddo.
La competizione alla fine la vincemmo e da lì si concretizzò la possibilità di dare seguito al progetto imprenditoriale, che mirava a utilizzare il potere antimicrobico del plasma freddo per la sanificazione delle mani.
Nel febbraio del 2021 abbiamo costituito la start up innovativa HT Plasma.
Promuovere GLOW: le strategie utilizzate
Quali sono le strategie migliori per lanciare un prodotto innovativo come GLOW (dato che non esisteva un omologo sul mercato)?
Premesso che le strategie vanno sempre testate, adattate e riadattate;
la prima fase dell’attività di marketing che abbiamo svolto ha riguardato l’analisi. Abbiamo studiato il mercato e i concorrenti che propongono soluzioni per ottenere il nostro stesso risultato, ossia igienizzare le mani da virus e batteri. Dopo di che ci siamo focalizzati sul target e abbiamo indagato le principali problematiche della nostra potenziale clientela.
Un passo molto importante è stato disegnare la nostra identità, dandoci una forma concreta e reale.
Successivamente siamo passati all’azione. Abbiamo realizzato un video che raccontasse il nostro prodotto e abbiamo cominciato ad elaborare contenuti.
Lavoriamo moltissimo sulla comunicazione, tramite il blog e i social, per far conoscere la tecnologia e i suoi vantaggi non solo nel mondo della sanificazione.
Sicuramente, il fatto che vendiamo un dispositivo che non esiste in commercio ci ha messi nella condizione di ripensare alle classiche strategie digitali ed individuarne di nuove.
Le vendite che stiamo effettuando ci dicono che abbiamo intrapreso la strada corretta. Ovviamente, siamo solo all’inizio del nostro percorso ma siamo estremamente fiduciosi.
Promozione di GLOW: i valori
Quali sono i valori su cui si fonda HT Plasma e come cercate di trasferirli con la vs. comunicazione?
La nostra start up è nata per dare una risposta concreta e innovativa al tema dell’igienizzazione mani che, dato il particolare momento storico, ha cambiato le nostre abitudini in tema di igiene e salute.
Da una parte i nostri dispositivi con tecnologia al plasma freddo si pongono come soluzione per arginare la diffusione di virus e batteri, contribuendo ad affrontare il problema della propagazione interumana di altre infezioni come influenza, raffreddore ma anche lo scambio di batteri antibiotico resistenti.
Dall’altra parte, puntiamo alla sostenibilità dei nostri dispositivi. Infatti, non generano scarti e vengono realizzati con materiali riciclabili.
Con queste premesse ci poniamo come alternativa all’uso di disinfettanti chimici che si avvalgono della plastica per il confezionamento o altre soluzioni usa e getta come guanti e salviette.
La nostra vuole essere una comunicazione semplice ed efficace. L’obiettivo è quello di raccontare quello che facciamo e il motivo per cui lo facciamo.
Le difficoltà nel promuovere GLOW
Quanto è stato difficile istruire le persone su argomenti come l’importanza della prevenzione o la tecnologia al plasma freddo?
La prevenzione è un tema centrale nella nostra comunicazione. Secondo un’indagine del Laboratorio di Ricerca sul Lavaggio delle Mani dell’Università di Clemson, solo una persona su cinque si lava le mani dopo aver fatto la spesa. Questo vuol dire che c’è ancora tanta strada da fare, a livello di consapevolezza, sull’importanza di questo semplice gesto.
Per quanto riguarda la tecnologia del plasma freddo, l’innovazione è una parola che piace a tutti. La principale difficoltà ritengo che sia quella di riuscire a comunicare in modo efficace e semplice. Parliamo di grandi temi, ma vogliamo farlo con la freschezza che contraddistingue una realtà giovane e dinamica, come la nostra.
Come promuovere GLOW: gli obiettivi
A livello di comunicazione, quali sono i prossimi obiettivi di HT Plasma e GLOW?
La nostra strategia di comunicazione vuole approdare anche su altri mezzi di comunicazione: giornali, radio, reti televisive. Vogliamo che la tecnologia del plasma freddo e il nostro dispositivo diventino parte delle vite delle persone.
Il gesto quotidiano di igienizzarsi le mani può essere fatto anche in modo sostenibile per l’ambiente e senza usare sostanze alcoliche che generano problematiche cutanee e non solo.
Continueremo e implementeremo il nostro percorso di comunicazione per far conoscere i vantaggi del plasma freddo in svariati ambiti utili all’uomo. Vogliamo che il plasma freddo non sia una tecnologia ad uso esclusivo del mondo della ricerca scientifica ma che trovi applicazioni in soluzioni che fanno parte della nostra quotidianità.
L’arrivo dell’estate è sempre un momento di spensieratezza che, in alcuni casi, può portare ad essere poco inclini ad osservare regole di prevenzione come lavare le mani.
In questi mesi, la sanificazione delle mani è stato uno dei migliori mezzi di prevenzione da adottare a tutti i livelli. Viaggiare senza sapere come lavare le mani mentre si è fuori casa o su un mezzo di trasporto o prima di mangiare sono tutte situazioni a cui dare la giusta attenzione.
Questo articolo vuole fare da monito, senza creare allarmismi, circa la buona abitudine dell’igiene delle mani, acquisita in questi anni di pandemia e che, per via dell’allentamento delle restrizioni, potrebbe perdersi per strada.
Uno dei modi migliori per evitare di venire a contatto con germi e batteri, durante le vacanze, sarebbe quello di toccare poco o nulla. Tuttavia, questo è praticamente impossibile. Cosa succede se bisogna usare un bancomat? Toccare la maniglia delle porte?
Ecco molte situazioni in cui è importante lavarsi le mani prima di mangiare o di toccarsi il viso.
Come lavare le mani in viaggio
Lavarsi le mani è l’aspetto più importante – e spesso più trascurato – per mantenersi in salute durante il viaggio.
Ci si può ammalare a causa di ciò che si tocca, quindi è importante lavarsi le mani frequentemente e accuratamente durante viaggi o vacanze.
Il Centers for Disease Control and Prevention raccomanda di lavarsi le mani con acqua e sapone per 20 secondi prima di mangiare o preparare il cibo, dopo aver usato il bagno e prima di maneggiare il cibo. Questo vale anche per chi tocca gli animali e cambia i pannolini.
Ecco alcuni rapidi consigli su come lavare le mani in viaggio:
Lavarsi le mani con acqua calda e sapone. Il sapone aiuta a rimuovere i germi dalla pelle, mentre l’acqua calda aiuta ad aprire i pori per pulirli facilmente. Il lavaggio con acqua calda è utile anche nelle giornate fredde, quando le temperature rigide tendono a far seccare le mani più rapidamente del solito.
Usate un disinfettante per le mani, solo se acqua e sapone non sono disponibili. Gli igienizzanti per le mani sono progettati per uccidere i germi al contatto, ma non sono efficaci come il lavaggio con acqua e sapone perché non puliscono bene la pelle.
Secondo il CDC, gli igienizzanti per le mani dovrebbero essere usati solo quando non sono disponibili altri mezzi di igienizzazione (come il sapone). Usare disinfettanti con alcol tra il 60 e il 70% possono, tuttavia, presentare delle controindicazioni.
Abbiamo già parlato ampiamente di vari settori in cui l’igienizzazione delle mani è fondamentale. Sapere come lavare le mani è davvero importante, specialmente nei momenti in cui si è fuori casa.
Le manovre corrette per il lavare le mani sono:
Iniziare dal dorso,
andare dal palmo fino al polso,
Sfregare una mano contro l’altra,
provvedere alla detersione delle dita e degli spazi interdigitali
Non dimenticare le unghie.
Prima di lavare le mani è consigliabile rimuovere anelli e bracciali, ed eventualmente lavarli a parte. Molti batteri e germi si annidano lì e questi oggetti non darebbero, comunque, la possibilità di un lavaggio omogeneo.
Ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutarvi a mantenere le mani pulite durante il viaggio, senza dover adottare misure troppo estreme come i guanti monouso per le attività quotidiane (prendere la metropolitana o visitare luoghi affollati).
Innanzitutto, se soggiornate in un hotel, chiedete alla reception un disinfettante per le mani o delle salviette confezionate.
Potete anche portare con voi delle salviette antibatteriche, molto efficaci come acqua e sapone per eliminare i germi.
Usare il gel igienizzante per le mani, come detto sopra, al posto dell’acqua e del sapone quando si è in pubblico. Assicuratevi di non toccarvi, nell’immediatezza, gli occhi o la bocca dopo averli usati.
Un disinfettante per le mani all’aloe vera è meglio di molti altri.Non limitatevi a pulire, ma strofinate anche le fedi.
Fate in modo che lo spray antibatterico faccia parte della vostra routine di viaggio, ma senza abusarne.
Lavarsi le mani fuori casa: spray o gel?
La risposta è: spray. Anche se il gel può sembrare più comodo e facile da usare, in realtà è meno efficace. Quando si spruzza un gel sulle mani e le si strofina, la maggior parte del prodotto va sprecata perché cola dalle mani prima di poterlo utilizzare.
Invece, lo spray, in virtù del fatto che viene nebulizzato, permette una minor quantità erogata che, tuttavia, asciuga molto più rapidamente rispetto al gel. Una caratteristica vantaggiosa, se lo spray viene utilizzato correttamente, è la rapida detersione delle mani che permette di tornare subito alle vostre attività
D’altronde, però, come abbiamo detto più volte, un’efficace sanificazione delle mani richiede almeno 30 secondi. Pertanto, bisogna assicurarsi di diffondere bene lo spray su tutta la superficie delle mani prima che si asciughi completamente.
2) Come lavare le mani ai bambini in vacanza
Quando siete in vacanza, è importante che tutta la vostra famiglia sia allineata sulle norme di igiene, in particolare, i bambini.
Innanzitutto, se i vostri figli sono abbastanza grandi da lavarsi i denti da soli, Ma se non lo sono, dovrete farlo voi per loro.
In secondo luogo, i bambini piccoli non sono sempre in grado di capire quando devono lavarsi le mani: il loro senso dell’olfatto e del gusto potrebbe non essere ancora completamente sviluppato.
Per questo è importante che i genitori e gli assistenti diano il buon esempio di come lavarsi le mani, lavandole spesso, soprattutto dopo aver usato il bagno o cambiato il pannolino, e mostrando ai bambini quanto sia facile!
Infine, se soggiornate in una camera d’albergo o in una casa in affitto, portate con voi una bottiglia di disinfettante per le mani. In questo modo, potrete dare al bambino una rapida spruzzata di disinfettante dopo aver usato il bagno o toccato superfici sporche come le attrezzature del parco giochi o le maniglie delle porte sui mezzi pubblici.
In generale, bisogna:
Lavate spesso le mani dei bambini, soprattutto dopo aver usato il bagno e prima di mangiare. Assicuratevi che l’acqua sia abbastanza calda da non irritare la pelle.
Usate una piccola quantità di sapone liquido: la maggior parte delle persone ne usa troppo e questo può irritare la pelle dei piccoli. Potete optare per quello neutro e poco aggressivo.
Se il sapone non è disponibile, utilizzate un disinfettante per mani a base di alcol con un contenuto alcolico di almeno il 60%
Fate strofinare le mani dei bambini per 20 secondi, il disinfettante ha il tempo sufficiente per farsi strada attraverso gli strati di cellule della pelle.
Asciugare le mani con un asciugamano di stoffa, altrimenti di carta. Se non c’è un asciugamano di carta, evitate l’asciugatore ad aria, perché questo può diffondere i germi tra le persone e le superfici, come vedremo più avanti.
Preferite sempre l’acqua e il sapone a tutti molti altri metodi che utilizzano prodotti chimici.
Abbiamo parlato, finora, di come lavare le mani in viaggio ma, ovviamente, ci sono diverse tipologie di viaggio e molti mezzi di trasporto che meritano un’adeguata specifica.
3) Come lavare le mani in aereo
Viaggiare è sempre molto bello, ma i viaggi in aereo per tanti motivi hanno particolari accortezze da seguire. La durata media di un volo nazionale è di circa 2 ore, il tempo necessario perché i batteri si moltiplichino su una superficie sporca per 5 milioni di volte, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Applied and Environmental Microbiology.
“Il lavaggio delle mani è la misura preventiva più importante che possiamo adottare contro le infezioni…È come lavarsi i denti”. ha dichiarato il Dr. William Schaffner, presidente della cattedra di medicina preventiva del Vanderbilt University Medical Center di Nashville, Tennessee
Anche in questo caso, adottare qualche misura preventiva non fa di certo male.
Usare un fazzoletto pulito come barriera tra la mano e il rubinetto, la maniglia o la serratura quando si è in un bagno pubblico.
Se non c’è il sapone, usate il disinfettante per le mani.
Evitare il più possibile il contatto con superfici non pulite già alla vista.
Evitate l’uso del bagno se non strettamente necessario sui mezzi di trasporto. I germi si annidano ovunque, anche in vacanza, quindi è particolarmente importante fare attenzione durante i viaggi.
4) Come lavarsi le mani in treno
Anche il treno è uno die mezzi di trasporto che ospita diverse centinaia di passeggeri al giorno, soprattutto nei periodi di vacanza.
Le regole generali, su come lavare le mani, valgono anche in questo caso, con qualche accortezza in più.
Le superfici del treno sono, potenzialmente, fonte di virus e batteri e viaggiando spesso, si è più esposti al rischio di piccoli e grandi contagi. Ecco perché iniziare dal lavaggio delle mani e dalla loro sanificazione è, certamente, la regola base.
Come sempre, il lavandino del bagno è il posto migliore per lavarsi le mani. Se non ci sono asciugamani di carta, usate la carta igienica come alternativa.
Altri suggerimenti e consigli per l’igiene delle mani in treno.
Quando non è possibile lavarsi le mani, è importante usare un disinfettante per mani o salviette a base di alcol.
Questi prodotti contengono almeno il 60% di alcol e possono essere utilizzati al posto di acqua e sapone quando le mani non sono visibilmente sporche. Una spruzzata dovrebbe essere sufficiente per pulire a fondo entrambe le mani – ma non dimenticate i polsi.
Utilizzate con parsimonia queste tipologie di disinfettanti: per esempio, evitare di farlo quando siete ancora sul treno, a meno che non siate stati in bagno. Preferite il loro utilizzo appena scesi dal vagone e avrete preso i vostri bagagli.
5) Come lavare le mani in spiaggia e in piscina
Luoghi di svago per eccellenza, la spiaggia e la piscina, possono far abbassare, facilmente, la soglia di attenzione, circa la pulizia delle mani. Infatti, quando siamo più rilassati è facile perdere alcune abitudini sane come lavare le mani.
Bambini, ragazzi, ma anche adulti dovrebbero porsi l’obiettivo di igienizzare le mani nei momenti più a rischio: prima di mangiare e dopo aver utilizzato i servizi igienici. Inoltre, la sabbia, il sole e il cloro delle piscine possono rendere difficile mantenere una buona igiene delle mani.
Il CDC raccomanda di utilizzare un disinfettante per le mani a base di alcol con un contenuto alcolico di almeno il 60%, ma se si è allergici è possibile evitare il disinfettante.
Un metodo alternativo sono le salviette o piccole saponette da mettere nello zaino per utilizzarle appena vi è l’acqua a disposizione.
La prudenza non è mai troppa, purché non sfoci in esagerazione.
Cenare fuori casa, quando si è in vacanza è un’attività molto frequente. Le cucine e le sale dei ristoranti possono, però, essere terreno fertile per germi e batteri.
Assicuratevi, quindi, di:
lavare le mani prima di consumare il cibo.
lavare le mani dopo aver usato il bagno.
utilizzare acqua calda e sapone, anche per i bambini.
bagnare bene entrambe le mani, applicando il sapone e strofinare per almeno 20 secondi.
sciacquare sotto l’acqua corrente.
asciugare con un panno di stoffa, o di carta. I panni lavabili funzionano meglio delle salviette di carta perché sono più assorbenti dei prodotti cartacei, quindi trattengono meglio i germi e riducono i tempi di asciugatura tra un utilizzo e l’altro.
In pratica, le goccioline d’acqua che vengono soffiate via dall’aria calda di questi erogatori, contengono una quantità notevole di germi.
7) Come lavarsi le mani durante escursioni o gite
Altra situazione, in cui attenzionare l’igiene delle mani, è quella delle escursioni o gite, musei, giri turistici o parco giochi.
Anche qui bisogna lavarsi le mani accuratamente, dopo aver toccato oggetti o giocato a contatto con superfici pubbliche o nell’attrezzatura per arrampicarsi. I bambini hanno più probabilità degli adulti di raccogliere batteri da queste superfici.
Usate un disinfettante per mani a base di alcol o acqua e sapone se non potete lavarvi bene le mani a casa prima di uscire per la giornata.
8) Come lavarsi le mani in barca o in crociera
Se siete in barca o in crociera, dovrete essere molto cauti nel lavarvi le mani. Non volete essere la persona che diffonde i germi e fa ammalare gli altri.
1. Quando si sale a bordo della nave. La prima cosa da fare quando si sale a bordo di una barca o di una nave da crociera è lavarsi le mani. In questo modo si evita che i batteri si diffondano sulla nave.
2. Dopo aver usato il bagno. Se si usa il bagno in vacanza, è importante lavarsi le mani dopo averlo fatto. In questo modo si eviterà che i batteri si diffondano in altre parti della nave o dell’imbarcazione dove le persone potrebbero mangiare o dormire durante la notte.
3. Prima di mangiare qualsiasi cosa. Quando si va in barca o in crociera, è importante che tutti si lavino le mani prima di mangiare qualsiasi cosa! In questo modo nessuno si ammala e tutti possono godersi la vacanza insieme!
4. Dopo aver maneggiato denaro. Se si viaggia all’estero e si ha bisogno di usare contanti per qualsiasi motivo (ad esempio per comprare souvenir), è molto importante lavarsi le mani dopo aver maneggiato denaro.
9) Come lavare le mani in campeggio
Se non ci sono lavandini a disposizione (ad esempio, in campeggio), utilizzare un disinfettante per le mani invece di acqua e sapone, se possibile. Se il disinfettante per le mani non è disponibile, usate salviette a base di alcol.
Quando si è in campeggio, si vuole evitare di sprecare acqua. Il campeggio è uno dei modi migliori per immergersi nella natura e godersi i grandi spazi aperti, ma spesso significa trovarsi in luoghi non proprio puliti.
Ecco alcuni consigli per mantenere le mani pulite durante il campeggio:
Lavarsi le mani: è importante lavarsi le mani con acqua e sapone dopo aver usato la toilette, aver maneggiato cibo crudo o altre superfici che possono contenere batteri. Se non avete accesso a un lavandino o all’acqua corrente, usate un disinfettante per le mani.
Usate invece le salviette umidificate. Se nel bagno del vostro campeggio non c’è acqua corrente, mettete in valigia queste salviette per tenervi puliti anche quando siete in campeggio in zone remote. Assicuratevi che siano ben sigillate per evitare che si secchino durante il viaggio.
Fonti d’acqua: Non bevete da ruscelli o laghi se non siete sicuri che siano sicuri per il consumo. In caso di dubbio, fate bollire l’acqua prima di berla. Non bevete mai l’acqua del rubinetto non trattata.
Conclusioni
Può sembrare ridicolo, ma indipendentemente dal luogo in cui si viaggia, è essenziale lavarsi le mani il più spesso possibile, proprio come se si fosse a casa.
Se state visitando determinati Paesi, è particolarmente importante prestare attenzione a questo aspetto, poiché i centri turistici e le attrazioni non hanno gli stessi standard sanitari rigorosi a cui siete abituati nella vostra nazione.
È facile dare per scontata l’igiene quando si è a casa. Tuttavia, ci sono momenti in cui è necessario prestare maggiore attenzione (e cura) al modo in cui ci si lava le mani. Ad esempio, quando si viaggia.
Da qualche settimana sono già cadute diverse restrizioni riguardanti la prevenzione COVID-19, tuttavia è bene ricordare come sanificare le mani in negozi e boutique, ovvero luoghi altamente frequentati.
La sanificazione di negozi e boutique è un aspetto importante per garantire la salute e la sicurezza di clienti e dipendenti. Le infezioni possono essere trasferite facilmente se non vengono trattate con igienizzanti di tipo medico, soprattutto sui polpastrelli.
Sia che siate commessi o gestori, ecco alcuni consigli su come sanificare le mani e garantire l’igiene all’interno di un esercizio commerciale.
In particolare, vedremo:
Come igienizzare le mani nei negozi e nelle boutique? Suggerimenti per manager e commessi
La pulizia completa delle aree pubbliche è un compito enorme. Come possiamo farlo?
Come pulire correttamente le mani nei negozi e nelle boutique?
Ha ancora senso sanificare negozi e boutique?
La risposta è semplice: Sì, è il modo migliore per prevenire raffreddori e influenze.
Un nuovo studio ha rilevato che una persona su cinque si lava le mani dopo aver fatto la spesa.
Secondo un’indagine del Laboratorio di Ricerca sul Lavaggio delle Mani dell’Università di Clemson, molti acquirenti non sono ancora consapevoli di quanto sia importante pulirsi le mani prima di mangiare.
Lo studio ha rilevato che solo il 18% degli acquirenti si lava le mani dopo aver fatto la spesa e solo il 35% le lava dopo aver preparato il cibo per gli altri.
“Il fatto che così tante persone saltino questo semplice passo potrebbe mettere a rischio tutti”, ha dichiarato il dottor Stephan Morse, direttore del Laboratorio di ricerca sul lavaggio delle mani. “Non solo vogliamo proteggere noi stessi e le nostre famiglie dai germi, ma vogliamo anche smettere di diffonderli a chi ci circonda”.
L’igiene e la sicurezza nei punti vendita al dettaglio sono, ancora oggi, un imperativo importante. Senza un’adeguata igienizzazione mani, i negozi sono soggetti alla trasmissione di microrganismi patogeni.
La prevenzione, come abbiamo detto più volte, non finisce nel momento in cui non ci sono più restrizioni. Senza falsi isterismi, infatti, si può gradualmente rinunciare a misure preventive come l’utilizzo della mascherina, ma igienizzare le mani è ancora una pratica utilissima, in tutti i contesti.
In questo articolo esamineremo i vantaggi della sanificazione nei negozi e nelle boutique e come sanificare le mani correttamente.
Mantenere i lavoratori in salute. La pulizia delle mani è uno dei modi più efficaci per prevenire la diffusione di infezioni che possono causare malattie. È particolarmente importante per i lavoratori che hanno un contatto diretto con i clienti o con i loro prodotti.
Promuovere buone relazioni con i clienti. Un ambiente pulito dà ai clienti una migliore impressione del negozio o della boutique, che può portare a un aumento delle vendite se i clienti tornano più spesso.
Ridurre i costi. Parliamo di costi legati alle assenze per malattia e alle richieste di risarcimento. Secondo studi recenti, l’assenteismo causato da infezioni è uno dei motivi principali per cui le aziende perdono denaro a causa delle malattie del personale.
Mettono a loro agio i clienti. La presenza di accortezze quali cartelli o totem per igienizzare le mani aiutano a far sentire i clienti più a loro agio quando acquistano articoli da voi.
La chiave è assicurarsi che i clienti capiscano in che tipo di ambiente si trovano quando entrano nel vostro negozio o nella vostra boutique.
Se entrano in un luogo dall’aspetto pulito e dall’odore fresco, si sentiranno sicuri della loro esperienza con voi e questo può portare a un aumento delle opportunità di vendita per entrambe le parti coinvolte (voi e loro).
Se siete manager o commessi, dovete tenere le mani sempre pulite. Dovete lavarle prima di ogni turno e subito dopo ogni interazione con i clienti. Inoltre, non dovete toccare nulla che non appartenga al vostro negozio, come denaro o prodotti, senza un’accurata igienizzazione successiva al contatto.
Perché è così importante?
Secondo la Mayo Clinic, il lavaggio delle mani riduce il rischio di molte infezioni, tra cui raffreddori e influenze, insetti dello stomaco (come il norovirus) e infezioni da lievito. Può anche ridurre il rischio di contrarre alcune malattie della pelle come l’eczema e la psoriasi.
Oltre che per la salute pubblica, l’igienizzazione delle mani può essere utile anche per la vostra attività. Aiuta a mantenere la professionalità nei rapporti con i clienti e con gli altri dipendenti. Inoltre, impedisce la diffusione di germi da un dipendente all’altro e dai clienti ai dipendenti.
Ecco alcuni consigli su come sanificare le mani nei vari esercizi commerciali:
1. Utilizzare un disinfettante per mani o un sapone. Se non avete accesso all’acqua corrente o all’acqua e sapone, usate un disinfettante per le mani. Si possono trovare in qualsiasi farmacia o drogheria, quindi sono facili da reperire quando se ne ha più bisogno!
2. Pulitevi le mani prima di mangiare o bere qualcosa in negozio. In questo modo eviterete che i germi finiscano nel cibo o nelle bevande!
3. Lavatevi le mani dopo aver usato il bagno, prima di maneggiare il cibo o preparare i pasti, dopo aver toccato gli animali (soprattutto se sono stati malati), dopo aver maneggiato oggetti sporchi come soldi e ricevute
4. Dopo aver toccato indumenti, oggetti, soldi che sono stati toccati dai clienti
La sanificazione è il processo di riduzione o eliminazione di microrganismi, virus e altri agenti patogeni su una superficie. Il metodo più comunemente utilizzato nei punti vendita è quello dei disinfettanti chimici, come il disinfettante per mani a base di alcol.
I dipendenti devono utilizzare un disinfettante per mani a base di alcol prima di toccare qualsiasi merce o alimento. Questo include tutte le superfici a contatto con gli alimenti, come scaffali, vetrine e frigoriferi. Dovrebbero usarlo anche su registratori di cassa, carrelli della spesa e altre superfici che i clienti toccano frequentemente.
Oltre a utilizzare un disinfettante, è necessario monitorare l’efficacia dei programmi di sanificazione testando periodicamente i prodotti di pulizia per verificare i livelli di batteri residui.
Quali superfici devono essere disinfettate?
Il CTS raccomanda di disinfettare le seguenti superfici:
1. Pavimenti (ad es., lavandini per lo straccio) e pareti (ad es., dietro le casse di carne)
2. Banchi utilizzati per le transazioni con i clienti (ad esempio, postazioni per il prelievo di contanti, banchi di cassa).
3. Le superfici a diretto contatto con i clienti.
4. Tasti del registratore di cassa, compresi i tasti numerici, il tasto del segno del dollaro e il tasto invio.
5. Borse, scatole o altri contenitori utilizzati per la merce.
6. Maniglie dei carrelli della spesa.
7. Corrimano di scale e scale mobili.
Questi consigli, molto utili in momenti di picco della pandemia, in realtà sono utili per la sanificazione periodica del negozio, da effettuare secondo una frequenza che deve essere regolata internamente, salvo disposizioni alternative degli organi governativi preposti.
Come sanificare le mani costantemente?
Il modo più comune per igienizzare le mani nei negozi e nelle boutique è quello di utilizzare disinfettanti per mani a base di alcol. L’ingrediente attivo di questi prodotti è l’alcol etilico, che uccide i germi dissolvendo le pareti cellulari e interrompendo il loro metabolismo.
Questo metodo è facile da usare, ma presenta alcuni limiti. Innanzitutto, non uccide i virus se fatto in modo frettoloso e non accurato. Utilizzare acqua e sapone è sempre la soluzione migliore. In alternativa, prova GLOW.
Quando si usa un disinfettante per mani a base di alcol, dopo aver toccato una superficie o un oggetto contaminato, si rimuovono solo i germi dalle mani e li si lascia sulla superficie o sull’oggetto.
La buona notizia è che possiamo prevenire la contaminazione incrociata tra clienti e dipendenti con pratiche di pulizia adeguate prima dell’apertura di ogni turno (o dopo la chiusura) e durante l’orario di lavoro.
Possiamo anche evitare l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol utilizzando guanti quando maneggiamo denaro (o qualsiasi altra cosa) che è venuto a contatto con mani o superfici sporche in altre parti del negozio o della boutique.
Come sanificare mani in grandi store e boutique
La prima cosa da fare è decidere quali aree richiedono maggiore attenzione: l’ingresso, l’area commerciale e i servizi igienici.
Se intendete pulire tutte le aree in una volta sola, avrete bisogno di molto tempo e impegno, perché non è possibile pulire rapidamente grandi spazi.
Per quanto riguarda le mani, il disinfettante per le mani è una buona alternativa se acqua e sapone non sono disponibili. È inoltre importante prendersi il tempo di lavarsi accuratamente le mani con acqua e saponedopo ogni interazione con i clienti.
Se le mani sono visibilmente sporche, utilizzare prima l’igienizzante per le mani e il sapone senz’acqua o un tovagliolo di carta, quindi procedere con la pulizia delle mani.
Cosa possono fare i dipendenti per aiutare
La prima linea di difesa contro la diffusione di germi e malattie consiste nel far lavare le mani ai dipendenti ogni volta che entrano in contatto con i clienti. Secondo il Center for Disease Control and Prevention, il lavaggio delle mani può prevenire fino all’80% delle infezioni.
Per garantire che tutti i dipendenti si lavino le mani in modo corretto e regolare, i dirigenti devono dare il buon esempio lavandosi spesso le mani. I manager dovrebbero anche fornire un facile accesso al disinfettante per le mani nel negozio, in modo che i dipendenti possano usarlo quando non hanno tempo o accesso per lavarsi le mani nel lavandino.
Ecco alcuni suggerimenti su cosa possono fare i dipendenti per mantenere le mani pulite:
Assicurarsi che ci sia un lavandino accessibile nel punto vendita o all’interno dell’area commerciale. Se possibile, mettete a disposizione più lavandini in modo che i clienti non aspettino troppo a lungo un lavandino aperto.
Assicuratevi che ogni lavandino sia dotato di sapone in abbondanza, asciugamani di carta o asciugatori ad aria, in modo che i dipendenti non debbano andare avanti e indietro tra le casse con le mani sporche.
Mettete a disposizione dei clienti disinfettanti o dispositivi per sanificare le mani in tutte le aree chiave del negozio, come gli ingressi, le casse e i camerini, prima di provare abiti o gioielli o di toccare altri prodotti. Potete anche fornire salviette igienizzanti
Garantire l’aerazione dei camerini tra un cliente e l’altro
Cosa possono fare i direttori dei negozi per aiutare
I responsabili del punto vendita possono adottare alcune misure per aiutare i clienti e dipendenti a sentirsi a proprio agio, fornendo input su come sanificare le mani.
Ad esempio, possono incoraggiare i clienti a usare il dispositivo per l’igiene delle mani in fase di ingresso o dopo aver messo mano alla borsa o al portafoglio.
I responsabili del punto vendita possono anche istruire i dipendenti sull’uso corretto dei disinfettanti per le mani e mostrare loro come sanificare le mani correttamente.
Il responsabile deve assicurarsi che i dipendenti conoscano la differenza tra l’uso di disinfettanti a base di alcol e gel antibatterici, che non sono raccomandati per un uso frequente.
I direttori dei negozi, i commessi e gli addetti alle vendite devono essere consapevoli dell’importanza del lavaggio delle mani e dei vantaggi dell’uso del sapone. L’ideale sarebbe che ogni dipendente di un negozio o di una boutique imparasse a igienizzare correttamente le mani. Tuttavia, questo non è sempre realistico a causa di vincoli di tempo e altri fattori.
Ecco alcuni suggerimenti per i gestori di negozi che possono aiutare a capire come sanificare le mani durante la giornata:
Richiedere ai dipendenti di lavarsi le mani dopo aver maneggiato denaro. Questo è importante perché spesso i cassieri maneggiano il denaro senza prima lavarsi le mani. Se non si lavano le mani dopo aver maneggiato il denaro, potrebbero contaminare il registratore di cassa e altre parti dell’azienda con i germi di raffreddori e virus influenzali.
Affiggere regolarmente dei promemoria in tutto il negozio per ricordare ai dipendenti di lavarsi le mani quando è necessario, soprattutto in prossimità dei bagni e delle sale pausa, dove le persone si riuniscono spesso durante la giornata. Assicuratevi che questi promemoria siano visibili, in modo che i dipendenti non se ne dimentichino o li ignorino del tutto.
Fornite ai dipendenti le attrezzature e i materiali giusti. Lavandini puliti, asciugamani di carta e sapone sono essenziali.
Istruite i dipendenti su come sanificare le mani. La formazione deve comprendere il richiamo a lavarsi le mani dopo aver usato la toilette, prima di mangiare e dopo aver maneggiato cibo o aver toccato cellulare o chiavi o essere stati in pausa fuori.
Fate rispettare le buone abitudini di lavaggio delle mani ispezionando regolarmente i lavandini, controllando che siano disponibili gli asciugamani di carta, ecc.
In questo modo, proteggerete dipendenti e clienti con queste raccomandazioni
Come sanificare le mani con dispenser touchless?
Quando si lavora in un negozio o in un salone, si è esposti a germi e batteri di ogni tipo. È importante tenere, quindi, le mani sempre pulite.
È necessario utilizzare un disinfettante per le mani o salviette antibatteriche per eliminare i germi o provare dispositivi touchless per la sanificazione delle mani.
Se volete fare un passo avanti nella vostra attività, potete installare nel vostro negozio dei dispenser touchless.
I dispositivi touchless presentano diversi vantaggi rispetto ai normali disinfettanti per le mani:
Permettono di risparmiare tempo – Non dovete perdere tempo a lavarvi le mani dopo aver usato la toilette, perché il dispenser stesso farà tutto il lavoro per voi.
Non producono e Riducono i rifiuti – Non c’è più bisogno di asciugamani di carta! Questi dispenser non utilizzano acqua e non producono rifiuti di alcun tipo.
Sono più igienici – Dal momento che non c’è contatto diretto tra le mani e la carta igienica.
Non ha bisogno di ricarica- Basta una semplice presa di corrente.
Per assicurarsi che più persone possibili utilizzino il dispositivo touchless, è essenziale implementare alcune semplici procedure che incoraggino dipendenti e clienti seguire le pratiche igieniche standard.
Qual è il posto migliore per posizionare i dispenser touchless?
Predisporre un dispositivo disinfettante per le mani facile da usare vicino a tutti gli ingressi. In questo modo, i dipendenti useranno il prodotto ogni volta che entrano o escono dall’edificio, il che è particolarmente importante quando sono presenti dei clienti.
I dispositivi igienizzanti per le mani devono essere collocati in una posizione comoda, preferibilmente vicino all’ingresso o all’uscita del negozio. Il posto migliore per installare una postazione touchless è l’ingresso e l’uscita del locale, in modo che le persone possano utilizzarlo prima di entrare o uscire. In questo modo si evita di contaminare il negozio.
In questo articolo parleremo di un argomento molto attuale: la biodiversità, la quale si collega ai concetti di sostenibilità e prevenzione, che stanno molto a cuore ad HT Plasma e di cui l’azienda si fa promotrice in ogni occasione.
Chiarire il concetto di biodiversità, oltre a produrre conoscenza, serve a sensibilizzare ognuno di noi verso la situazione in cui versa il nostro pianeta. La perdità di questa essenziale caratteristica del nostro ecosistema comporta due gravi questioni: una in termini di sostenibilità e una in termini biologici.
Se le specie di animali e piante si riducono, virus e batteri animali sapranno, col tempo, adattarsi all’organismo umano. Questo farà sì che ci saranno sempre più malattie che faranno il salto di specie (il COVID-19 o il vaiolo delle scimmie sono un esempio recente).
Parliamo, quindi, di un argomento ancora più grande ed importante dell’inquinamento. Qualcosa che riguarda la sopravvivenza stessa del genere umano e le condizioni essenziali per garantire la vita sulla Terra.
Ecco perché dovresti sapere cosa significa biodiversità e perché clima ed inquinamento sono solo una piccola parte del discorso.
HT Plasma dà massima importanza a questi argomenti, in quanto azienda innovativa rivolta alla sostenibilità e alla prevenzione.
Nei prossimi paragrafi, vedremo insieme perché è importante conoscere certi argomenti e cosa fare per salvaguardare la biodiversità.
Cos’è la biodiversità?
La parola “biodiversità” deriva dalle parole greche bios e divers che significano rispettivamente “vita” e “varietà”. La definizione più ampia di biodiversità è, pertanto, quella che la definisce come la varietà della vita sulla Terra, comprese le specie vegetali e animali e la diversità genetica all’interno e tra le specie.
Si riferisce alle diverse composizioni genetiche di una data specie, come il fatto che tutti gli esseri umani hanno un DNA diverso.
La natura è un sistema intricato di componenti viventi e non viventi che interagiscono tra loro, con l’ambiente e con l’uomo. Quando si parla di biodiversità, si parla della salute di questo sistema.
Quello che facciamo in HT Plasma è pensare a fare prevenzione, puntando alla sostenibilità.
Origini della biodiversità
Il termine è stato coniato da Norman Myers nel 1986 per includere la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi.
La biodiversità è comunemente usata come indicatore di degrado ambientale, ma è anche una misura del benessere. La valutazione nazionale degli ecosistemi del Regno Unito utilizza la biodiversità per valutare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (La conservazione della biodiversità durante una crisi globale: conseguenze e via da seguire)
Il termine è usato per descrivere tutti gli organismi viventi e gli habitat in cui vivono. Comprende, quindi, una serie di specie, dai grandi mammiferi come elefanti e tigri agli organismi microscopici come batteri, funghi e virus.
È importante perché contribuisce al benessere delle persone e del pianeta. Grandi quantità di biodiversità significano una maggiore disponibilità di tutto ciò che vogliamo dalla natura, come cibo, carburante e materiali per costruire le nostre case.
La biodiversità è importante perché ci aiuta a capire come funzionano gli ecosistemi, come rispondono ai cambiamenti climatici, modula il clima e i modelli meteorologici, costituisce la base dei nostri farmaci, purifica l’aria e l’acqua e aiuta a controllare i parassiti che possono danneggiare i raccolti.
La diversità della vita sulla Terra è una delle sue caratteristiche più importanti. È una fonte di meraviglia.
“La biodiversità contribuisce allo sviluppo economico attraverso la fornitura di servizi ecosistemici”. (La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica)
La biodiversità è anche un indicatore della salute dell’ambiente. Il suo declino, nell’ultimo secolo, ha coinciso con l’espansione umana in tutto il mondo attraverso l’industrializzazione, l’urbanizzazione e la deforestazione.Pertanto, la biodiversità è a rischio a causa di attività umane come la deforestazione, la pesca eccessiva e l’inquinamento.
I benefici della biodiversità
In definitiva, più specie ci sono in un ecosistema, più è probabile che sia stabile e resistente. La biodiversità, infatti, presenta molti vantaggi:
Aiuta a sostenere gli ecosistemi. Gli ecosistemi comprendono paesaggi, habitat e organismi come piante, animali e microrganismi (batteri e funghi). Ciò significa che la biodiversità contribuisce a mantenere la fertilità del suolo, la qualità dell’acqua e l’aria pulita.
Contribuisce inoltre a controllare i parassiti, come gli insetti o le erbacce, fornendo cibo ai predatori, come gli uccelli o gli insetti, che si nutrono di questi parassiti.
Garantisce la sicurezza alimentare. Le popolazioni di tutto il mondo fanno affidamento sulla biodiversità per il loro approvvigionamento alimentare, sia direttamente che indirettamente, attraverso la raccolta selvatica o l’allevamento di bestiame (ad esempio, bovini).
Il bestiame mangia erbe che crescono dove un tempo la fauna selvatica viveva liberamente. La biodiversità è importante anche per le medicine: alcune piante possono essere usate per curare malattie come la malaria o il cancro; altre piante possono avere composti che potrebbero essere sviluppati in nuovi farmaci; altre ancora potrebbero avere usi che non abbiamo ancora scoperto.
Contribuisce a fornire materiali per la costruzione di case, la confezione di vestiti e la creazione di prodotti come cosmetici e medicinali a partire da piante o animali (ad esempio, la seta dai bachi da seta).
Perdita della biodiversità: cosa rischiamo?
La rapida perdita di biodiversità è stata definita “la sesta estinzione di massa”, ovvero un evento che potrebbe causare il collasso della civiltà umana, se continua senza controllo. Il rischio concreto è quello che potrebbero verificarsi danni irreversibili agli ecosistemi, dai quali dipendiamo.
La biodiversità è essenziale per la vita umana. Ha un profondo impatto sulla nostra vita quotidiana e sull’ambiente in cui viviamo.
Ci fornisce risorse naturali e garantisce un clima sano e stabile, regolando la temperatura globale e controllando il ciclo del carbonio.
Oltre a queste funzioni vitali, la biodiversità contribuisce a mantenere l’equilibrio della natura, assicurando che gli ecosistemi possono resistere a minacce come il cambiamento climatico o l’inquinamento.
Senza la biodiversità, gli ecosistemi si romperebbero e diventerebbero instabili, portando all’estinzione di alcune specie e mettendo in pericolo la salute umana. Tutto questo può avere un impatto negativo sia sugli animali che sulle piante e, in ultima analisi, anche sull’uomo.
Ben il 75% di queste malattie è frutto del trasferimento di un virus o batterio dagli animali (quasi sempre selvatici) all’uomo. Il famoso salto di specie (spillover) che ha causato il COVID.
Non è possibile prevedere una pandemia, ma è possibile porre rimedio a quei fattori che possono rapidamente provocarla. La biodiversità, in tal senso, è uno degli argini che si sta rompendo e che può portare ad una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo, direttamente o indirettamente tramite alimenti infetti.
Sono questioni che fanno parte della prevenzione, uno degli elementi cardine di questi ultimi anni. Eppure, malattie come l’ebola, la SARS, il COVID e il vaiolo delle scimmie sono davanti ai nostri occhi.
Da cosa è minacciata labiodiversità?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la biodiversità come “la varietà delle forme di vita sulla Terra”. La diversità della vita è essenziale per il nostro pianeta e i suoi ecosistemi. Perché è minacciata?
La diversità negli ecosistemi sta diminuendo a un ritmo allarmante.
Stiamo perdendo specie a un ritmo da 1.000 a 10.000 volte superiore al tasso naturale di estinzione. Questo accade perché l’uomo si appropria di una quota maggiore delle risorse del pianeta e distrugge gli habitat. Stiamo anche modificando ecosistemi che esistono da milioni di anni, introducendo nuove specie attraverso il commercio, i trasporti e il turismo.
La perdita di biodiversità può avere gravi impatti sulla salute e sul benessere umano, dai cambiamenti climatici alla perdita di risorse naturali.
La più grande minaccia alla biodiversità oggi è rappresentata dalle attività umane non sostenibili.
la deforestazione,
l’inquinamento
cambiamenti climatici.
La perdita o la distruzione di habitat ed ecosistemi
Queste attività sono causa di un fenomeno noto come “estinzione biologica”. Vediamole nel dettaglio.
Perdita e degrado degli habitat
La perdita e il degrado degli habitat sono una delle principali minacce alla biodiversità. Può verificarsi attraverso la conversione all’agricoltura o ad altri usi del suolo, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l’inquinamento, le specie invasive e lo stress idrico.
Le regioni più colpite sono le foreste tropicali e le barriere coralline.
Le foreste sono state disboscate per l’agricoltura e il legname, portando all’estinzione di molte specie. La perdita di habitat si verifica quando le aree naturali vengono disboscate o modificate dall’uomo per essere utilizzate per altri scopi.Quando le foreste vengono abbattute o le praterie trasformate in terreni agricoli, le specie che dipendono da quegli habitat possono non essere più in grado di sopravvivere.
Le barriere coralline sono state colpite dall’inquinamento causato dallo sviluppo costiero, dalla pesca eccessiva e dai cambiamenti climatici.
La causa principale della perdita di biodiversità è il sovra sfruttamento delle risorse naturali, che comprende l’uso non sostenibile di piante e animali selvatici a scopo alimentare, combustibile o medico.
Il degrado dell’habitat si verifica quando un’area diventa meno adatta al suo scopo originario a causa di attività umane invasive.
Sfruttamento eccessivo delle risorse naturali
Il sovrasfruttamento è l’uso insostenibile di una risorsa fino al suo esaurimento. Può essere intenzionale, come nel caso della pesca eccessiva, o non intenzionale, come quando l’inquinamento riduce la capacità di un ecosistema di sostenere la vita.
Il problema è che gli esseri umani stanno consumando le risorse della Terra ad una velocità superiore a quella con cui possono essere reintegrate. Di conseguenza, molte specie sono sull’orlo dell’estinzione perché i loro habitat scompaiono o diventano inabitabili.
Un esempio, sono i famosi cinghiali che si trovano in alcune zone della periferia di Roma. La cementificazione eccessiva delle costruzioni ha notevolmente modificato il loro habitat, costringendoli, per sopravvivenza, a spingersi in cerca di cibo verso zone troppo vicine all’uomo.
Il sovrasfruttamento è un problema che riguarda sia le risorse rinnovabili, sia quelle non rinnovabili. Quelle non rinnovabili, come i minerali e i combustibili fossili, hanno un’offerta limitata e stanno per esaurirsi.
Le risorse rinnovabili, come gli stock ittici, le foreste e le riserve idriche, sono in grado di ricostituirsi nel tempo, purché non vengono sfruttate eccessivamente.
Quando un numero eccessivo di persone utilizza troppa energia da combustibili fossili o pesca in modo intensivo negli oceani o taglia troppo velocemente le foreste, può generare impatti negativi sugli ecosistemi e sulle specie che fanno affidamento su di essi per il cibo e il riparo.
L’inquinamento atmosferico è il principale rischio per la salute umana a livello mondiale. Provoca milioni di morti premature ogni anno e danneggia polmoni, cuore e cervello. Inquina anche le nostre riserve idriche, rendendoci vulnerabili a malattie come la febbre dengue e il colera quando beviamo acqua non pulita o ci facciamo il bagno.
L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra può influire sulla fauna selvatica in molti modi, ad esempio eliminando le fonti di cibo o danneggiando i loro habitat.
La biodiversità è diminuita per milioni di anni a causa della selezione naturale e dell’evoluzione, ma ora la riduzione sta accelerando a causa di attività umane come l’agricoltura, la deforestazione e i cambiamenti climatici.
La minaccia più grande per la biodiversità è il cambiamento climatico, in particolare il riscaldamento globale, perché influisce su quasi tutti gli aspetti della vita sulla Terra.
Cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici minacciano l’estinzione di molte specie. Ad esempio, il riscaldamento degli oceani potrebbe ridurre la quantità di plancton disponibile per i pesci, intaccando la catena alimentare. Questo potrebbe portare a un crollo delle popolazioni ittiche globali, con impatti devastanti sulle popolazioni che dipendono da loro per il cibo e il reddito.
Il cambiamento climatico si riferisce al riscaldamento globale causato dall’aumento dei livelli di gas a effetto serra nell’atmosfera. I gas serra intrappolano il calore del Sole nella nostra atmosfera, provocandone il riscaldamento in risposta a quei raggi aggiuntivi.
Gli effetti si fanno sentire maggiormente nelle regioni fredde, perché queste aree assorbono il calore più facilmente di quanto non facciano i climi più caldi, ma si stanno verificando in tutto il mondo. In alcuni luoghi, l‘aumento delle temperature si traduce in stagioni di crescita più lunghe; in altri, in eventi meteorologici più estremi come inondazioni e siccità.
L’aumento delle temperature sta provocando lo scioglimento delle calotte glaciali e quindi l’innalzamento del livello del mare, inondando le zone costiere di acqua salata. Questo può avere ripercussioni sulle piante e sugli animali che vi abitano.
Come conosciamo lo stato della biodiversità?
Ci sono molti modi per misurare lo stato della biodiversità. Un approccio consiste nell’esaminare il numero di specie presenti in una determinata area. Questo può essere fatto contando direttamente le specie o stimando il loro numero in base al tempo dedicato alla loro ricerca.
Può essere misurata anche introducendo una nuova specie in un ecosistema e misurando i cambiamenti della comunità nel tempo o confrontando la struttura delle comunità prima e dopo eventi di disturbo (deforestazione, per esempio).
Un altro approccio consiste nell’esaminare la cosiddetta “diversità funzionale”.
In questo caso, si esamina quanti tipi diversi di organismi svolgono funzioni simili in un ecosistema. Ad esempio, quante e quali specie si nutrono di insetti? O quante piante diverse forniscono cibo agli insetti erbivori?
Quest’ultimo approccio può essere utilizzato anche per valutare il funzionamento degli ecosistemi nel loro complesso. Ad esempio, se una foresta ha molte specie arboree diverse ma pochi funghi, potrebbe non essere in grado di abbattere il legno morto in modo efficiente e di restituire le sostanze nutritive al suolo.
Queste funzioni sono chiamate servizi ecosistemici, perché apportano benefici diretti alle persone, come aria pulita, acqua e produzione di cibo. La definizione esatta di biodiversità intende il numero di specie diverse presenti in una determinata area. Si tratta della cosiddetta ricchezza di specie.
Più specie ci sono in un ambiente, più è complesso e più sarà stabile nel tempo. Lo stesso principio si applica agli ecosistemi: più biodiversità significa meno rischio di collasso di un ecosistema a causa di malattie o disastri naturali.
Possiamo arrestare la perdita di biodiversità?
La Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità è stata istituita nel 1992 con l’obiettivo di prevenire la perdita di questa caratteristica vitale della Terra. L’obiettivo è quello di proteggere gli habitat e le specie più minacciate dall’eccessivo sfruttamento e dalla distruzione dell’habitat naturale, tramite programmi di utilizzo sostenibile.
Parliamo di schemi di gestione sostenibile delle foreste e della pesca, ovvero programmi che devono, ovviamente, includere le comunità locali nei processi decisionali.
I principali rimedi alla perdita di biodiversità sono:
1. Preservare gli habitat e gli ecosistemi esistenti proteggendoli dalle attività umane. Ciò include l’istituzione di riserve naturali, parchi nazionali e altre aree protette che limitano le attività umane all’interno dei loro confini.
2. Ripristinare gli habitat e gli ecosistemi degradati rimuovendo o controllando le specie invasive e reintroducendo le specie autoctone che sono state spostate dalle attività umane. Questo è stato fatto con successo in molte aree del mondo, come ad esempio in alcune zone dell’Australia, dove le specie invasive sono state rimosse e le piante autoctone sono state reintrodotte per ripristinare l’ecosistema originale.
3. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo che le temperature globali non aumentino di oltre 2°C rispetto ai livelli preindustriali (l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi). Come abbiamo visto durante il lockdown, la diminuzione di emissioni di CO2 nell’aria per il fermo delle auto e delle fabbriche ha dato l’idea dei benefici che avremmo.
4. Aumentare i processi di riforestazione e le pratiche di gestione forestale (come la riduzione del disboscamento), la permacultura, le pratiche di conservazione senza lavorazione del terreno (come l’agricoltura ) e le pratiche di conservazione degli oceani (come le aree marine protette).
Gli approcci adottati per raggiungere questo obiettivo possono essere diversi:
collaborazione con gli agricoltori per la protezione degli habitat,
legislazione ad hoc a livello nazionale,
accordi internazionali come la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD)
Pertanto, sarà indispensabile tenere conto del ruolo dei cambiamenti climatici, direttamente dipendenti dall’inquinamento atmosferico e del sovra sfruttamento delle risorse che ricade nel degrado di habitat ed ecosistemi.
La Terra e la nostra salute dipenderanno sempre più dai nostri sforzi nel ripensare al nostro rapporto con la natura e nel ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici. Contenendo le attività umane che causano la perdita di biodiversità e aumentando il livello di conservazione della natura.
Sapevi che sanificare le mani in ambiente medico è una pratica introdotta solo qualche decennio fa? Prima di allora, infatti, pur avendo coscienza di germi e batteri, non era protocollo lavarsi le mani dopo alcune pratiche mediche.
Nel 1800, gli stessi medici non si spiegavano come alcune patologie potessero passare così facilmente da un paziente all’altro, ignorando che potessero essere le loro mani i vettori del contagio.
Sanificare le mani è, mai come ora, una delle pratiche più importanti per prevenire varie patologie. Uno dei gesti che adesso ci sembra così naturale e banale, invece, è fondamentale in cliniche, ambulatori e studi medici.
In questo articolo, vedremo alcune informazioni e ricerche sulla sanificazione delle mani in luoghi di lavoro prettamente medici, esaminando alcune delle soluzioni migliori in alcuni contesti sanitari e ambulatoriali.
Perché sanificare le mani nelle strutture sanitarie Secondo questo studio, condotto su allievi infermieri istruiti sulle norme di sicurezza ospedalieri, ci sono delle aree delle mani che sono, fisiologicamente, ignorate o poco spesso raggiunte durante le attività di lavaggio ed igienizzazione delle mani.
Nelle strutture sanitarie come ospedali, cliniche e ambulatori, se non ci si igienizza le mani, si rischia di diffondere l’infezione a tutti i pazienti. Ecco perché la prevenzione è fondamentale.
Nelle aree di assistenza ai pazienti delle strutture ambulatoriali, alcune azioni vengono eseguite di routine perché è stato dimostrato che sono benefiche per la salute. Una di queste è lavarsi le mani prima e dopo aver assistito un paziente.
Sanificare le mani in ambito medico
In alcuni casi, come dicevamo, medici, infermieri ed inservienti non riescono ad igienizzare del tutto l’area delle mani.
In questa immagine, proveniente dallo studio sopra citato, la superficie delle mani è divisa in 13 parti, per permettere agli scienziati di valutare il grado di pulizia del campione esaminato.
Si è scoperto che le superfici del palmo descritte come I, V, VI e XIII (l’intera area del pollice) e la punta del mignolo (V) così come il palmo medio (XIII) erano le più trascurate durante la disinfezione. Inoltre, le parti posteriori della mano destra e sinistra erano le più comunemente perse durante la disinfezione delle mani.
Quando igienizzano le mani prima e dopo aver visitato i pazienti, gli operatori sanitari (medici ed infermieri) devono seguire determinate pratiche: la prima è lavare le mani con acqua e sapone.
In ambito medico ci sono dei momenti fondamentali in cui è indicato sanificare le mani. Bisogna pensare a lavarsi le mani, in questi particolari momenti:
Prima del contatto con un paziente. Nel caso si sappia già che ci sarà un contatto con un paziente.
Prima di una manovra asettica. Nel caso si stia per compiere un’attività che metta in contatto le mani dell’operatore e la bocca (cavo orale, denti), gli occhi, naso o altre parti del corpo del paziente.
Dopo contatto con materiale biologico. In caso di contatto con materiale organico, seppur con i guanti, serve un lavaggio accurato delle mani.
Dopo qualsiasi contatto col paziente. Anche dopo gesti più semplici e indiretti (passaggio di oggetti dal paziente all’operatore)
Dopo contatto con ciò che si trova intorno al paziente
È importante tenere a mente queste indicazioni per operatori infermieristici, medici e inservienti. È, altrettanto, importante utilizzare un disinfettante o un detergente per le mani, in assenza di acqua e sapone, curandosi di non abusarne.
Esistono, tuttavia, diversi tipi di lavaggio delle mani, in base al grado di pulizia da raggiungere e rapportate all’attività da svolgere o che si è appena conclusa.
Secondo le disposizioni più frequenti, sarebbe indicato:
disporre di un lavandino a pedale o con rubinetto che permetta l’apertura con gomito, evitando il contatto diretto con le mani.
non utilizzare acqua eccessivamente calda, ma tiepida
bagnare mani e polsi
applicazione del sapone in modo uniforme su tutta la superficie delle mani
insaponamento e sfregamento non dovrebbero durare meno di 60 secondi, così come il risciacquo non dovrebbe durare meno di 15 secondi.
l’asciugatura deve avvenire tamponando le mani con un panno precedentemente preparato nei pressi del lavandino.
la chiusura del rubinetto (se non a pedale) va fatta con il gomito, un contatto ulteriore con le mani vanificherebbe la sanificazione appena compiuta.
I 3 tipi di lavaggio mani che si effettuano in ambito medico sono:
Un lavaggio sociale, per esempio, è quello che abitualmente facciamo prima di uscire dal bagno o prima di andare a mangiare. Dovrebbe durare circa 40 secondi ed elimina, oltre allo sporco visibile, la cosiddetta flora microbica transitoria, sulla parte più superficiale delle mani.
Il lavaggio antisettico dovrebbe durare circa 90 secondi, è indicato nelle aree ad alto rischio di contaminazione (ambulatori dentistici e simili), in cui c’è contatto con materiale organico o biologico.
Il lavaggio chirurgico che dura, invece, 5 minuti e coinvolge, oltre alle mani, la parte inferiore delle braccia, fino al gomito circa. Viene eseguito con un particolare sapone asettico ed acqua, prima di un intervento chirurgico invasivo. Questo lavaggio rimuove sia la flora transitoria, sia la flora microbica residente.
Efficacia della sanificazione delle mani in strutture sanitarie
Queste tipologie di lavaggi sono frequenti in ambulatori e studi medici con specialisti del calibro di dentisti, oculisti, ortopedici e tutta quella tipologia di professionisti che hanno contatti diretti con i pazienti per le loro diagnosi e procedure.
È ovvio che i medici e gli operatori sanitari devono lavarsi le mani prima di visitare i pazienti per eliminare i germi. Vi sono, tuttavia, delle linee guida per l’uso di detergenti alcolici per le mani in ambito sanitario.
Alcuni studiosi hanno, infatti, condotto studi per valutare se l’uso di uno sfregamento delle mani a base di clorexidina e alcol (componenti di alcuni dei maggiori detergenti per mani) in ambienti clinici ambulatoriali riduca la diffusione di infezioni nosocomiali. (Rotter ML (1997) Lavaggio delle mani, disinfezione delle mani e disinfezione della pelle)
In generale, questi studi hanno riportato che, in condizioni di utilizzo reale:
1) uno sfregamento delle mani con clorexidina allo 0.5% di clorexidina gluconato (CHG), senza componente alcolica, non era efficace come acqua e sapone nel ridurre la diffusione dei batteri che causano la polmonite associata all’assistenza sanitaria,
2) uno sfregamento delle mani con CHG al 4% a base alcolica era più efficace di acqua e sapone nel ridurre la diffusione dello Staphylococcus aureus;
3) lo sfregamento delle mani con CHG al 4% a base alcolica è risultato leggermente più efficace dell’acqua e sapone nel ridurre il numero di enterococchi sulle mani dei volontari.
In definitiva, è fondamentale sanificare le mani in ambiente medico e ci sono vari metodi per farlo accuratamente.
Sanificare le mani: non esistono solo i disinfettanti
Il modo più comune per pulire le mani è usare acqua e sapone. Si possono, come abbiamo visto, anche usare prodotti per le mani a base di alcol o disinfettanti per le mani, che contengono alcol e/o sostanze chimiche antimicrobiche.
Gli igienizzanti per le mani sono comodi, ma dovrebbero essere usati solo quando acqua e sapone non sono disponibili. Un recente studio ha rilevato che l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol ha ridotto di circa il 90% la trasmissione di un virus (norovirus) da una persona all’altra.
Tuttavia, i ricercatori hanno osservato che l’uso dello sfregamento delle mani per non sempre uccide il virus dopo 15 secondi di contatto con esso. È quindi importante applicare il prodotto per almeno 20 secondi e poi asciugare accuratamente le mani.
Il lavaggio delle mani è ancora il modo migliore per proteggere se stessi e gli altri dai germi, perché rimuove una quantità maggiore di sporco rispetto alla sola acqua e sapone, oltre a uccidere molti germi al contatto.
Il lavaggio con acqua e sapone aiuta anche a prevenire le malattie perché riduce la quantità di germi sulla pelle (il cosiddetto “deposito”), senza aggredire eccessivamente l’epidermide.
In aggiunta a tutto ciò, come abbiamo già detto in precedenti articoli, si sta facendo strada, nell’ambito della sanificazione, la tecnologia NTP o al plasma freddo. Ecco di cosa si tratta.
Sanificare le mani con Glow in ambulatori e studi medici
Il lavaggio delle mani è un must per le strutture sanitarie e gli studi medici. Questo tipo di controllo delle infezioni è dovuto al fatto che la sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure devono essere tra le priorità principali delle strutture mediche.
Quando si parla di sanificazione delle mani, specialmente in determinati contesti medici, è importante considerare il rischio biologico. Il rischio biologico avviene quando si manipolano materiali di natura sanitaria potenzialmente infetti o organici.
Il rischio di contagio o diffusione di virus e batteri, in questi frangenti, è molto alto. Ecco perché il solo lavaggio delle mani non sempre è sufficiente e la tecnologia ci viene in soccorso con GLOW.
GLOW è un dispositivo che sanifica le mani in pochi secondi e che punta a far diventare la sanificazione mani al plasma freddo uno dei modi principali per ridurre la diffusione di virus e batteri.
Le malattie trasmesse attraverso il contatto diretto e le superfici comuni sono frequenti, in maggioranza in ambienti clinici. Pertanto, un dispositivo che elimina fino al 99,9% di virus, funghi e batteri grazie al potere igienizzante del plasma freddo è indicato per strutture come:
ambulatori dentistici, oculistici
cliniche private
studi medici
residenze per anziani
Introducendo le mani all’interno del dispositivo, automaticamente GLOW igienizza le mani, utilizzando solo l’aria circostante, senza utilizzo di alcol o sostanze chimiche. Tutto questo si traduce in un’esperienza di utilizzo senza rivali:
mani asciutte
niente sgradevoli odori di disinfettante o alcol
assoluta certezza di sanificazione
Un’ottima alternativa al classico lavaggio con acqua e sapone ma, soprattutto, un modo sostenibile di fare prevenzione. Senza l’utilizzo sostanze chimiche e di recipienti di plastica difficili da smaltire.
Da qualche settimana siamo entrati nella fase finale di questa pandemia, tuttavia la prevenzione COVID-19 è un tema ancora molto importante. Infatti, le nuove disposizioni del governo entrate in vigore da maggio parlano ancora di misure restrittive, mascherine, guanti e tutti quei metodi che finora sono stati i capisaldi della lotta contro il contagio.
A livello di prevenzione COVID-19, c’è ancora da fare tanto e non bisogna abbassare la guardia, come ci hanno raccontato gli esperti in questo precedente articolo.
Qui, invece, faremo il punto sui metodi e i consigli più interessanti per fare prevenzione COVID-19 in modo sostenibile. Ponendo l’accento su tutto quello che possiamo fare per rendere più green la lotta contro il coronavirus.
Prevenzione COVID-19 e inquinamento
Abbiamo già parlato del rapporto tra Covid-19 e ambiente a livello generale, qui vedremo qualche consiglio pratico, dettato anche dai report che istituzioni e osservatori sull’ambiente hanno redatto in questi anni di pandemia.
In particolare, nel report di SNP Ambiente (Sistema Nazionale Protezione Ambiente) troviamo diversi spunti e riflessioni che fotografano la situazione degli ultimi anni e tracciano la via sulle misure da intraprendere a breve.
il primo lockdown ci ha dato l’idea di come sarebbe un mondo con emissioni di CO2 quasi azzerate;
l’inquinamento ha effetti diretti sull’ambiente e sulle specie animali, azzerando quasi del tutto la biodiversità, favorendo il proliferare di batteri in habitat umani e il famoso salto di specie di virus dagli animali all’uomo.
Questi ed altri aspetti sono, tuttavia, strettamente collegati a piccoli e grandi gesti che, quotidianamente, ognuno di noi compie, alcuni dei quali per prevenire il COVID-19.
Come fare prevenzione COVID-19 in modo green: 5 consigli
Se riflettiamo su alcune semplici azioni quotidiane, possiamo vedere come queste possono migliorarci la vita a breve e a lungo termine.
Quando parliamo di ambiente, dobbiamo sempre tenere a mente che la somma delle azioni e dei comportamenti della comunità influisce sul pianeta.
Ecco perché, prendendo spunto da molti atteggiamenti adottati durante il lockdown, possiamo imparare come fare prevenzione COVID-19 rispettando l’ambiente.
Approfittare dello smart working per fare prevenzione COVID-19
Prima del lockdown, lo studio “Added Value of Flexible Working” realizzato da Development Economics, calcolava che a livello mondiale il lavoro agile è in grado di ridurre i livelli di anidride carbonica di 214 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030, pari alla stessa quantità di CO2 che verrebbe sottratta dall’atmosfera da 5,5 miliardi di alberi.
Questi dati erano molto interessanti, ma non potevano prevedere una pandemia. Durante il lockdown, infatti, molte aziende hanno permesso di adottare il lavoro agile ai propri dipendenti.
Oltre a delle positive ripercussioni sociali, questo ha permesso di ridurre drasticamente i livelli di anidride carbonica nell’aria.
In molti casi, infatti, ridurre o eliminare il tragitto casa-lavoro ha avuto degli effetti benefici su persone e ambiente. Nell’immagine sopra, vediamo come il 24% degli intervistati (un campione di 3907 dipendenti degli uffici regionali ambientali), nel tragitto casa-lavoro (andata e ritorno) compia circa 6 km, 3 km a tratta quindi.
Una distanza non proibitiva per essere fatta con i mezzi o in bici o, perché no, anche a piedi. Il concetto, insomma, è quello che molte aziende, le quali hanno già sperimentato lo smart working ed hanno a cuore la sostenibilità ambientale, adottano e adotteranno il lavoro agile. Le previsioni economiche parlano chiaro.
Bisogna approfittarne anche in ottica prevenzione COVID-19. Ridurre il lavoro in azienda ed aumentare quello da casa, è una delle prime misure adottare in questi anni di crisi.
L’obiettivo è quello di renderlo sistematico: riducendo l’andare in ufficio solo in alcuni giorni della settimana o del mese. Evitare situazioni di contatto o assembramenti ed inquinare meno sono due ottimi motivi per valutare di usufruire del lavoro agile.
Smaltire mascherine e guanti correttamente
L’esteso uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) ha prodotto, in questi ultimi due anni, una nuova emergenza ambientale. Sono tante, purtroppo, le mascherine che vengono smaltite male o che, addirittura, vengono gettate a terra.
L’Istituto Superiore della Sanità, già a suo tempo, ha prodotto vari documenti per l’uso e lo smaltimento dei DPI. Ecco qui il documento, da cui traiamo le indicazioni principali.
La gravità del mancato smaltimento delle mascherine è massima. La maggior parte delle mascherine chirurgiche sono prodotte in materiale TNT (tessuto non tessuto di polipropilene o poliestere). Questo materiale non è biodegradabile, né riciclabile. Un prezzo che la prevenzione COVID-19 non può pagare.
Questa tipologia di rifiuti causa, pertanto, un danno enorme all’ambiente, soprattutto se vengono smaltite senza criterio. Le mascherine e i guanti in lattice vanno gettati nell’indifferenziata, lo stesso vale per le mascherine della famiglia FFP (1,2,3).
Il discorso, ovviamente, va preso in linea generale. Cambia, invece, se parliamo di DPI che sono stati utilizzati da persone infette da COVID-19 o altre malattie infettive.
In questo caso, infatti, se si è in casa da infetti o con una persona che lo è, bisogna accumulare tutti i rifiuti in un unico sacchetto per i rifiuti secchi (indifferenziata). Questo vale non solo per guanti o mascherine, ma anche per fazzoletti utilizzati dalla persona contagiata.
Inoltre, bisogna:
Utilizzare 2 o 3 sacchetti che racchiudano il sacchetto principale della raccolta;
Chiudere i sacchetti con i lacci o con del nastro adesivo;
Utilizzare i guanti monouso per maneggiare questo tipo di rifiuti;
Inoltre, è stato specificato nel documento che bisogna derogare i criteri di raccolta differenziata in caso di sacchetti contenenti materiale utilizzato da infetti.
Smaltimento DPI sul luogo di lavoro
Per quanto riguarda luoghi diversi dall’abitazione o dall’ospedale, le mascherine e i guanti monouso vanno gettati in appositi contenitori. Abbiamo già trattato qui dell’importanza della prevenzione COVID-19 sul posto di lavoro, il corretto smaltimento di materiale potenzialmente infetto rientra nel dovere dei datori di lavoro e delle aziende.
In aree lavorative, infatti, i DPI devono essere smaltiti:
in contenitori dedicati
posizionati in luoghi ben visibili ed areati, al riparo dalle intemperie
utilizzando un prodotto igienizzante prima della chiusura e del cambio sacco
Per quanto riguarda la frequenza del cambio sacco dipende dal numero di dipendenti dell’azienda (maggiore sarà il numero, maggiore sarà la frequenza del cambio).
Utilizzare dispositivi di prevenzione COVID-19 alternativi
Nell’ottica di evitare gli sprechi ed inquinare meno, vanno prese in considerazione le numerose alternative che ci sono circa le misure di prevenzione COVID-19. Senza voler troppo estremizzare, si possono evitare grandi sprechi e occasioni per inquinare, compiendo alcune piccole azioni giornaliere:
Utilizzare DPI diversi da quelli in TNT o materiale monouso
A questo proposito, sono nate diverse startup che producono mascherine e altri dispositivi di prevenzione dal COVID-19 riutilizzabili. Eccone alcune:
iMask, è una startup siciliana che ha creato un tipo di mascherina con filtro antimicrobico sostituibile. Inoltre, ha la possibilità di auto-santificarsi in poco tempo. In studio presso l’Istituto Superiore della Sanità potrebbe essere decretato come DPI.
Botect by Roncato è un altro dispositivo commercializzato dalla nota ditta di valigie. Può essere utilizzata in qualsiasi ambiente ed è dotata di filtro intercambiabile.
Arya Mask, invece, punta molto sul design e la personalizzazione. Prodotta da una ditta di Lecco, questa mascherina presenta sempre dei filtri sostituibili.
U-Mask è una soluzione a lunga durata (riutilizzabile tra le 150 e le 200 ore) con filtro acquistabile. Possiede già il conferimento di DM (dispositivo medico), al pari di una mascherina chirurgica.
AusAir, invece, è una soluzione che guarda oltre la prevenzione COVID-19. Infatti, i filtri e le valvole di questa mascherina riescono a bloccare e neutralizzare il 97% di virus e batteri, ma anche polveri sottili e fumo. Prodotta da due fratelli australiani, ha già riscosso diverso successo su diverse piattaforme di crowdfunding.
Evitare lo spreco di disinfettanti e recipienti in plastica
I detergenti e i disinfettanti rappresentano una tra le fonti principali d’inquinamento per le acque dei fiumi e dei laghi, e di conseguenza dei nostri mari.
Nel marasma generale delle prime settimane di pandemia, c’è stata una furiosa corsa agli igienizzanti gel o spray. Il fenomeno, col tempo, è andato ad attenuarsi ma, tuttora, lavare le mani è un’ottima forma di prevenzione dal COVID-19.
Come abbiamo già detto, non sempre disinfettanti ed igienizzanti mani sono indicati per sanificare a dovere, anche perché abusarne non è mai una buona idea per diversi motivi:
Rischio di dermatiti da sfregamento, l’eccessivo uso di disinfettanti di origine chimica può causare dermatiti o altri disturbi alla pelle,
Resistenza microbica ai disinfettanti, in questo caso, l’abuso di igienizzanti può rendere virus e batteri immuni alla loro azione, poiché svilupperebbero una resistenza alla loro azione antimicrobica.
Eccessivo consumo recipienti di plastica che contengono disinfettanti e igienizzanti
Pertanto, se vogliamo incidere meno su ambiente ed ecosistemi, dovremmo ridurre l’uso di gel igienizzanti e pensare a soluzioni alternative o complementari. Eccone alcune:
Lavarsi bene le mani nelle occasioni in cui ci è possibile è già un inizio;
Strettamente collegato ai temi della prevenzione COVID-19, c’è quello dell’uso promiscuo di bottiglie, bicchieri e stoviglie non solo in ambito domestico ma anche sportivo.
Per evitare contagi è bene non condividere o non rischiare di scambiarsi recipienti e stoviglie tra soggetti diversi, cosa che accade in diversi contesti.
Adottando l’utilizzo di borracce, bottiglie e bicchieri in bioplastica o in bambù, questa abitudine può essere abbandonata, così come l’uso di recipienti di plastica può essere facilmente ridotto.
Molte aziende stanno già abbandonando cannucce e bicchieri di plastica per la somministrazione di bevande, questo significa che è possibile farlo a tutti i livelli. Ci sono già politiche che permettono alle aziende di guadagnare dal riciclaggio di plastica, di ridurre la presenza di microplastica in recipienti e imballaggi, di stimolare un cambiamento di abitudini nella gente.
Sin dai tempi antichi, la prevenzione è sempre stata fondamentale. Da decenni, però, si tende a porre rimedio e a medicalizzare tutto, probabilmente perché anche la salute è stata commercializzata.
Un approccio che, invece, mette la salute al centro è quello che punta a vivere in un ambiente sano, aiuta a restare sani. In questo momento, invece, rischiamo di vivere contro natura, eliminando a tutti i costi agenti patogeni che fanno parte di ecosistemi infinitesimamente piccoli.
Potremmo così rendere il sistema immunitario sempre meno allenato a contrastare virus e batteri, perché la prevenzione reale non è quella che vuole un mondo asettico ed innaturale, ma è quella che si fa in modo naturale: virus e batteri esistono e vengono eliminati dal nostro organismo. Allontanarci troppo dalla natura o modificare i suoi equilibri, invece, ci porterà a continue catastrofi mondiali, come quella che abbiamo appena vissuto.
Abbiamo sperimentato in questi ultimi due anni, come l’igiene delle mani sia fondamentale per la prevenzione di malattie ed infezioni. Ogni anno dal 2005, il 5 maggio è la Giornata mondiale dell’igiene delle mani, un modo per sensibilizzare tutti verso una pratica così semplice e naturale che, in molti casi, può essere il giusto modo per allontanare infezioni respiratorie e gastrointestinali.
Una giornata a cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tiene molto. Ecco perché, in questo articolo, oltre a ripercorrere la storia dell’igiene delle mani, vedremo alcuni metodi per metterla in pratica, anche in assenza di acqua e sapone.
Igiene della mani: la storia
La storia dell’igiene delle mani va di pari passo con quella di un medico ungherese, Ignaz Semmelweis. Siamo nell’Europa del 1840, questo medico esercitava all’ospedale di Vienna nel reparto maternità.
Una delle piaghe di quegli anni era la morte delle partorienti a seguito di una strana febbre, chiamata febbre puerperale, poco dopo il parto. Semmelweis analizzò i vari casi documentati negli anni e notò qualcosa.
Le morti erano in maggioranza nei reparti in cui le partorienti erano affidati ai medici che facevano, nella stessa giornata, anche le autopsie a scopo didattico. Erano, invece, molte meno le morti in cui le partorienti erano assistite da levatrici donne.
Lo studio del dott. Semmelweis andò avanti e, ben presto, ricondusse tutto alla mancata igiene delle mani da parte di chi assisteva il parto. La sua teoria si basava, di fatto, sulla trasmissione di agenti patogeni dai cadaveri ispezionati alla sala parto e quindi all’organismo delle partorienti.
A quei tempi, sembra difficile crederlo, ma non era una consuetudine lavarsi le mani e lo studio sui germi e la loro proliferazione sarebbe avvenuto tempo dopo.
Pertanto, sia nelle pratiche quotidiane, sia in ambito medico ed ospedaliero, non era prevista alcuna igiene delle mani. Lo studio del medico ungherese, però, non fu accolto bene: i medici avrebbero dovuto ammettere, di fatto, di aver causato la morte delle loro pazienti.
Semmelweis, così, non poté fare altro che pubblicare i suoi studi, raccogliendoli anche in un libro che non fu mai accolto o riconosciuto dalla comunità medica mondiale. Solo dopo la sua morte, grazie al medico scozzese Joseph Lister la sanificazione delle mani e degli strumenti chirurgici prese piede.
C’è da dire, per completare il racconto, che solo nel recente passato, intorno al 1980, la pratica del lavaggio delle mani in ambito medico fu ufficialmente riconosciuta.
Igiene delle mani: perché è importante?
Questa scoperta fu molto importante, anche se oggi ci sembra molto naturale lavare le mani dopo la maggior parte delle nostre attività. Circa l’80% delle malattie viene trasmesso dal contatto con mani non igienizzate correttamente.
Queste mani infette vengono facilmente a contatto con le superfici e quindi con altre mani.Ecco alcune malattie che si diffondono per la mancata igiene delle mani:
Norovirus: un virus che causa comunemente la gastroenterite virale nell’uomo, a tutte le età. Si diffonde, facilmente, in persone che condividono spazi comuni.
Può, quindi, accadere in casa, in ufficio, in tutti i luoghi frequentati da persone che condividono uno stesso spazio. Inoltre, è uno dei virus che, a determinate latitudini, può comportare la morte nei bambini sotto i 5 anni, conseguenza di luoghi con scarsa igiene di base e scarsità di acqua pulita.
Malattie aeree: come abbiamo avuto modo di conoscere a causa del COVID-19, le malattie respiratorie si diffondono tramite le famose goccioline che vengono respirate, starnutite o tossite in aria.
Anche le comuni malattie respiratorie come raffreddore, l’influenza sono causate da una scarsa igiene, oltre alle più gravi come varicella e meningite.
Infezioni nosocomiali: non è raro, purtroppo, che molte infezioni vengano diffuse proprio in ospedali o strutture mediche. Ecco perché l’igiene delle mani in ambito medico è da mettere al primo posto per medici, pazienti e personale socio-sanitario.
Epatite A: altra diffusa malattia è l’epatite A. Un’infezione che può causare gravi sintomi: disfunzione epatica, ittero, dolore addominale, ecc…
Quindi, come vedremo anche più avanti, l’igiene delle mani è di assoluto valore, in un mondo dove per abitudine frequentiamo diversi luoghi e persone. Possiamo definirlo come uno dei metodi più semplici ed efficaci per fare prevenzione.
Igiene delle mani: lavare, igienizzare o sanificare le mani?
C’è una grande differenza tra lavaggio delle mani, sanificazione delle mani e disinfezione delle mani. Il lavaggio delle mani con acqua e sapone rimuove lo sporco, mentre l’uso di disinfettanti per le mani a base di alcol o salviette può ridurre i batteri sulle mani che non sono visibilmente sporche. La disinfezione delle mani è, invece, il passo successivo in termini di efficacia.
A volte le persone usano le parole “pulizia delle mani” e “disinfezione delle mani” in modo intercambiabile, ma questi termini hanno significati diversi.
Infatti, la rimozione dello sporco visibile è una pratica efficace ma non si riferisce all’uccisione dei microrganismi, che si ottiene utilizzando un disinfettante per mani o dispositivo di sanificazione mani.
Il lavaggio delle mani, in pratica, è l’atto di pulire le mani con acqua e sapone per rimuovere germi, sporco e oli grassi. Questo può essere fatto con semplice sapone o aggiungendo un agente antibatterico.
Questo studio norvergese ha dimostrato come il lavaggio con acqua e sapone è più efficace del lavaggio mani con gel, se fatto con determinati criteri.
Nei prossimi paragrafi vedremo come lavarle e perché pensare all’igiene delle mani è importante.
Igiene delle mani: metodi, pro e contro
D’altra parte, acqua e sapone dovrebbero essere usati se le mani sono visibilmente sporche o contaminate da materiale organico. Tale lavaggio è particolarmente importante prima di mangiare o preparare il cibo e dopo aver usato la toilette. Il lavaggio delle mani con il sapone rimuove anche lo sporco e la terra che contengono microrganismi.
Ad ogni modo, come sappiamo, non semprelavarsi le mani e utilizzare gel come igienizzante è un’assicurazione di disinfezione, non quanto l’igienizzazione mani con il plasma freddo.
L’igiene delle mani è il modo più efficace per ridurre la diffusione dei germi. Non dimenticare di lavare o disinfettare le mani dopo aver tossito, starnutito, soffiato il naso, visitato il bagno e prima di mangiare.
1. Bagnare le mani con acqua corrente.
2. Applicare il sapone liquido. Insaponare vigorosamente tra le dita e sotto le unghie per 30 secondi.
3. Risciacquare con acqua corrente e asciugare accuratamente con un asciugamano pulito o un asciugacapelli.
4. Smaltire gli asciugamani di carta in un contenitore dei rifiuti o smaltire gli asciugamani riutilizzabili in modo appropriato.
Come igienizzare le mani: i tre modi di lavarsi mani
Tuttavia esistono 3 tipologie di lavaggio delle mani, note agli addetti ai lavori.
C’è da fare una premessa.
I microrganismi che popolano le mani si distinguono in due tipi:
flora microbica residente: a questa appartengono i microrganismi degli strati più profondi della cute, che non possono essere rimossi facilmente con il semplice lavaggio delle mani.
flora microbica transitoria: questa tipologia, invece, è sugli strati più superficiali della cute. Questi microrganismi si depositano sulle mani in seguito a un contatto diretto con pazienti o superfici infette, ma si può rimuovere facilmente con il lavaggio di routine delle mani.
Tenendo conto di queste informazioni, dovremmo tutti pensare all’igiene delle mani in generale ma, soprattutto, in relazione alle nostre attività ed abitudini quotidiane.
Ecco perché esistono tre tipologie di lavaggio mani, a seconda della durata e di determinati criteri. Abbiamo, quindi:
Il lavaggio sociale delle mani (40-60 secondi); include lavaggio con acqua e sapone quando visibilmente sporche, prima di mangiare o dopo aver utilizzato il bagno. In sostituzione si può usare gel o salviette.
il lavaggio antisettico delle mani (90 secondi circa); è quello indicato nelle aree ad alto rischio prima di qualsiasi procedura invasiva o dopo il contatto con ferite o materiale biologico.
Il lavaggio chirurgico delle mani (5 minuti circa), eseguito con sapone antisettico, è necessario prima di un intervento chirurgico invasivo. Rimuove la flora transitoria, riduce quella residente.
Igiene delle mani: pro e contro dei gel disinfettanti
I gel disinfettanti per le mani sono un modo conveniente per pulire le mani quando acqua e sapone non sono disponibili. I prodotti a base di alcol (in genere dal 60% al 95% di etanolo o isopropanolo), generalmente chiamati “disinfettanti per le mani” o “sfregamenti per le mani”, vengono applicati sul palmo d’una mano e strofinati su tutte le superfici delle mani finché non sono asciutte.
I disinfettanti per le mani a base di alcol devono contenere almeno il 60% di etanolo o il 70% di isopropanolo. In Europa, i detergenti per le mani a base di alcol sono regolamentati dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e possono essere utilizzati, anche se abusare può causare problemi.
Non sono, infatti, così rari i casi di dermatiti da contatto, ne esistono di due tipologie:
Dermatite irritativa da contatto, che è dovuta all’eccessiva rimozione di lipidi della cute, per l’eccessivo sfregamento o utilizzo di gel a base alcolica.
Dermatite allergica da contatto, forse la più diffusa, sviluppata per allergia ai componenti del gel disinfettante stesso.
Inoltre, è facile incappare in errori nell’igienizzazione mani come:
Le tecnologie all’avanguardia che prevedono approcci no-touch potrebbero essere sviluppate per disinfettare completamente le superfici contaminate.
Uno studio, pubblicato online nel gennaio 2022, ha esaminato vari metodi per prevenire la trasmissione di virus e batteri, partendo dalle superfici ed eliminando, parzialmente e gradualmente, i disinfettanti.
Un primo passo verso un tipo di prevenzione che pensa anche agli effetti dannosi dati dall’eccessiva esposizione a prodotti chimici, oltre che alla salute di tutti noi.
Un nuovo studio mostra che il plasma freddo può essere utilizzato in applicazioni di sanificazione delle mani senza contatto. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Heliyon, mostra che i getti di plasma freddo possono essere utilizzati per trattare le mani senza la necessità di un contatto diretto con il plasma.
Il plasma è uno stato della materia che si trova in tutto l’universo e si genera quando gli atomi sono spogliati dei loro elettroni, lasciando un mix di ioni caricati positivamente ed elettroni caricati negativamente.
Una soluzione innovativa e sostenibile per l’igiene delle mani è produrre plasma freddo, che può essere prodotto a temperatura ambiente o anche al di sotto delle temperature di congelamento.
Il Non Thermal Plasma è una tecnologia emergente che può essere utilizzata per una vasta gamma di applicazioni, dalla pulizia delle superfici alla medicina, dalla chimica, al settore alimentare e horeca.
Il plasma, in conclusione, ha dimostrato di avere proprietà antimicrobiche, rendendosi utile come disinfettante che può prevenire la diffusione di batteri e virus.
GLOW, prodotto da HT Plasma è il primo dispositivo no touch Non Thermal Plasma (al plasma freddo) pensato per l’igienizzazione mani. Scopri di più
Negli ultimi anni, a causa del COVID-19, abbiamo imparato a nostre spese l’importanza della sanificazione delle mani e delle superfici. Proprio per questo, diversi studiosi stanno testando metodi alternativi di sanificazione, fra tutti si distingue per efficacia il Non Thermal Plasma (Plasma Freddo).
Abbiamo già parlato del plasma freddo in questo articolo, ma oggi affronteremo le varie applicazioni di questa innovativa tecnologia, basandoci su ricerche specifiche. Negli ultimi anni, infatti, sono stati condotti diversi studi per permettere l’applicazione della tecnologia NTP (Non thermal Plasma) in vari campi: da quello della prevenzione, a quello medico-chirurgico, a quello della sanificazione alimentare.
Oltre alle note proprietà antimicrobiche, ci sono delle prospettive che vedono il Non thermal Plasma impiegato nel trattamento di ferite e nelle terapie oncologiche.
Ecco cosa vedremo nel prosieguo dell’articolo:
Cos’è la tecnologia NTP
Applicazioni del Non thermal Plasma: dalla chimica al medicale
Per chi non conoscesse la tecnologia NTP, possiamo dire che si tratta di un processo chimico che mira a produrre il plasma.
Il plasma è un gas composto da particelle come ioni ed elettroni elettricamente cariche, questo le rende estremamente cariche di energia. Conosciuto come “quarto stato della materia (dopo gas, solidi e liquidi). Il plasma, come detto, ha delle caratteristiche interessanti antimicrobiche ma non solo.
Quando un solido viene riscaldato, si trasforma in liquido e poi da liquido in gas. Se viene applicata una quantità sufficiente di energia al gas, diventa un gas ionizzato noto come plasma, che rappresenta il quarto stato fondamentale della materia.
Il Non thermal Plasma, nel dettaglio, è detto così perché composto da elettroni e ioni a temperature molto diverse tra loro. Il termine non thermal, infatti, sta a significare che gli ioni del plasma sono a basse temperature, rispetto agli elettroni (possono raggiungere temperature oltre 10 mila gradi).
Ecco prodotto il plasma non termico o Non thermal Plasma. Questa tipologia di plasma, non raggiungendo elevate temperature, può essere utilizzarlo in vari ambiti.
Senza scendere troppo nel tecnico, il Non thermal Plasma è molto utile in chimica perché, data la grande concentrazione di energia, è un promotore di reazioni chimiche specifiche.
La sua composizione interna, fatta da elettroni caldi e molecole gassose fredde, è capace di creare reazioni di dissociazione o di formazione di elementi. La reattività del plasma freddo alle scariche elettriche, infatti, è riscontrabile in altri elementi ma a temperature molto più alte e, quindi, difficilmente raggiungibili in poco tempo e senza complicazioni.
Infatti, il Non thermal Plasma è utilizzato anche nella produzione di carburante, unendosi con i catalizzatori che favoriscono i processi chimici che convertono elementi chimici in combustibili. In particolare, il NTP è impiegato nella sintesi del metanolo (componente della benzina), in quella del metano.
L’impiego del NTP in processi per la produzione di carburanti alternativi, come quelli ad idrogeno, è una realtà concreta. Per esempio, il Non Thermal Plasma è già utilizzato nel processo di pirolisi.
La pirolisi è un metodo di riscaldamento, in un ambiente controllato con ossigeno limitato, che permette di decomporre i materiali organici tra 400°C e 650°C. Questo processo è maggiormente utilizzato per generare energia (tramite calore, elettricità o combustibili).
La sfida è quella di utilizzare il plasma freddo in questo processo, per aiutare a recuperare altre sostanze chimiche e materiali che di solito vanno perse. Un motivo per cui il Non Thermal Plasma può davvero rappresentare un futuro più verde.
Non Thermal Plasma in ambito alimentare
Il campo in cui il Non thermal Plasma è utilizzato da anni è quello della sanificazione e della prevenzione. Infatti, nell’industria alimentare è ampiamente impiegato per la sterilizzazione delle superfici nella preparazione di cibi o nella preparazione del packaging.
In questo campo, in particolare, vi è una ricerca fatta sul trattamento al Non thermal Plasma di sacchetti per alimenti da sigillare, che ha dato eccellenti risultati.
Dopo i trattamenti al plasma, la conta batterica ha mostrato una riduzione […] significativa. Questi risultati sono stati confermati dalle osservazioni al microscopio elettronico a scansione (SEM) che mostrano batteri o spore alterati e numerosi detriti. Tenendo conto dei microrganismi studiati, il trattamento con plasma di ossigeno ha mostrato la massima efficienza.
In campo alimentare, la tecnologia Non thermal Plasma è quella più utilizzata perché non crea scarti, non inquina ed ha un impatto nullo sugli alimenti, come si evince da questo studio. In particolare, si comprendo come la NTP:
non altera la freschezza dei prodotti
non incide sulle proprietà nutrizionali
elimina germi e batteri e prolunga la conservazione del prodotto
In questo senso, infatti, si riduce il ricorso a diserbanti o additivi chimici, sanificando l’acqua da virus e batteri e permettendo alle colture di crescere più sane e rigogliose.
La ricerca si è basata su serre idroponiche (colture in ambiente controllato) su piante di pomodori, erbe aromatiche, lattuga, fragole ed altre colture destinate al consumo umano. La tecnologia Non thermal plasma ha agito sia sull’acqua, come detto, sia sull’aria dell’ambiente in cui sono cresciute le piante.
I risultati sono stati notevoli: al microscopico si è notato la riduzione dell’80% di virus e batteri sulle piante. In questo modo, la coltivazione con acqua e aria trattate dal Non thermal plasma apre a scenari interessanti, tra tutti il graduale abbandono degli additivi chimici nell’agricoltura.
In particolare, anche il Dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova ha certificato l’efficacia di questa tecnologia applicata all’agricoltura.
Tecnologia al plasma freddo per prevenire la salmonella
Un altro studio, condotto nel 2021, ha rilevato un’efficacia particolare del NTP per quanto riguarda il trattamento di uova per l’eliminazione del batterio della salmonella, diffusissimo nelle uova.
Lo studio, nel dettaglio, si è concentrato su come trattare una superficie più ampia del guscio d’uovo ed in particolare, di come poter trattare più uova contemporaneamente, in modo da avere delle future applicazioni industriali.
Qui è stato utilizzato un nuovo dispositivo NTP con un sistema di getto a doppio ugello rotante, in grado di trattare un’area anziché un punto. Le uova in guscio inoculate con Salmonella enterica sierotipo Enteritidis (SE) sono state collocate su una piattaforma mobile sotto il sistema di getto a doppio ugello rotante.
Nell’odontoiatria, in realtà, il plasma freddo è ampiamente utilizzato per la sanificazione di strumenti e il trattamento dei pazienti. In un recente studio sulla gengivectomia, si evince come molti pazienti trattati con tale tecnologia abbiano avuto una rimarginazione delle ferite in pochissimo tempo.
Si può concludere che Non Thermal Plasma migliora l’epitelizzazione e stimola la guarigione delle ferite dopo gengivectomia e gengivoplastica.
Nel maggio 2021, invece, sono stati pubblicati i risultati di uno studio effettuato su topi da laboratorio, trattati da NTP generato da radio-frequenza. L’obiettivo era quello di stabilire se il plasma freddo avesse delle conseguenze su materiale organico.
I risultati sono stati molto incoraggianti: oltre alla disattivazione batterica, nota proprietà del plasma freddo, si è verificata l’eliminazione delle cellule cancerogene presenti sul tessuto organico delle cavie. Inoltre, le ferite guariscono più rapidamente rispetto ai trattamenti tradizionali. (Rosendo Pena-Eguiluz, 2021)
Altra ricerca specifica sui danni che il plasma freddo ha causato alle cellule tumorali. Qui vengono analizzati i processi con cui il Non thermal plasma agisce, inattivando i microbi e incidendo sulla morte delle cellule cancerose. (Helena Motaln, 2021).
Si è dimostrato che la NTP (Non thermal Plasma) agisce come antinfiammatorio, stimola i tessuti, migliora il flusso sanguigno e guarisce… è battericida, proapoptotico e antitumorale. La capacità antitumorale della NTP ha portato a stabilire un nuovo campo in medicina chiamato “oncologia del plasma”
In questa ricerca, infatti, le note liete riguardano non solo la capacità di indurre la morte di cellule tumorali nei topi, ma anche la regressione di tumori dopo dei trattamenti al Non thermal Plasma.
Già nel settembre 2017, una ricerca di laboratorio ha evidenziato come il Non thermal Plasma sia aggressivo verso un tumore come l’osteosarcoma (OS). Le conclusioni sono state confortanti, in attesa di verifiche sul tessuto vivo e cavie.
Una volta convalidate per la terapia dell’OS nei modelli preclinici, le terapie al plasma devono essere integrate all’interno di specifiche modalità di trattamento del cancro. Questo potrebbe essere, ad esempio, come strumento adiuvante durante la chemioterapia e la resezione, come potente killer di micrometastasi.
Perché la sanificazione al plasma freddo è il futuro?
In definitiva, possiamo dire che la Non thermal Plasma technologies è una di quelle innovazioni che possono davvero far cambiare la vita in tanti ambiti. Dal mondo della chimica, a quello dell’alimentazione e dell’agricoltura.
Nel campo della prevenzione ed in quello medico, abbiamo visto come il trattamento di ferite e di patologie anche gravi (cancro), stia facendo passi in avanti notevoli. L’innovazione del Non thermal plasma, che dovremmo accogliere, ha moltissimi vantaggi e pochissimi svantaggi.
Ecco perché il plasma freddo rappresenta davvero il futuro. Sia dal punto di vista scientifico, che da quello medico e alimentare, è evidente la sua efficacia nel trattamento di superfici organiche (pelle, organi, alimenti).
Inoltre, la tecnologia Non thermal Plasma non produce scarti e non inquina, dimostrando una grande versatilità, dato che per produrlo serve semplicemente una carica elettrica controllata a basso voltaggio.
HT Plasma, come azienda innovatrice, ha investito e continuerà ad investire in questa tecnologia, concentrandosi sulla sanificazione e la prevenzione, mantenendo il focus sulla sostenibilità ambientale.
In questo articolo, continuiamo a scoprire il dietro le quinte di HT Plasma e, in particolare, del Design GLOW. Dal reparto Ricerca & Sviluppo, al reparto concept & design, passando per quello comunicazione, capiremo come una startup innovativa, tutta italiana, punta a rivoluzionare l’igienizzazione delle mani, uno dei metodi di prevenzione più importanti in questi anni di pandemia.
Abbiamo incontrato Ivan Fiorin, industrial product designer, tra gli ideatori del concept di GLOW, e ci ha parlato del prodotto e di come lavora un’azienda di design radicata nel territorio ma con contatti e collaborazioni internazionali.
Siamo stati contattati da HT Plasma in quanto Emo design negli anni ha saputo costruirsi un’esperienza solida nell’ambito del design di prodotto e quindi aveva le caratteristiche evidentemente adatte per accompagnare passo dopo passo l’azienda verso un risultato concreto.
Siamo rimasti, fin da subito, incuriositi dal tipo di progetto proposto e abbiamo ritenuto potesse essere una buona occasione per metterci alla prova ancora una volta.
Ivan Fiorin-Industria Product Designer
Come funziona il lavoro di un designer industriale/product designer?
Un designer di prodotto ha il compito di generare un’idea e renderla fruibile. Se volessimo fare un’analogia, il lavoro in sostanza è molto simile a quello di un sarto.
Anche lui deve capire le esigenze del cliente, intercettare i trend attuali e futuri, e creare un abito non solo appetibile dal punto di vista estetico ma che sia anche comodo e facile da indossare.
Nel nostro caso, l’abito diventa un prodotto di consumo che possiamo ritrovare nel nostro quotidiano, che sia uno spazzolino per i denti o una stufa a pellet.
Design Glow: le fasi della creazione prodotto
Quali sono le fasi che hanno portato alla creazione del concept? e come si fa a dare vita ad un prodotto che esiste solo nelle idee di ricercatori e scienziati?
Nel caso specifico di Glow per noi era importante innanzitutto capire quali erano le criticità e le opportunità sul piano esperienziale, in quanto Glow prevede un contatto diretto con la persona durante tutta la fase di igienizzazione.
Abbiamo lavorato quindi fin dall’inizio per rendere l’utilizzo del prodotto il più piacevole e semplice possibile, analizzando le varie fasi di interazione e capendo come altri prodotti già esistenti nel mercato si comportavano con situazioni analoghe.
Questo ci ha permesso di creare una serie di idee che sono poi state tradotte in diverse proposte estetiche, partendo da semplici disegni su carta fino ad arrivare a dei modelli 3d realizzati al computer.
Design GLOW: il processo di igienizzazione
La forma ed il Design GLOW ha certamente inciso sul suo utilizzo. Ecco perché, è bene ribadire come avviene il processo di igienizzazione e come il suo design ha reso unica l’esperienza di utilizzo di questo dispositivo.
Facile. Glow è un dispositivo compatto e di design, dall’uso facile ed intuitivo. Basta alimentarlo ad una presa di corrente e non avrai più problemi di batterie che si scaricano.
Veloce. In pochi secondi Glow garantisce una sanificazione fino al 99,9% da virus, funghi e batteri non solo sulla pelle ma anche dello spazio sotto le unghie, dove spesso i virus si depositano.
Sicuro. Il processo di disinfezione si conclude automaticamente lasciando le mani perfettamente asciutte e protette sperimentando una user-experience senza precedenti.
Fornire una soluzione esteticamente accattivante quanto è stato importante per il Design GLOW? Quanto incide l’aspetto estetico per un prodotto che deve essere di pubblica utilità?
È sicuramente molto importante fornire un certo “appeal” estetico al prodotto, ancor di più forse è bilanciare il suo design in modo che non risulti troppo invasivo una volta collocato nel luogo di utilizzo e che coniughi intenti a volte opposti tra loro.
Nel caso di Glow, per esempio, volevamo un oggetto che fosse iconico e che comunicasse la tecnologia innovativa al suo interno ma, allo stesso tempo, che trasmettesse affidabilità e fosse accomodante se collocato in ambienti diversi.
Estrema facilità di utilizzo, basta una presa di corrente
Zero impatto ambientale
Realizzato con materiali riciclati
Bassissimo consumo elettrico per generare il plasma freddo
Quali sono i materiali che avete scelto per la realizzazione del DESIGN GLOW?
Abbiamo utilizzato principalmente delle lastre piegate in alluminio, in quanto questo materiale permette di avere un prodotto solido e duraturo nel tempo, ma anche conveniente dal punto di vista manifatturiero.
L’altro materiale che ritroviamo nel prodotto è il policarbonato nella parte frontale che oltre a caratterizzarne il design ci ha permesso di inserire un’interfaccia luminosa “a scomparsa” per preservare una certa pulizia estetica dell’oggetto.
Design GLOW: certificazioni e innovazione made in Italy
Glow è stato pensato, progettato e prodotto interamente in Italia nel rispetto di tutte le normative vigenti. In particolar modo risulta:
Testato presso i laboratori di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, centro di ricerca in prima linea nel combattere la diffusione del Covid19.
Depositato il brevetto industriale innovativo e tecnologico presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
Marchiato CE: Prodotti conformi in ogni singolo processo di produzione e lavorazione alle direttive Europee
Testato con prove di compatibilità elettromagnetica (EMC)
Conforme alla direttiva low voltage directive (LVD)
Ci sono stati diverse varianti di GLOW prima di raggiungere la versione definitiva?
Si, chiaramente è stato un percorso step by step, per Glow dopo una prima fase di esplorazione creativa più ampia, siamo arrivati a definire due direzioni progettuali ben definite e opposte tra loro.
Da qui in poi si è trattato solo di capire quale delle due direzioni fosse quella più adatta ai fini del progetto, sviluppando passo dopo passo con il team di HT plasma i cambiamenti necessari per migliorare il design di Glow.
Ringraziamo Ivan Fiorin ed Emo Design per aver saputo interpretare i nostri desideri con un concept accattivante e ricercato ma al tempo stesso estremamente intuitivo.
Promuovere l’italianità, l’innovazione e la sostenibilità ambientale è il driver della nostra azienda, sin dal primo giorno.
La primavera, spesso, è il periodo in cui si pianificano viaggi e vacanze e, nonostante la pandemia, sembra che il settore turistico stia ripartendo. Ecco perché è utile fare un focus sulla sanificazione della mani e la prevenzione in hotel e altre strutture ricettive.
Per garantire la salute e il benessere degli ospiti e dei lavoratori negli hotel e nelle strutture ricettive, si dovrebbero seguire determinate regole e norme che, nel corso di questi mesi di pandemia, sono state ribadite anche nel dpcm del 24 marzo 2022.
Ecco perché, in questo articolo, faremo chiarezza su quello che c’è da sapere per i gestori di alberghi e per gli ospiti degli stessi.
In sintesi parleremo:
delle forme di check in e pagamento contactless nelle reception,
dell’utilizzo di dispenser igienizzanti mani nei corridoi e nelle aree comuni,
delle misure di prevenzione come distanziamento sociale e ingressi contingentati in sale congressi, palestre e piscine
Sanificazione delle mani in albergo: atrio, corridoi, aree comuni
L’industria dell’ospitalità sta lavorando duramente per fornire agli ospiti un soggiorno sicuro e confortevole durante la remissione di questa pandemia. Gli ospiti e i lavoratori sono diventati molto attenti alla pulizia e all’igienizzazione delle mani e delle superfici che vengono toccati.
Gli hotel hanno già intrapreso misure extra per garantire la sicurezza degli ospiti. Gli hotel si sono sempre concentrati sulla pulizia, ma ora stanno anche educando i loro dipendenti alla luce della pandemia.
Oltre ad avere stilato dei vademecum interni per la gestione degli hotel e la pulizia, molti hotel hanno già reinventato molti processi, affinché avvengano senza contatto.
Sanificazione delle mani nell’atrio
La pandemia ha cambiato per sempre il check-in dell’hotel. Gli ospiti possono ora fare il check-in online o attraverso un chiosco self-service senza contatto. Lo stesso vale per le modalità di pagamento: preferire pagamenti di tipo contactless per ridurre i rischi di trasmissione di germi e batteri.
Inoltre, la chiave delle stanze (magnetica e non) viene tenuta dagli ospiti per tutta la durata del viaggio e poi sanificata, prima di assegnarla ad un nuovo ospite della struttura.
Tutti gli alberghi sono dotati di dispositivi di protezione personali certificati, come mascherine, guanti e gel igienizzanti. Inoltre:
• Plexiglass protettivi presso i desk di accoglienza
• Segnaletica di sicurezza sul pavimento
• Invito all’utilizzo dell’ascensore una persona alla volta
Stazioni di sanificazione delle mani nei corridoi
Gli altri ambienti, in cui è stato saggio intervenire con misure di prevenzione, sono i corridoi. In particolare, in questi mesi e in quelli avvenire, è stata applicato un protocollo di sanificazione, molto diffuso:
Sanificazione degli ambienti: corridoi, aree comuni e con macchine ionizzanti
Pulizia delle superfici nella hall, in reception, sugli elementi di arredo, nei servizi igienici, ascensori e relative pulsantiere ad elevata frequenza di contatto
In fatto di prevenzione, in alberghi e strutture ricettive, l’attenzione deve essere massima. La frequenza con cui avviene il ricambio di ospiti impone un regime di pulizia molto preciso. Queste sono alcune informazioni per gli hotel, alcune sono adottate tuttora per scongiurare il rischio contagio:
Postazioni per l’igienizzazione delle mani nell’atrio e nelle sale riunioni.
Limitare gli ospiti negli ascensori, se possibile.
Disinfettare le chiavi dell’hotel prima del check-in.
Pulire frequentemente le aree pubbliche e i dispositivi comuni.
Il personale di pulizia indossa guanti e mascherine durante la pulizia delle camere.
Permettere al personale di indossare la propria maschera e i propri guanti, se lo desidera.
Aumentare la ventilazione nelle sale riunioni.
Fornire una colazione preconfezionata in scatola o servire la colazione individualmente ai tavoli.
Aree comuni e altri servizi
Il personale dell’hotel deve pulire le aree comuni: sale congressi, palestre, piscine e centri benessere. Inoltre, deve far arieggiare le stanze e i luoghi di aggregazione e assembramento, utilizzando anche ionizzatori d’aria.
Un ricambio d’aria è fondamentale, anche in una fase remissiva del virus, come quella prevista in questa primavera/estate 2022.
Nel caso di palestre o piscine, va applicato l’avviso del 1 aprile 2022 rilasciato in modo congiunto dal Ministero della Salute e dal Dipartimento dello Sport. Qui si fa specifico riferimento a 5 aspetti fondamentali della prevenzione:
In generale, viene posta l’attenzione ai luoghi di dimensioni esigue in cui è sempre raccomandato l’utilizzo della mascherina e degli ingressi contingentati. All’ingresso e in più punti degli ambienti comuni, è necessario dotarsi di colonnine igienizzanti e favorire la sanificazione delle mani frequente.
Inoltre, si fa un focus sull’igienizzazione delle superfici e sull’aerazione di ambienti comuni, con l’utilizzo anche di ionizzatori per l’aria.
Cucina Hotel: sanificazione delle mani, superfici ed utensili
Le regole per alberghi e strutture ricettive coinvolgono, certamente, anche le cucine e i lavoratori che vivono questi ambienti. Ecco perché, anche in questo caso, è stato stilato un elenco di norme ed avvertenze condiviso da varie istituzioni.
In particolare, si pone l’accento sulla lavaggio delle mani e le misure di prevenzione da adottare durante la preparazione dei cibi, il servizio e la pulizia.
Preparazione degli alimenti
Il personale addetto alla preparazione degli alimenti dovrà aver seguito un apposito corso di aggiornamento sulle norme igienico-sanitarie da adottare in questo particolare periodo di criticità, in conformità alle normative vigenti.
Oltre all’utilizzo di DPI e alla relativa frequenza di cambio, dopo operazioni quali: apertura, chiusura porte di uscita dai locali cucina e svuotamento di contenitori di rifiuti.
Durante il servizio non bisogna toccarsi viso, bocca e occhi con i guanti. Inoltre, ad ogni cambio di guanti si raccomanda l’igienizzazione della mani. Il lavaggio delle mani, come detto, è una delle forme di prevenzione migliore contro le infezioni, forse più efficace dell’indossare i guanti.
Tutti i lavoratori impiegati nel settore alimentare hanno l’obbligo di lavarsi frequentemente e accuratamente le mani, con acqua corrente calda e sapone. I gel disinfettanti mani possono essere un’aggiunta, ma non sostituiscono il lavaggio delle mani.
Preparazione sala
Per facilitare il distanziamento, possono essere utilizzate per la gestione degli ospiti aree aggiuntive interne ed esterne alla struttura ricettiva (spesso utilizzate per altri scopi). I tavoli devono essere distanti almeno un metro l’uno dall’altro, ad eccezione delle famiglie o delle persone che convivono o condividono la stessa stanza.
Gli addetti alla sala, che entrano in contatto diretto con gli alimenti, devono indossare mascherine e devono lavarsi o igienizzarsi frequentemente le mani.
La tovaglia va cambiata ogni volta che si cambia un ospite. Se si utilizza un telo coprimacchia sulla tovaglia, basta sostituire quest’ultimo. Se non è possibile prevedere l’uso di una tovaglia che copra l’intera superficie del tavolo, il tavolo deve essere pulito dopo ogni servizio.
È indicato il servizio al tavolo con personale adeguatamente munito di guanti e mascherina.
Il servizio a buffet è da consigliare solo se si rispetta il distanziamento e si evita l’affollamento (es. adesivi sui pavimenti, pali, nastro segnaletico di percorso, ecc.).
Gli alimenti esposti nei buffet devono essere adeguatamente protetti. Se non è possibile installare la protezione contro le gocce, gli ospiti e i gestori devono indossare le mascherine. Pinze, cucchiai e altri utensili a disposizione degli ospiti devono essere cambiati frequentemente e riposti in contenitori separati per evitare contaminazioni da contatto.
Durante ogni servizio tutte le superfici del buffet devono essere pulite e disinfettate. Al fine di agevolare lo smaltimento dei dispositivi di protezione individuale utilizzati dagli ospiti, si raccomanda di posizionare i cestini dei rifiuti con pedali o fotocellule all’interno o in prossimità dell’area di gestione.
Lavaggio piatti e stoviglie
Piatti, posate e bicchieri devono essere, necessariamente, lavati e disinfettati in macchine lavastoviglie. Particolare attenzione anche agli utensili che non sono stati utilizzati, anch’essi vanno considerati nel lavaggio se c’è la possibilità che siano stati toccati durante il servizio.
Nell’impossibilità del lavaggio in lavastoviglie, eseguire quello manuale: lavaggio, disinfezione e risciacquo, con asciugatura con carta monouso.
Servizio in camera
Accurato anche il discorso riguardante il servizio in camera. Le pietanze da somministrare, tramite il servizio in camera, vanno trasferite all’interno di appositi contenitori monouso chiusi con coperchio.
Il trasferimento dovrà essere fatto da personale autorizzato e munito di DPI. La velocità del servizio è essenziale per assicurare la minima esposizione alle pietanze in questione.
Asporto
Analogo è il discorso per le pietanze da asporto. Oltre alla preparazione secondo le vigenti norme, i pasti vanno consegnati all’interno di contenitori monouso coperti adeguatamente, evitando la fuoriuscita.
Come sanificare la stanza d’albergo
La sanificazione delle mani è una parte importante nella prevenzione e serve per mantenere i viaggiatori al sicuro negli hotel. Basti pensare a quante cose tocchiamo nel primo minuto in cui entriamo in una nuova stanza d’albergo.
Chiave
Maniglia della porta o la porta
Interruttore luce
Telecomando o comandi climatizzazione
Con queste nuove linee guida il personale dell’hotel può fare del suo meglio per contribuire a rendere sicuro qualsiasi soggiorno.
Preparazione della stanza
Il servizio di pulizia della camera include una pulizia completa che prevede l’utilizzo di aspirapolvere e lo straccio del pavimento, la pulizia dei mobili, del bagno e dell’angolo cottura. Il personale delle pulizie rifornisce anche le forniture come articoli da bagno, asciugamani e caffè.
Prima dell’arrivo di qualsiasi ospite, bisogna assicurarsi che la stanza sia stata pulita a fondo. Bisogna anche assicurarsi che, in ogni stanza, circoli aria fresca, non solo per prevenire l’accumulo di odori, ma anche per ridurre il rischio di agenti patogeni trasportati dall’aria nelle stanze.
Pulizia delle stanze
È meglio usare un detergente multiuso per pulire tutte le superfici della camera d’albergo. I detergenti sono particolarmente efficaci nell’uccidere i germi e i batteri sulle superfici dure come i gabinetti, i lavandini, i box doccia e i pavimenti.
Una volta che un ospite se ne va, la stanza deve essere pulita a fondo prima dell’arrivo dell’ospite successivo. Questo significa che tutte le superfici devono essere pulite con salviette disinfettanti o spray, con particolare attenzione alle aree che gli ospiti hanno probabilmente toccato durante il loro soggiorno (come le maniglie delle porte, interruttori della luce e ricevitori del telefono).
Una delle maggiori lamentele che gli ospiti degli hotel fanno sulle loro stanze è l’odore dei disinfettanti. La maggior parte degli hotel usa una combinazione di detergenti pesanti e disinfettanti chimici per assicurarsi che la stanza rimanga senza germi.
Invece, bisogna valutare opzioni di pulizia naturale con acqua e detergenti non aggressivi e che lascino un odore piacevole e non pungente.
Ci sono diversi metodi per pulire le lenzuola e la biancheria degli hotel. Il modo migliore è usare una combinazione di acqua calda e candeggina, seguita da un ciclo di risciacquo senza candeggina. Questo metodo uccide i batteri che possono essere presenti sui panni.
Sanificazione delle mani in hotel: norme per il viaggiatore
Gli hotel e gli alloggi possono avere molti germi e virus, ma possiamo seguire questi consigli per evitare rischi durante il soggiorno in hotel o in altri luoghi di alloggio.Se hai una particolare catena di hotel che conosci e di cui ti fidi, cerca quella catena quando pianifichi il tuo viaggio. In alternativa:
Fai qualche ricerca sulla storia di pulizia dell’hotel.
Leggere alcune recensioni aiuta. Cerca, in particolare, menzioni di pulizia, insetti o cimici dei letti. I recensori spesso menzionano tali problemi, quindi potrebbe non essere difficile scoprire se ci sono problemi con l’hotel che stai considerando.
Una volta giunto sul luogo, allora il membro del personale potrebbe dirvi come igienizzano le loro stanze per essere sicuri che questo non accada di nuovo.
Igienizzare regolarmente le mani
Disinfetta i tuoi bagagli quando arrivi in albergo
Tieni il tuo telefono lontano dagli spazi pubblici
Usa le carte di credito invece dei contanti quando possibile
Dopo aver toccato i pulsanti dell’ascensore e le maniglie delle porte, igienizza o lava le mani
Lavati spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, soprattutto dopo essere andato in bagno; prima di mangiare; e dopo esserti soffiato il naso, tossito o starnutito.
Usa un disinfettante per le mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol
In definitiva, essendo la sanificazione delle mani il miglior mezzo di prevenzione, nei contesti in cui non è possibile lavarsi le mani, è utile fornire dispenser igienici per disinfettare le mani. Questo permetterà agli ospiti e agli impiegati di pulirsi le mani regolarmente, oltre a garantire ambienti privi di germi in tutte le stanze dell’hotel.
Sanificare le mani è un must negli hotel e nelle strutture ricettive, a causa dell’alto traffico e del numero di persone che entrano ed escono. Vogliamo, quindi, assicurarci che tutti abbiano accesso a mani pulite, sia in cucina che in tutto l’hotel.
Nel mondo frenetico in cui viviamo, fatto di viaggi e contatti veloci, i disinfettanti per le mani sono un buon modo per uccidere i batteri, ma non sono il più efficace, né il più efficiente per fermare la diffusionedi germi e virus.